
I nuovi accordi
Gaza, scatta il “cessate il fuoco”. Gli Usa invieranno 200 soldati in “missione di pace”, Italia pronta a fare altrettanto
Il trattato di pace proposto da Trump, accettato in prima battuta da Israele e Hamas, ha riacceso una speranza nella regione mediorientale. Alle prime ore del mattino, il gabinetto del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha votato a favore di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, che prevede anche la liberazione degli ostaggi israeliani in cambio dei prigionieri palestinesi. La conferma è arrivata nonostante la contestazione degli utranazionalisti che appoggiano il primo ministro.
Rivolgendosi al governo, Netanyahu ha garantito che Israele “sta per ottenere il ritorno dei suoi ostaggi”. Poi ha aggiunto: “‘Abbiamo combattuto in questi due anni per raggiungere i nostri obiettivi di guerra”, mentre era in compagnia dei principali collaboratori della Casa Bianca Steve Witkoff e Jared Kushner. In seguito, il premier israeliano ha spiegato che “uno dei principali obiettivi di guerra è la restituzione degli ostaggi, tutti gli ostaggi, vivi e morti. E stiamo per raggiungere questo obiettivo”. Infine, è arrivato anche un ringraziamento speciale a Donald Trump e ai suoi inviati speciali, perché senza di loro “Israele non avrebbe mai raggiunto il suo traguardo.
Netanyahu approva il “cessate il fuoco” a Gaza nonostante le opposizioni degli ultranazionalisti
Secondo il Times of Israel, il nuovo accordo annunciato da Netanyahu ha incontrato l’opposizione del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, oltre a quella del del ministro del Patrimonio Amichay Eliyahu e del ministro del Negev Yitzhak Wasserlauf. Anche il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e il ministro degli Insediamenti e dei Progetti Nazionali, Orit Strock, hanno votato contro l’accordo. Tutti loro fanno parte del gruppo ultrazionalista, ma come ha precisato il premier israeliano, la risoluzione è passata anche grazie ai collaboratori di Trump, che “hanno lavorato instancabilmente con Ron Dermer”, partecipando anche alla riunione di gabinetto.
Nel frattempo, ieri un soldato israeliano riservista delle Idf è stato ucciso da un gruppo di cecchini di Hamas a Gaza city. Ad annunciarlo è stato l’esercito israeliano, che a svelato come il nome del militare ucciso fosse Michael Mordechai Nachmani, di 26 anni. La sparatoria è avvenuta dopo la firma dell’accordo a Sharm El-Sheikh tra Israele e l’organizzazione jihadista. In quel momento, il “cessate il fuoco” non era ancora in vigore.
Gli Usa dispiegheranno 200 militari nella regione araba per garantire la sicurezza
Gli Stati Uniti dispiegheranno 200 militari in Medio Oriente per “supervisionare” il cessate il fuoco. L’annuncio della “missione di pace” è arrivato dagli alti funzionari americani. L’ammiraglio Brad Cooper, capo del Comando Centrale delle forze armate statunitensi, avrà a disposizione i soldati direttamente “sul campo”. Inoltre, il suo ruolo sarà quello di “osservare e assicurarsi che non vi siano violazioni”. Anche i funzionari militari egiziani, qatarioti, turchi ed emiratini dovrebbero far parte della spedizione. Uno dei rappresentanti americani ha tenuto a precisare che “nessuna truppa statunitense è destinata a entrare a Gaza“. Un’identica spedizioni di “soldati di pace” italiani, duecento, forse Carabinieri, è stata già ventilata anche dal ministero della Difesa.
Tajani: “L’Italia è una protagonista e parteciperà al cambiamento”
”Siamo all’inizio di un percorso, dopo l’accordo raggiunto per il cessate il fuoco a Gaza. Perché la tregua è sempre fragile, tocca a noi lavorare per rinforzarla”. L’ha detto il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, nell’intervento a ‘Mattino Cinque’ su Canale 5. Successivamente, il titolare della Farnesina ha ricordato che ”ieri c’è stato un importante vertice a Parigi tra paesi europei e il mondo arabo su come poter aiutare”. Poi ha ribadito l’impegno dell’Italia nella regione araba: “Parteciperemo alla ricostruzione e a una missione militare per garantire l’unità, oltre alla riunificazione della Palestina, dopo la prima task force che prevede la presenza di militari americani e dei Paesi arabi”. “Sono convinto che parteciperemo anche alla governance del cambiamento”, ha concluso, parlando un’Italia “protagonista” e sottolineando le ”grandi considerazioni” nei confronti del nostro Paese.