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«Charlie Kirk è un eroe: la libertà di parola è un atto rivoluzionario. La sinistra? Non esiste più»: parla Marco Rizzo

L'intervista

«Charlie Kirk è un eroe: la libertà di parola è un atto rivoluzionario. La sinistra? Non esiste più»: parla Marco Rizzo

Il leader di Democrazia Sovrana Popolare avverte che «un giovane disposto a parlare alla sua generazione va rispettato». E, sullo stato di salute della sinistra, racconta un che fine ha fatto la sede del Pci in cui è cresciuto

Politica - di Gabriele Caramelli - 19 Settembre 2025 alle 15:36

Per Marco Rizzo, Charlie Kirk è “un eroe”. “Un giovane disposto a parlare alla sua generazione va rispettato”, ha chiarito parlando con il Secolo. Per il leader di Democrazia Sovrana Popolare, che oggi è stato tra gli ospiti di Fenix, la festa di Gioventù Nazionale in corso a Roma, inoltre, il politicamente corretto è un problema “perché viene acclamato dalla gente che sostiene la balla del cambiamento climatico, tanto per fare un esempio”. Ma Donald Trump, aggiunge, “sta per smantellare il centro di comando woke in Occidente”. “La libertà di espressione un concetto rivoluzionario. Io ho litigato con i miei segretari di partito, ma non ho mai perso. Semmai ho pareggiato”, ha aggiunto.

Per lei Charlie Kirk è un eroe?

Sì, è un eroe. E tengo a precisare che un giovane disposto a parlare alla sua generazione va rispettato. Quando ci sono attentati di questo tipo e viene fuori che l’assassino è un pazzo, vuol dire che il complotto è molto più ampio. Io sono convinto che il killer di Charlie Kirk sia stato voluto da uno Stato profondo. Si tratta di un segnale contro la politica applicata oggi dalla Casa Bianca. In questi ultimi tempi sono successe molte cose strane: a luglio del 2024 hanno sparato a Donald Trump e nello stesso anno anche al presidente slovacco Robert Fico. Credere che questi non siano atti intimidatori, vuol dire non avere la contezza di ciò che sta succedendo.

Perché il politicamente corretto è un problema?

Perché viene acclamato da chi sostiene la balla del cambiamento climatico, tanto per fare un esempio. Queste persone sono collegate alla politica woke, che è un centro di comando parallelo del mondo occidentale. Ma adesso sta per essere smantellato proprio dal presidente Trump e questo è un dato molto importante.

La sinistra esiste ancora?

No, non esiste più. La sinistra che ho conosciuto io era quella di Enrico Berlinguer davanti ai cancelli della Fiat, che si mobilitava insieme agli operai. Questa “sinistra” è globalista e neoliberista, sta con la Nato e l’Unione europea. La sede del Partito comunista di Torino, dove sono cresciuto, era in via Chiesa della Salute. Oggi al suo posto c’è l’Unicredit.

La libertà di espressione è diventata un atto rivoluzionario?

Sì, ma in fin dei conti io sono sempre stato un rivoluzionario. Ho litigato con tutti quelli che erano i miei segretari, da Achille Occhetto fino a Fausto Bertinotti, passando per Sergio Garavilli e Oliviero Diliberto. In poche parole, non sono mai stato disposto ad abbassare la testa. E quando litighi con il segretario del tuo partito perdi il posto. Invece io non ho mai perso, semmai ho pareggiato.

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di Gabriele Caramelli - 19 Settembre 2025