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Droghe Atreju Mantovano

Il dibattito sulle dipendenze

Ad Atreju il fronte comune contro le droghe, Mantovano: “Prevedere l’emergenza, non rincorrerla”

Dal fentanyl alla cannabis: scienza, giornalismo e istituzioni analizzano le nuove frontiere del rischio e le strategie per arginarlo

Società - di Alice Carrazza - 11 Dicembre 2025 alle 18:05

“Se non c’è un’emergenza in atto, per quale motivo fate un piano? Perché quando l’emergenza arriva, è già troppo tardi per intervenire. Noi abbiamo scelto di prevederla, non di rincorrerla”. Con queste parole il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche antidroga, Alfredo Mantovano, ha aperto il dibattito al panel “No alla droga: verso un futuro libero dalle dipendenze”, ospitato nella Sala Giustizia Giusta ad Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia. Un confronto che ha intrecciato analisi istituzionali, testimonianze giornalistiche e valutazioni scientifiche, introdotto da Carolina Varchi e moderato da Salvo Sottile.

Mantovano: “Prevedere la minaccia, non subirla”

Il sottosegretario ha delineato la strategia governativa con un approccio incentrato sulla prevenzione, soprattutto riguardo al fentanyl. “Sul fronte specifico del fintanto il governo sta lavorando già da anni”. Un’impostazione che deriva, ha spiegato, dall’esigenza di anticipare l’ondata che ha travolto altre realtà occidentali: “Basta guardare cosa è accaduto a San Francisco: cinque anni fa il messaggio delle istituzioni non era dissuadere dal consumo di stupefacenti, ma renderlo ‘più sicuro’. Oggi, in quelle stesse strade, ci sono i zombie. Quella rassicurazione ha prodotto esattamente il contrario: ha aperto la strada alla catastrofe”.

Per Mantovano, la radice culturale della deriva è duplice: “La prima è l’idea, del tutto infondata, che esistano droghe ‘leggere’. L’abbassamento delle difese culturali crea il varco in cui entrano sostanze infinitamente più pericolose. La seconda è la diffusione di un modello che normalizza l’uso, invece di contrastarlo”. La conclusione è un invito a elaborare percorsi alternativi: “Ora dobbiamo creare alternative positive”.

Maggioni: il fentanyl e la sua ascesa silenziosa

La giornalista Monica Maggioni ha portato sul palco la sua esperienza diretta nelle aree più colpite dalla crisi degli oppioidi sintetici. “Non capisci cosa sta succedendo lì, queste persone sono sotto l’effetto del fentanyl”. E aggiunge: “Ci si rende conto che questa medicina ha un effetto assurdo sul dolore. Quello che le persone non vedevano è che ha un effetto altrettanto immediato, altrettanto rapido, altrettanto indipendente dall’effetto”.

Dal campo medico alla criminalità il passaggio è stato rapido: “Questa sostanza utilizzata come farmaco inizia a farsi strada… fino a quando la criminalità organizzata si rende conto che è uno straordinario affare”. Perché questo tipo di droga è davvero molto poco costosa, e spesso non si capisce quanto sia “letale”.

Maira: “La cannabis non è un territorio innocuo”

Il contributo del professor Giulio Maira, neurochirurgo e membro del Comitato nazionale per la biosicurezza, ha restituito un quadro supportato da dati e ricerche. “Il quadro legato all’utilizzo della cannabis è più drammatico di quanto comunemente percepito. Un consumo prolungato può aggravare o anticipare l’insorgenza della schizofrenia in soggetti predisposti”.

Maira ha citato un caso emblematico: “Uno studio condotto in Ontario mostra che i casi di schizofrenia sono triplicati dopo la legalizzazione, suggerendo una correlazione significativa tra uso della sostanza e disturbi psicotici”.

Il focus è tornato poi sulla cosiddetta “cultura dello sballo”: “Un dato importante è che la cannabis può essere un’opportunità di ingresso verso altre droghe. Non esistono droghe leggere, esistono le droghe. Dobbiamo fare un rifugio sulle tratte che annunciano un’angosciante registrazione di queste droghe a potentissimo effetto”.

Schettini: “I social sono un campo magnetico”

Il divulgatore Vincenzo Schettini ha spostato l’attenzione sul tema emergente delle dipendenze comportamentali, con uno sguardo ai più giovani. “I social sono come un campo magnetico, sono la dipendenza dei nostri ragazzi che non si stupiscono più”. Ricorda poi a tutti i papà e a tutte le mamme che “voi dovete essere invece il campo magnetico dei vostri figli”.

Il richiamo è tornato alla centralità del rapporto educativo: “Non perdiamo la comunicazione con i nostri figli”.

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di Alice Carrazza - 11 Dicembre 2025