Le parole di Elly
La gita di Schlein ad Amsterdam finisce nel delirio: insulti al governo. La segretaria Pd sempre meno credibile
Ad Amsterdam Elly ha confermato tutti i suoi limiti, offendendo l'Italia e gli italiani. La sinistra non ha ancora una persona che sappia parlare al paese mantenendo equilibrio e autorevolezza
Si può essere segretari di un grande partito, senza diventare mai leader? La risposta è incarnata da Elly Schlein e dalla sua imbarazzante pochezza. Ultimo atto da Amsterdam, al congresso del Pse.
«La democrazia è a rischio, la libertà di espressione è a rischio quando l’estrema destra è al governo», ha tuonato la segretaria dem all’Internazionale dei socialisti europei.
«La settimana scorsa, a Firenze, la presidente del Consiglio del mio Paese ha dichiarato che le opposizioni sono peggiori dei terroristi. E nello stesso tempo – ha rincarato la diose Schlein – in questo clima di odio, voglio esprimere la mia solidarietà a uno dei più noti giornalisti d’inchiesta italiani, Sigfrido Ranucci, perché ieri è stata trovata una bomba davanti a casa sua».
Meloni: da Schlein falsità inaccettabili sulla Nazione
La risposta di Giorgia Meloni non si è fatta attendere. «Siamo al puro delirio. Vergogna, Elly Schlein, che vai in giro per il mondo a diffondere falsità e gettare ombre inaccettabili sulla Nazione che, da parlamentare della Repubblica italiana e leader di partito, dovrebbe rappresentare e aiutare», ha replicato la presidente del Consiglio. Anche dal centrodestra si sono levati voci indignate per le parole deliranti e irresponsabili della segretaria dem.
Un clima regressivo da estremismo
Il Pd è un partito che ha oltre il 20% dei consensi e come tale va rispettato. Lo votano milioni di persone. Tra di loro c’è tanta gente che naturalmente avversa Giorgia Meloni ma la rispetta. E la vorrebbe battere, come accade in tutte le democrazie, sul piano dei contenuti, delle proposte, delle idee, come avviene, appunto, in “tutte le democrazie”. Non apprezza questi toni estremi, simili a quelli della Cgil, che nemmeno il Pci ha mai manifestato. Ma di questo evidentemente Schlein non tiene conto, interessata più a far sopravvivere il suo campo largo che a presentarsi come alternativa credibile.
Un’offesa a tutti gli italiani
Andare all’estero in un’assemblea politica importante parlando così del proprio Paese significa offendere tutti gli italiani. Senza distinzione di colore politico. Iniziando da quello più importante, il Capo dello Stato, persona di equilibrio e di garanzia, che secondo la narrazione di Schlein sarebbe lo spettatore di una democrazia alla deriva. Come se in Italia non ci fossero il Parlamento, la Corte costituzionale, una magistratura autonoma, una stampa libera. Come se fossimo la Corea del Nord. Come se Giorgia Meloni non fosse premier perché la sua coalizione ha vinto regolari elezioni.
I silenzi di Elly e la libertà
Schlein che si traveste da esule libertaria non ha speso una parola sulle manifestazioni di “pace” in cui si inneggiava ad Hamas e al 7 ottobre. Non ha detto niente sul premio Nobel per la pace dato a una donna che contrasta un regime comunista e illiberale come quello di Maduro, non ha dato solidarietà alla presidente del Consiglio quando Maurizio Landini l’ha insultata.
Il peso del voto pentastellato
Forse Schlein si porta ancora il peso di quella elezione al ballottaggio per la segreteria del Pd decisa non dagli iscritti ma dal “popolo”, nel quale c’era una fortissima percentuale di pentastellati. E ondeggia tra un riformismo che non sa interpretare e il giacobinismo che più le aggrada.
La libertà, l’estrema destra, Ranucci: un delirio
Che l’Italia sia un Paese libero, grazie a Dio, è cosa evidente. Che a guidarlo non vi sia “l’estrema destra”, ma una destra liberale, sociale, libertaria e democratica, lo conferma l’azione di Fdi, ma anche dei partiti alleati. Che l’attentato a Sigfrido Ranucci non c’entri nulla con la mancanza di libertà lo si vede da analoghi fatti che accadono, purtroppo, in tanti altri paesi democratici.
Serve un leader a sinistra
La sinistra (o il centrosinistra) ha bisogno di un leader. Come c’è nel centrodestra. Ed essere leader significa fare un’opposizione forte, ma matura, non parlare a vanvera del proprio Paese, saper dire no agli estremismi, avere autorevolezza. Tutto quello che Elly non ha.
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