CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Se il futuro dell’Europa passa dal Piano Mattei: Razza spiega perché l’Italia ha visto giusto

L'inchiesta

Se il futuro dell’Europa passa dal Piano Mattei: Razza spiega perché l’Italia ha visto giusto

Un testo decisamente politico, dove il pronome «noi» fa più volte capolino con ampia generosità d’uso. E va bene così, perché l’obiettivo dichiarato non è quello di consegnare al pubblico un trattato di geopolitica, semmai di decriptare un’iniziativa di vasta portata che potrebbe cambiare le sorti di un intero continente

Libri - di Fernando Massimo Adonia - 21 Settembre 2025 alle 07:00

È più che probabile che il Piano Mattei passerà alla storia come il programma che ha permesso davvero al continente europeo di avvicinarsi all’Africa, di compiere un proficuo pezzo di strada insieme e di ridurre una distanza in nome di una concreta esigenza energetica. Anzi, sicuramente. E, se ciò avverrà, sarà merito esclusivo dell’Italia. Ne è convinto Ruggero Razza, europarlamentare di FdI che si occupa di Maghreb e con alle spalle un’esperienza amministrativa resa difficilissima dall’insorgere della pandemia da Covid. In quella fase inedita, infatti, è stato a capo dell’assessorato alla Salute della Regione siciliana: in prima linea, cioè. Due angoli di visuale che gli consentono di analizzare con scrupolo quanto il governo ha previsto in funzione della rinnovata centralità del Mare Nostrum in uno scacchiera globale sempre più in fibrillazione.

Ecco, infatti, Il Piano Mattei. Come Giorgia Meloni ha riportato l’Europa nel Mediterraneo globale, edito da Bonfirraro. Un testo decisamente politico, dove il pronome «noi» fa più volte capolino con ampia generosità d’uso. E va bene così, perché l’obiettivo dichiarato non è quello di consegnare al pubblico un trattato di geopolitica, semmai di decriptare un’iniziativa di vasta portata che potrebbe cambiare le sorti di un intero continente, quello africano, entrato ultimamente tra gli obiettivi di russi, turchi e cinesi. L’Esecutivo, insomma, ha posto in essere un’iniziativa ambiziosa, che molti osservatori però non hanno compreso fino in fondo, perché convinti che Africa sia sinonimo di politiche migratorie da affidare esclusivamente alle Ong. E Razza la spiega con dovizia di particolari entro una visione che guarda necessariamente in avanti.

Il Mediterraneo, che per secoli è stato scrigno di memorie e di conflitti, può diventare oggi la cerniera di una macro-area che unisce Europa e Africa, fino a spingersi idealmente verso l’India. Uno spazio fondamentale sul piano energetico, commerciale e infrastrutturale – ma anche sociale, culturale e religioso – che l’Italia ha riportato al centro dell’attenzione dell’Unione Europea.  Il libro di Razza si inserisce proprio in questa cornice, ricordando perché il piano è dedicato al «leader» dell’Eni che aveva sognato la sovranità energetica italiana in un contesto libero da incrostazioni coloniali. Come sappiamo, Enrico Mattei perse la vita in un tragico e misterioso incidente aereo il 27 ottobre 1962, dopo essere decollato da Catania. La sua lezione, però, non è venuta meno con la sua drammatica uscita di scena. L’invasione dell’Ucraina e le nuove tensioni tra il Sud globale e l’Occidente hanno imposto all’Italia di recuperare quella medesima visione e renderla operativa.

Il Piano Mattei voluto dalla premier Meloni è stato costruito un tassello alla volta, dentro una fitta rete di relazioni internazionali. Uno sforzo che meritava di essere raccontato con chiarezza, diluendo i tecnicismi e rendendo accessibili passaggi altrimenti oscuri ai non addetti ai lavori. Il libro di Razza assolve questa funzione tutt’altro che scontata, offrendo una chiave di lettura preziosa.

Comprendere che il programma con cui l’Italia vuole prendere per mano il Nord Africa sia articolato in sei punti – istruzione e formazione, agricoltura, salute, energia, acqua, infrastrutture fisiche e digitali – è già un primo passo decisivo. Poi c’è dell’altro. Perché serve una solida visione politica per scorgere le linee di continuità tra il Piano Mattei, la ZES unica, il Global Gateway e l’imminente Patto per il Mediterraneo.  C’è una coerenza di fondo, insomma. Non a caso – ricorda Razza – l’intero piano era già presente nel programma di governo del centrodestra. Una «promessa mantenuta» tradotta in atti concreti con una dotazione iniziale di circa 5,5 miliardi di euro.

Il Piano Mattei – scrive Razza – «è un viaggio: il suo successo dipenderà dalla capacità di renderlo un progetto europeo stabile e di coinvolgere il sistema delle imprese, capace di generare un importante effetto moltiplicativo sugli investimenti pubblici previsti». E conclude: «L’Europa farebbe bene ad approfittarne, accogliendo l’opportunità offerta da Roma di scrivere un futuro diverso nel Mediterraneo. Per se stessa e per i propri figli».

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Fernando Massimo Adonia - 21 Settembre 2025