"Piccoli Schlein e Landini"
Chi sono i contestatori della Bernini ad Atreju. Altro che studenti “normali”, sono i soliti noti universitari rossi in cerca dello scontro (video)
Membri dell'Udu (Unione degli universitari) e di Su (Sinistra universitaria), i contestatori parlano per sé stessi non certo a nome degli studenti italiani. Dalle loro pagine social è molto chiaro l'intento di fare piazzate. Il ministro: Bisogna chiamare le cose con il loro nome
Dalla sinistra chiedono addirittura le dimissioni del ministro dell’Università e della ricerca, Annamaria Bernini. Da Avs a +Europa, ad Elly Schlein. La sinistra trova anche oggi la polemica di giornata all’insegna del poveri studenti “bullizzati” ad Atreju: è il commento di molti parlamentari ed editorialisti che hanno arricciato il naso di fronte alla reazione del ministro: “Siete i soliti comunisti”. La citazione di Berlusconi manda ai matti i difensori acritici di questo gruppetto di studenti che non aspettavano che l’arrivo della Bernini per dare il via alla solita piazzata. Ma la realtà nel caso della gazzarra scatenata ad Atreju è ben diversa dai racconti che si vogliono veicolare: non si tratta “degli studenti”, ma di una piccola parte di essi, i soliti noti, membri dell’Udu (Unione degli universitari) e di Su (Sinistra universitaria).
In particolare il giovane che con Bernini ha avuto un confronto diretto, appare più volte in video sulle pagine social sia dell’associazione studentesca, sia della lista di Sinistra universitaria alla Sapienza di Roma. Non ci incanta di certo quando nei video si definisce “sono uno studente normale”: in vari post è lui a scagliarsi direttamente contro il ministro e la riforma, veicolando l’idea di parlare a nome della moltitudine degli studenti italiani. Non è vero, parla per se stesso e per un gruppetto di universitari che si esprime solo a nome di quelle sigle rosse. E dai video postati su Fb sono evidenti i bollenti spiriti di chi adotta la piazza ben prima del dialogo. “Dovete imparare a rappresentare voi stessi – dice loro Bernini dal palco– non siete tutti gli studenti”.
Sono i soliti noti: studenti Udu legati a Pd e Cgil
Altro che “sono uno studente normale”. La storia ha sempre gli stessi protagonisti, il più delle volte coccolati dai politici di sinistra: e grazie erano studenti dell’Udu, gruppo molto vicino a Cgil e a Pd. E poi Elly si scandalizza che Bernini li abbia definiti, “piccoli Schlein e Landini”… Il ministro li conosce bene. Non sono “gli studenti”, si tratta di un gruppo universitario che rappresenta solo se stesso. “Bisogna chiamare le cose con il loro nome. Non è una contestazione di studenti. Sono studenti Udu – ha infatti teso a precisare il ministro dell’Università e Ricerca. E’ tornata sull’episodio, a margine della cerimonia di firma per l’istituzione dell’Università delle Nazioni Unite – Istituto per l’intelligenza artificiale (Unu-Ai) a Bologna -. Piccoli Landini e piccoli Schlein- ripete- che legittimamente protestano perché sono contrari alla riforma di Medicina”.
Bernini: “Io li ascolto e mi faccio contestare, ma loro rilanciano”
Nessun problema a contestare. Ma “la cosa che mi permetto di suggerire è prima di contestare, ascoltare”. Infatti l’altro giorno ad Atreju Bernini ha cercato il contatto con i contestatori dell’Udu: “Sono scesa col microfono, ho raccolto le domande e sono risalita e ho risposto”. E’ un suo modus operandi. “Sono stata persino al camp dell’Udu, vado ovunque – . Solo che ogni volta rilanciano. Io li incontro, li ascolto, mi faccio contestare, mi faccio urlare in faccia. E loro rilanciano e mi vogliono reincontrare. Lo faccio volentieri, però, ripeto, l’ho già fatto, continuerò a farlo”.
Bernini: “Gli studenti non siano arma di scontro politico”
Al contrario, il modus operandi degli studenti rossi è opposto: cercano la contestazione per la contestazione. E’ la strategia del caos: “Lo slogan è inutile- rivendica Bernini- . Mi dispiace moltissimo che alcuni partiti politici strumentalizzino questa protesta di studenti Udu, perché il messaggio che noi dobbiamo dare è che la riforma deve funzionare per loro, con loro. Credo molto nella forza di questa riforma perché li tiene dentro e non fuori dall’Università. Quindi, facciamo polemica politica su altro. Lasciamo stare gli studenti, non usiamo gli studenti come delle armi improprie gli uni contro gli altri. Questa è la cosa che mi dispiace. Per il resto, per carità, è tutto legittimo”.