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Schlein

Le parole di Elly

La gita di Schlein ad Amsterdam finisce nel delirio: insulti al governo. La segretaria Pd sempre meno credibile

Ad Amsterdam Elly ha confermato tutti i suoi limiti, offendendo l'Italia e gli italiani. La sinistra non ha ancora una persona che sappia parlare al paese mantenendo equilibrio e autorevolezza

Politica - di Paolo Desideri - 18 Ottobre 2025 alle 16:22

Si può essere segretari di un grande partito, perché il Pd lo è, senza diventare mai leader? Si, ed Elly Schlein lo ha dimostrato ampiamente in questi trenta mesi di primazia a Largo del Nazareno. E se c’era bisogno di una conferma, l’ha data  ad Amsterdam, al congresso del Pse, sparlando male del suo Paese, una delle principali democrazie occidentali, definendolo come una sorta di autocrazia senza libertà. Parole gravi, gravissime, specialmente se si considera che è stato citato il caso di un giornalista, Sigfrido Ranucci, oggetto di un attentato vergognoso. Con una sorta di messaggio subliminale che dipinge all’estero l’Italia in un modo assurdo, sbagliato, inventato.

Schlein va all’estero e offende il suo Paese: “Con la destra la democrazia è a rischio”. Meloni:” Puro delirio, vergogna”

Davvero Schlein pensa questo dell’Italia?

La notizia dell’attentato a Ranucci ha fatto il giro del mondo. Che la segretaria del primo partito di opposizione l’abbia quasi direttamente collegata a una sorta di “mancanza di libertà”, è qualcosa di imperdonabile. Cosa può pensare un politico portoghese, olandese, spagnolo, di sinistra, dell’Italia, se la segretaria del Pd adombra una Nazione “guidata dall’estrema destra” in cui non esiste il libero pensiero? E in cui si rischia di uccidere un giornalista ? Allora, il concetto deve essere esplicitato meglio: davvero Elly Schlein pensa questo del suo Paese? Ripetiamo, “il suo Paese”.

La giusta indignazione di Meloni

La risposta di Giorgia Meloni è stata durissima. “Siamo al puro delirio. Vergogna, Elly Schlein, che vai in giro per il mondo a diffondere falsità e gettare ombre inaccettabili sulla Nazione che, da parlamentare della Repubblica italiana e leader di partito, dovrebbe rappresentare e aiutare”, ha detto la presidente del Consiglio. Tutto il centrodestra è insorto indignandosi per le parole della segreteria del Pd.

Un clima regressivo da estremismo

Il Pd è un partito che ha oltre il 20% dei consensi e come tale va rispettato. Lo votano milioni di persone. Tra di loro c’è tanta gente che naturalmente avversa Giorgia Meloni ma la rispetta. E la vorrebbe battere, come accade in tutte le democrazie, sul piano dei contenuti, delle proposte, delle idee, come avviene, appunto, in “tutte le democrazie”. Non apprezza questi toni estremi, simili a quelli della Cgil, che nemmeno il Pci ha mai manifestato. Ma di questo evidentemente Schlein non tiene conto, interessata più a far sopravvivere il suo campo largo che a presentarsi come alternativa credibile.

Un’offesa a tutti gli italiani

Andare all’estero in un’assemblea politica importante parlando così del proprio Paese significa offendere tutti gli italiani. Senza distinzione di colore politico. Iniziando da quello più importante, il Capo dello Stato, persona di equilibrio e di garanzia, che secondo la narrazione di Schlein sarebbe lo spettatore di una democrazia alla deriva. Come se in Italia non ci fossero il Parlamento, la Corte costituzionale, una magistratura autonoma, una stampa libera. Come se fossimo la Corea del Nord. Come se Giorgia Meloni non fosse premier perché la sua coalizione ha vinto regolari elezioni.

I silenzi di Elly e la libertà

Schlein che si traveste da esule libertaria non ha speso una parola sulle manifestazioni di “pace” in cui si inneggiava ad Hamas e al 7 ottobre. Non ha detto niente sul premio Nobel per la pace dato a una donna che contrasta un regime comunista e illiberale come quello di Maduro, non ha dato solidarietà alla presidente del Consiglio quando Maurizio Landini l’ha insultata.

Il peso del voto pentastellato

Forse Schlein si porta ancora il peso di quella elezione al ballottaggio per la segreteria del Pd decisa non dagli iscritti ma dal “popolo”, nel quale c’era una fortissima percentuale di pentastellati. E ondeggia tra un riformismo che non sa interpretare e il giacobinismo che più le aggrada.

La libertà, l’estrema destra, Ranucci: un delirio

Che l’Italia sia un Paese libero, grazie a Dio, è cosa evidente. Che a guidarlo non vi sia “l’estrema destra”, ma una destra liberale, sociale, libertaria e democratica, lo conferma l’azione di Fdi, ma anche dei partiti alleati. Che l’attentato a Sigfrido Ranucci non c’entri nulla con la mancanza di libertà lo si vede da analoghi fatti che accadono, purtroppo, in tanti altri paesi democratici.

Serve un leader a sinistra

La sinistra (o il centrosinistra) ha bisogno di un leader. Come c’è nel centrodestra. Ed essere leader significa fare un’opposizione forte, ma matura, non parlare a vanvera del proprio Paese, saper dire no agli estremismi, avere autorevolezza. Tutto quello che Elly non ha.

 

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di Paolo Desideri - 18 Ottobre 2025