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Incendio Hong Kong

Inferno in terra

Apocalisse di fuoco a Hong Kong: tre grattacieli in fiamme, 55 morti e oltre 300 dispersi (video)

Tra i palazzi avvolti dal fumo, migliaia di sfollati cercano notizie dei propri familiari: «Non sappiamo cosa fare». Bisogna tornare al 1948, al rogo di un magazzino costato la vita a 176 persone, per trovare un incendio così letale

Esteri - di Alice Carrazza - 27 Novembre 2025 alle 08:29

Un giorno intero dopo l’esplosione del rogo, Wang Fuk Court resta un groviglio di fumo, fiamme residue e silenzi spezzati dai megafoni dei soccorritori. Nel gigantesco complesso residenziale Tai Po di Hong Kong, dove vivono oltre 4.600 persone, il bilancio è già tra i più drammatici mai registrati in città: 55 vittime, quasi 300 dispersi, almeno 45 feriti in condizioni critiche. Un vigile del fuoco è tra i caduti.

Un incendio piega Hong Kong

Il sovrintendente della polizia, Eileen Chung, ha detto: «Abbiamo motivo di credere che i responsabili della società siano stati gravemente negligenti, circostanza che ha portato a questo incidente e ha consentito al fuoco di propagarsi senza controllo, causando un numero elevato di vittime».

La lente degli investigatori si è posata infatti sulla ditta incaricata della manutenzione annuale degli edifici. Tre uomini — due direttori e un consulente ingegneristico — sono stati arrestati per omicidio colposo. Le squadre hanno perquisito gli uffici della società, sequestrando documenti che citano Wang Fuk Court. L’azienda, al momento, non commenta.

I sospetti

Il sospetto degli inquirenti riguarda l’utilizzo di teli protettivi e plastica che potrebbero non rispettare gli standard antincendio. Le verifiche hanno inoltre rivelato finestre sigillate con materiale espanso in un blocco non ancora raggiunto dalle fiamme. Una scelta, sostengono le autorità, che avrebbe trasformato le facciate in un’enorme camera di combustione.

Intanto, a 22 ore dall’inizio del disastro, le immagini mostrano ancora lingue di fuoco salire da almeno due delle torri di 32 piani, avvolte da teli verdi e impalcature di bambù. Un simbolo tradizionale di Hong Kong destinato però al tramonto: da marzo il governo ha avviato il ritiro graduale di queste strutture dopo 22 decessi tra gli impalcatori in cinque anni. Nei lavori pubblici metà dei cantieri dovrà passare al metallo.

Corsa contro il tempo

«La priorità è spegnere l’incendio e salvare i residenti intrappolati», scandisce il leader di Hong Kong John Lee, seguito dalla promessa di «assistere i feriti» e «sostenere e recuperare» prima di avviare un’indagine completa.

Nella notte sono stati domati quattro dei sette blocchi coinvolti, mentre migliaia di residenti si sono riversati nei centri di accoglienza: ottocento persone in cerca di riparo, quasi trecento ancora senza notizie dei propri familiari. Sui social rimbalza un documento condiviso via app, un elenco di nomi, indirizzi, descrizioni scarne: «Suocera sui 70 anni, dispersa», «un ragazzo e una ragazza», «Tetto: uomo di 33 anni». Una riga, più gelida delle altre, recita: «27° piano, stanza 1: È morto», lo racconta Reuters.

Il dolore dei residenti

In strada, tra le corsie sbarrate e le 39 linee di autobus deviate, la disperazione ha un volto.

Harry Cheung, 66 anni, vive nel Blocco 2 da oltre quarant’anni: «Ho sentito un forte rumore verso le 14:45 e ho visto il fuoco divampare in un blocco vicino. Sono tornato subito indietro a raccogliere le mie cose. Non so nemmeno come mi sento in questo momento. Sto solo pensando a dove dormirò stanotte».

Una donna di 52 anni stringe la foto di laurea della figlia: «Lei e suo padre non sono ancora usciti. Non avevano acqua per salvare il nostro edificio».

Un’altra residente, la signora Chu, settantenne, non riesce a contattare i suoi amici che vivono nel blocco adiacente: «Non sappiamo cosa fare».

Le ombre sulle ristrutturazioni

Il complesso, costruito nel 1983 e inserito nel programma governativo di acquisto agevolato, è in ristrutturazione da un anno per un costo stimato di 330 milioni di dollari di Hong Kong. Ogni unità contribuisce con 160-180 mila dollari locali.

Circola un video che mostra operai fumare sulle impalcature di bambù. Le critiche sui social si moltiplicano: negligenza, tagli ai costi, controlli insufficienti. Dalla Cina il presidente Xi Jinping chiede uno «sforzo totale» per spegnere l’incendio e ridurre le vittime.

Il paragone corre inevitabile alla Grenfell Tower di Londra. Il gruppo dei sopravvissuti, Grenfell United, scrive: «Il nostro cuore è vicino a tutti coloro che sono stati colpiti dal terribile incendio a Hong Kong… Siamo con voi. Non siete soli».

Un disastro senza precedenti recenti

Bisogna tornare al 1948, al rogo di un magazzino costato la vita a 176 persone, per trovare un incendio più letale a Hong Kong. Oggi, in una delle aree più densamente popolate al mondo — e tra le più care in termini immobiliari — la tragedia rischia di pesare anche sul clima politico, a poche settimane dalle elezioni legislative di dicembre.

Tai Po, sobborgo consolidato vicino al confine con la Cina, conta 300.000 residenti.

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di Alice Carrazza - 27 Novembre 2025