Musica in lutto
È morto Peppe Vessicchio, musicista colto, elegante Maestro dello spartito e una persona per bene. Meloni: “Era casa, era Italia”
L'iconico direttore d'orchestra e volto popolare di Sanremo e della tv in cui portò la sua esperienza e il suo garbo al talent show "Amici", si è spento oggi a Roma all'Ospedale San Camillo, a causa di una polmonite interstiziale fulminante precipitata repentinamente
No, stavolta purtroppo non è una fake news come accaduto invece una decina di anni fa quando sui social si sparse la notizia. Stavolta è l’Adnkronos a dare il triste annuncio e mettere in rete la notizia che suscita il dolore e getta nello sconforto i tanti estimatori del suo talento e della sua eleganza, professionale e comportamentale. L’iconico direttore d’orchestra, arrangiatore e popolare volto televisivo, si è spento a Roma all’età di 69 anni proprio questo pomeriggio all’ospedale San Camillo di Roma, dove era arrivato a seguito di una complicazione improvvisa. Un decorso fulmineo che, evidentemente, non ha lasciato scampo al Maestro.
È morto Peppe Vessicchio
E via via che passano i minuti, la notizia che crea sconcerto e dolore nei tanti appassionati di musica e di Sanremo – un palcoscenico che il Maestro ha calcato più volte e sempre con successo – si apprendono maggiori informazioni sulle cause del decesso e sulla funzione funebre per l’ultimo addio: «Beppe Vessicchio è deceduto per una polmonite interstiziale precipitata molto rapidamente. I funerali saranno strettamente privati», come conferma l’Ospedale San Camillo di Roma in accordo con la famiglia.
Meloni: «Ci mancherà… dirige l’orchestra… non è solo una frase. Era casa e Italia»
Tra i primi a esprimere il proprio cordoglio Giorgia Meloni, che su X ha voluto affidare rimpianto e condoglianze per la scomparsa dell’artista. «Ci lascia Beppe Vessicchio, celebre direttore d’orchestra e volto noto della televisione italiana. Un artista di grande cultura musicale che ha dato tanto e che ci mancherà. “Dirige l’orchestra il maestro Beppe Vessicchio” non era solo una frase: era casa, era Italia. Buon viaggio», ha scritto sui social la premier.
Il Maestro è deceduto a causa di una polmonite interstiziale precipitata rapidamente
L’annuncio della scomparsa del Maestro ha immediatamente scatenato un’ondata di dolore e cordoglio tra i suoi tantissimi estimatori. Del resto, Vessicchio era molto più di un semplice professionista: era l’incarnazione dell’eleganza discreta sul podio. Il simbolo rassicurante e quasi scaramantico del Festival di Sanremo, palcoscenico che lo ha visto trionfare più volte e dove la sua figura, sempre composta e sorridente, è diventata un’icona di costume. Perché Peppe Vessicchio non era solo il “Maestro di Sanremo”. È stato autore, compositore, arrangiatore e insegnante. Una figura di mediazione tra la musica colta e quella popolare.
Un simbolo di eleganza professionale e cultura musicale
Il suo talento nell’arrangiamento ha plasmato il suono di generazioni di artisti italiani, rendendolo una colonna portante della nostra tradizione melodica e pop. La sua assenza, d’ora in poi, lascerà un vuoto incolmabile: non solo nell’ambiente musicale, ma nel cuore del grande pubblico che anni fa conquistò con discrezione e garbo anche grazie alla sua partecipazione al popolarissimo show di Maria De Filippi, Amici.
La bacchetta d’eccellenza del Festival di Sanremo
Ma è stato il Festival Sanremo il suo palco d’eccezione. La sua carriera è indissolubilmente legata al l’Ariston, dove è stato a lungo una presenza fissa dal 1990. Ha vinto la kermesse per quattro volte come direttore d’orchestra: nel 2000 con gli Avion Travel (Sentimento). Nel 2003 con Alexia (Per dire di no). E nel 2010 con Valerio Scanu (Per tutte le volte che) e poi l’anno successivo, nel 2011, con Roberto Vecchioni (Chiamami ancora amore).
Direttore d’orchestra, compositore, arrangiatore e volto televisivo tra i più amati dal pubblico, Giuseppe Vessicchio, per tutti Beppe, è una delle figure più iconiche e riconoscibili della musica italiana, capace di unire un’altissima competenza professionale a una popolarità trasversale. Nato a Napoli il 17 marzo 1956, muove i primi passi nel mondo della musica collaborando con artisti del calibro di Gino Paoli, Edoardo Bennato e Peppino di Capri. Con Paoli firma successi come Ti lascio una canzone e Cosa farò da grande.
Non solo. Arrangiatore di grande prestigio, ha collaborato con i più grandi nomi della musica italiana e internazionale, da Andrea Bocelli a Zucchero, passando per Elio e le Storie Tese. E ancora: da Ornella Vanoni a Ron e Biagio Antonacci. La sua versatilità lo ha portato a dirigere orchestre in contesti prestigiosi, come al Cremlino per un omaggio a John Lennon, e a guidare il progetto Rockin’1000, la più grande rock band del mondo. Negli ultimi anni ha continuato a sperimentare. E, triste dirlo oggi, per l’anno prossimo aveva in programma il tour teatrale Ecco che incontro l’anima, insieme a Ron.
Addio a Peppe Vessicchio, un esteta delle sette note e un cultore dell’educazione musicale
Il suo approccio era sempre umano, mai accademico. Per lui l’educazione musicale coincideva con la ricerca dell’equilibrio interiore. Non a caso Vessicchio parlava spesso dell’«armonia naturale» come chiave di lettura del mondo. L’armonia, diceva, è «l’ottimale condizione degli elementi di un insieme»: non solo in musica, ma nella vita. Credeva che la bellezza fosse una proporzione. Una vibrazione giusta. Un equilibrio sottile tra il suono e il silenzio. «Il silenzio è il tessuto in cui il suono si intrufola», amava ripetere. Era un’estetica ma anche un’etica, la sua: il rispetto dei tempi, dell’ascolto, del lavoro degli altri. «Bisogna trovare la propria velocità», spiegava. «Una velocità che sia la tua, non quella del mercato».
E allora, non stupisce che nel 2024 l‘Orchestra del Teatro alla Scala ha eseguito una sua composizione da camera, Tarantina: un riconoscimento simbolico per un artista che, pur provenendo dalla musica leggera, aveva sempre cercato il dialogo con la musica colta. «Sentire la mia musica alla Scala è stato come tornare a casa dopo un lungo viaggio», raccontava con la sua consueta modestia.
Addio a Peppe Vessicchio, un musicista garbato e discreto. I funerali si svolgeranno in forma privata
Oggi, piomba il silenzio sulla sua vita e il massimo riserbo sull’estremo saluto che familiari e amici tributeranno al Maestro Vessicchio. Per l’ultimo, straziante addio, la famiglia ha scelto la massima riservatezza: «I funerali saranno strettamente privati», fanno sapere dall’ospedale dove Vessicchio si è spento. Una scelta che riflette forse la discrezione che ha sempre contraddistinto la figura di uomo e di artista, nonostante la sua enorme popolarità. Resta l’eredità di un professionista che ha saputo unire rigore tecnico e calore umano, lasciando un segno indelebile nella storia della musica e dello spettacolo italiano.