
Il personaggio
Fefè De Giorgi, l’anti Velasco che ha battuto tutti i record della pallavolo: ritratto della sobrietà
Cinque mondiali vinti per l'allenatore della nazionale che è del tutto antitetico al suo maestro argentino: riservato e sobrio, ora insegue l'oro olimpico
Nessuno come lui. Cinque mondiali vinti, tre da giocatore e due da allenatore. Fefè De Giorgi, “l’alzatore” straordinario dei tempi di Julio Velasco, ha una connotazione chiara e precisa: è l’antitesi caratteriale del suo mentore argentino, con il quale ha condiviso un’infinità di successi.
Fefè, sobrio e discreto
64 anni, Ferdinando De Giorgi detto Fefè, era il palleggiatore di quell’Italia che svoltò con l’oro inaspettato agli europei di Stoccolma. E che poi vinse due mondiali, altri europei e trofei , l’argento olimpico (mancando l’oro come unico obiettivo non raggiunto). La nazionale di Bernardi e Lucchetta. E anche di Fefè, il regista di quel meccanismo perfetto.
Sobrio e discreto, umile e riservato, antitetico al carisma del suo maestro, Fefè è l’artigiano del volley, cosi come Julio è, per tanti versi, il liutaio.
Nel giugno 2021 viene ufficializzata la sua nomina a commissario tecnico della nazionale maschile italiana, subentrando a Gianlorenzo Blengini una volta terminato il torneo olimpico di Tokyo 2020. Chiamato a gestire un profondo ricambio generazionale, già nel settembre dello stesso anno riporta l’Italia a vincere il campionato europeo, a sedici anni dalla precedente affermazione, mentre l’anno seguente si aggiudica il campionato mondiale. Successo bissato ieri proprio contro Blengini, con l’ingresso solitario nel guinness dei primati.
L’antidivo
Così come Julio Velasco è divo, empatico, narciso e latino, Fefè sembra portare dentro le sue origini abruzzesi. Riservato, quasi imbarazzato dinanzi all’eco dei suoi successi, un antidivo che fa da contraltare all’appariscenza del suo maestro, al quale è rimasto molto legato.
L’unico obiettivo rimasto: l’oro olimpico
Il cruccio di Fefè è quello di tutto il volley italiano, che è tra i più prestigiosi del mondo per trofei: l’oro olimpico. Quello che la generazione dei fenomeni mancò a Barcellona, uscendo ai quarti di finale forse per la troppa supponenza, e quattro anni dopo ad Atlanta perdendo in finale. Cerano tutti e due, Fefè e Julio, a piangere per quell’oro mancato. Che manca incredibilmente in una bacheca prestigiosa. L’ultima missione dell’artigiano di Squinzano.
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