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RILASCIO OSTAGGI TRUMP TEL AVIV

La pace e la speranza

Israele in festa, liberi altri 13 ostaggi. Trump accolto da star a Tel Aviv: “Questa pace è la cosa più grande che io abbia mai fatto”

Dall'Europa, il supporto di Ursula von der Leyen: "L'Europa sostiene pienamente il piano di pace. La finalizzazione dell'accordo che pone fine alla guerra oggi a Sharm el-Sheikh sarà una pietra miliare storica"

Esteri - di Alice Carrazza - 13 Ottobre 2025 alle 10:28

Un applauso collettivo scuote la Hostages Square di Tel Aviv, mentre i maxi schermi mostrano il convoglio che trasporta gli ultimi tredici ostaggi liberati da Hamas. Si chiude così il cerchio dei sopravvissuti restituiti a Israele nell’ambito dell’accordo mediato dagli Stati Uniti. Il primo gruppo, composto da sette persone, è già tornato a casa dopo 738 giorni di prigionia nella Striscia di Gaza.

Il ritorno a casa dopo due anni

Nel video diffuso dalla polizia israeliana, i veicoli della Croce Rossa scorrono lungo le strade del sud del Paese, diretti verso la base di Re’im, dove per alcuni è già avvenuto il primo abbraccio con le famiglie. «Abbiamo visto Alon adesso, sembra fantastico, sta in piedi sulle sue gambe», racconta Idit Ohel, madre di uno dei liberati. Accanto a lei, il padre Kobi aggiunge: «Sorride. È proprio lui».

Nella stessa base, altre famiglie attendono. Un paio hanno già parlato con i propri cari al telefono, altre hanno visto i volti dei loro figli attraverso brevi videochiamate. «Stai tornando a casa, non c’è più guerra», dice Einav Zangauker al figlio Matan. Le sue parole attraversano due anni di silenzio.

La folla in piazza e le lacrime di Tel Aviv

Mentre le immagini fanno il giro del web, la folla riunita in piazza esplode in applausi e pianti liberatori. «Li abbiamo aspettati per due anni, e ora sta accadendo», si grida dal palco. Le persone si abbracciano, molti sventolano bandiere israeliane, altri pregano. Silvia Cunio, madre di due ostaggi, racconta in diretta la chiamata con i figli: si toglie gli occhiali da sole per asciugarsi le lacrime. «Saremo qui fino all’ultimo ostaggio», conclude la conduttrice.

Trump atterra in Israele: “L’accordo su Gaza, la cosa più grande che abbia mai fatto”

All’aeroporto Ben Gurion, l’aereo presidenziale americano tocca terra mentre la folla in piazza segue l’evento in diretta. Donald Trump, accolto dal premier Benjamin Netanyahu e da sua moglie Sara, promette di consolidare il cessate il fuoco. Come riporta Channel 12, l’Air Force One ha sorvolato a bassa quota le spiagge israeliane, dove la popolazione festeggiava il ritorno degli ostaggi. Un grande disegno sulla sabbia con il profilo del presidente recitava: «Thank you».

«L’accordo su Gaza potrebbe essere la cosa più grande che abbia mai fatto», dichiara Trump. Accanto a lui, la figlia Ivanka Trump e il genero Jared Kushner, protagonisti della mediazione.

Von der Leyen: “Un nuovo capitolo può iniziare”

Dall’Europa, il primo commento arriva dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. «Il ritorno degli ostaggi israeliani è un momento di pura gioia per quelle famiglie. E un momento di sollievo per il mondo intero». E aggiunge: «Significa che si può voltare pagina, un nuovo capitolo può iniziare».

«L’Europa sostiene pienamente il piano di pace – prosegue – La finalizzazione dell’accordo che pone fine alla guerra oggi a Sharm el-Sheikh sarà una pietra miliare storica». Poi assicura: «Siamo pronti a contribuire al suo successo con tutti gli strumenti a nostra disposizione. In particolare, fornendo supporto alla governance e alla riforma dell’Autorità palestinese. Saremo una forza attiva all’interno del Gruppo dei donatori palestinesi e forniremo finanziamenti Ue per la ricostruzione di Gaza».

Macron: “La pace diventa possibile per Israele e Gaza”

Da Sharm el-Sheikh, dove i leader sono già arrivati, il presidente francese Emmanuel Macron commenta la liberazione su X:«Condivido la gioia delle famiglie e del popolo israeliano. Con la loro liberazione la pace diventa possibile per Israele, per Gaza e per la regione».

Un percorso, non facile, verso il disarmo

Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul dichiara che Qatar, Egitto, Turchia e altri Stati arabi stanno esercitando pressioni su Hamas affinché si disarmi, sottolineando che «senza pressione, non funzionerà».

Il percorso non è facile. Se l’impegno Occidentale è pieno, non si può dire lo stesso di quello iraniano. Teheran annuncia infatti che né il presidente Masoud Pezeshkian né il ministro degli Esteri Abbas Araghchi saranno presenti al summit in Egitto. Nonostante l’invito all’Iran a partecipare alla cerimonia di firma, fonti vicine al potere, confermano ai media che non si intende partecipare.

Pur ringraziando, dunque, Araghchi, ribadisce: «Non possiamo confrontarci con controparti che hanno attaccato il popolo iraniano e continuano a minacciarci e a colpirci con sanzioni». L’Iran «accoglie con favore qualsiasi iniziativa che ponga fine al genocidio di Israele a Gaza e garantisca l’espulsione delle forze di occupazione».

Israele festeggia ma non dimentica

Con la liberazione degli ultimi tredici prigionieri, Israele chiude uno dei capitoli più bui della sua storia recente. Le Forze di difesa israeliane confermano che gli ostaggi sono sotto custodia e riceveranno assistenza fisica e psicologica.

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di Alice Carrazza - 13 Ottobre 2025