
L'intervista all'imprenditrice
Cristina Seymandi, dal video scandalo alla discesa in campo con Librandi: pronta a fare la sindaca di Torino
Se si cerca il nome di Cristina Seymandi sui motori di ricerca il riferimento principale è uno solo: quello al video scandalo dell’estate scorsa in cui il suo fidanzato la accusa pubblicamente di tradimento nel corso di una festa evento diventata il tema di conversazione principale nelle chiacchiere da ombrellone tra luglio e settembre 2024.
Oggi Cristina Seymandi riappare alla ribalta, dopo una serie di strascichi giudiziari che l’hanno vista ottenere soddisfazione nei confronti di chi l’aveva diffamata e offesa, annunciando una discesa in campo in vista delle elezioni a sindaco di Torino.
Ad affiancarla ci sarebbe un gruppo di 40 associazioni con cui sta lavorando «sulle priorità delle città. Quindi non lasciare nessuno escluso. Penso ai giovani, alle donne, agli anziani». Sebbene lei sia iscritta al partito L’Italia C’è di Gianfranco Librandi – recentemente entrato in Forza Italia ha annunciato che si posizionerà al centro. «Chi avrà contenuti condivisi con noi, starà con noi», ha spiegato la Seymandi lasciando quindi la porta aperta a tutti i partiti.
Come è finita tra Massimo Segre e Cristina Seymandi
Per adesso il suo movimento non ha ancora un nome: «Lo chiamerei progetto collettivo condiviso. Per ora», ha detto al quotidiano torinese. Cristina Seymandi ha poi parlato dei suoi anni nella giunta Appendino: «Per quattro anni ho svolto un lavoro tecnico nella sua giunta. Riconosco al M5S di avermi dato la possibilità di lavorare al mio progetto sulle periferie. Non nascondo però l’amarezza per come mi hanno trattata, venendomi contro per questioni personali e di visibilità».
Sul fronte della querelle tra l’imprenditore Massimo Segre la sua ex fidanzata, il giudice delle indagini preliminari di Torino Lucia Minutella ha dato ragione a Cristina Seymandi. Che si opponeva alla richiesta di archiviazione per i commenti che la appellavano con epiteti volgari dopo il filmato in cui il suo ex fidanzato annunciava la rottura del fidanzamento per i suoi presunti tradimenti.
«Si sostanziano in concetti rivolti in modo esclusivo al genere femminile. Le successive minacce sono rivolte non più solo nei confronti di Seymandi, ma di tutte le donne», ha scritto la Gip. Perché si tratta di fenomeni che sono «forme di manifestazione del più ampio concetto di violenza sulle donne».