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Viterbo, cinque cittadini turchi portati in questura e subito rilasciati: non ci sono connessioni con gli altri due arrestati

Le indagini di "Santa Rosa"

Viterbo, cinque cittadini turchi portati in questura e subito rilasciati: non ci sono connessioni con gli altri due arrestati

Cronaca - di Gabriele Caramelli - 5 Settembre 2025 alle 10:05

Dopo gli arresti di due cittadini turchi da parte dei Nocs, sospettati di voler commettere un attentato durante la festa di Santa Rosa a Viterbo il 3 settembre, altri 5 connazionali sono stati portati in questura a Viterbo ieri sera. Le autorità erano riuscite a individuarli  in un altro B&b nella provincia, a Montefiascone, e inizialmente gli investigatori hanno pensato che questi individui fossero correlati al caso. Gli agenti sono stati messi in allarme alla constatazione che i documenti dei soggetti intercettati nel B&b riportassero gli stessi nominativi dei due turchi fermati il giorno prima.

Ma alla fine la coincidenza non ha portato a riscontri rilevanti dal punto di vista investigativo: e infatti, dopo le indagini e l’identificazione, i 5 fermati nella serata di ieri sono stati rilasciati stamattina dalla Polizia, che non ha trovato legami con gli altri due. Ma le ricerche di altri eventuali collaboratori proseguono.

Altri 5 cittadini turchi arrestati e rilasciati nelle indagini sull’attentato sventato

In base alla testimonianza degli inquirenti, l’obiettivo degli altri sospettati sarebbe stato quello di colpire durante il tradizionale trasporto della “Macchina di Santa Rosa”, aprendo il fuoco sulla folla. Quando il reparto speciale delle forze dell’ordine è entrato nell’alloggio dei due turchi, ha trovato una pistola semiautomatica e una mitraglietta d’assalto cariche e pronte all’uso. Insomma, tutto faceva pensare a un possibile attentato. Inoltre, alla festa viterbese avrebbero dovuto presenziare anche l’ambasciatore israeliano Jonathan Peled, la vice presidente del Parlamento europeo Antonella Sberna, il ministro della Cultura Alessandro Giuli e il titolare della Farnesina Antonio Tajani.

Le conseguenze e il controllo in città

Dopo aver appreso la notizia dei primi arresti nel pomeriggio del 3 settembre, la prefettura ha alzato il livello dei controlli. Tra la folla, infatti, c’erano agenti in borghese e squadre anti-esplosivo pronte a intervenire. Di solito le luci per la processione sono spente, ma stavolta l’illuminazione pubblica è rimasta accesa per garantire una maggiore sorveglianza del luogo. Sui social alcuni cittadini non hanno approvato la scelta, parlando di “tradizione tradita” e di una “fede oscurata dalla paura”, mentre altri hanno riconosciuto l’importanza del provvedimento. Attualmente gli inquirenti stanno cercando di ricostruire l’arrivo dei due turchi arrestati nella città, mentre l’attenzione sulle prossime manifestazioni religiose resta alta. Ad occuparsi dell’indagine è la Direzione distrettuale antimafia, assieme ai servizi antiterrorismo. 

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di Gabriele Caramelli - 5 Settembre 2025