
La trattativa in Alaska
Trump-Putin, non c’è l’accordo sull’Ucraina ma “abbiamo fatto grandi progressi”
“Nessun accordo definitivo ma grandi progressi, ho preso atto della volontà di Vladimir di mettere fine alla guerra, mi ha fatto piacere sentirgli dire che senza di me non sarebbe iniziata”. Dopo tre ore di colloqui, nella notte il presidente Usa Donald Trump tira le somme del vertice con Putin, in chiaroscuro. “Progressi, ora tocca all’Europa”, sintetizza, nelle prossime settimane “valuterò eventuali sanzioni alla Russia”.
“Spero che l’intesa di oggi apra la strada alla pace in Ucraina”, ha detto Vladimir Putin durante la conferenza stampa. “Con gli Usa in passato abbiamo sconfitto nemici comuni”.
Una stretta di mano storica aveva aperto il summit in Alaska, una stretta di mano l’ha chiusa, chissà quanto foriera di accordi davvero utili a tutti, Ucraina compresa. Di sicuro, come previsto, il presidente americano Donald Trump ha accolto l’omologo russo Vladimir Putin appena dopo l’atterraggio presso la base militare congiunta Elmendorf-Richardson, ad Anchorage con grande cortesia.
Trump e Putin, stretta di mano e sorrisi
I due leader si sono stretti la mano e hanno scambiato qualche parola, apparendo entrambi sorridenti. Dopo aver percorso insieme il tappeto rosso della Joint Base Elmendorf-Richardson si sono messi in posa davanti alla scritta ‘Alaska 2025’. Alle loro spalle un fondale blu riportava la scritta “Pursuing Peace” (“perseguire la pace”). Putin non ha risposto ai giornalisti che tentavano di fargli una domanda sulle possibilità di raggiungere un cessate il fuoco durante l’incontro con Trump. I due presidenti poi hanno lasciato l’aeroporto nella macchina della presidente Usa sopranominata ‘The Beast’. I presidenti russo e statunitense hanno avuto una breve conversazione, dopo essersi stretti la mano. Poi sono entrati in auto, mentre davanti alle due portiere si stagliavano gli uomini della sicurezza. Il gesto è stato interpretato dalla tv russa come un chiaro segnale di distensione e desiderio di parlarsi. L’auto del presidente americano è chiamata the Beast (la Bestia). Quella di Putin la Aurus (di fabbricazione russa nonostante la passata passione del leader del Cremlino per le auto tedesche) era arrivata con anticipo alla base a servizio del leader di Mosca, ma per ora non è stata evidentemente utilizzata
La scelta di farsi accompagnare da Putin nel veicolo presidenziale, è una mossa insolita per un presidente americano. Già nel 2018 il tycoon aveva espresso il desiderio di ospitare il dittatore nordcoreano Kim Jong Un sulla sua auto, ma i consiglieri lo avevano convinto a rinunciare. Inoltre, diversi media americano riportano l’assenza di interpreti a bordo del “Beast”, a differenza di quanto avverrà durante gli incontri. Putin sa comunque parlare inglese a un buon livello – scrive il New York Times – e i due saranno stati probabilmente in grado di scambiarsi qualche battuta nei dieci minuti di tragitto prima di passare alle formalità.
Donald Trump e Vladimir Putin hanno poi dato inizio al loro incontro in Alaska. Lo ha reso noto Sky News, confermando che il segretario di Stato americano Marco Rubio e l’inviato Steve Witkoff sono seduti accanto a Trump, mentre il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il consigliere Yuri Ushakov affiancano Putin. Un gruppo di manifestanti ha srotolato striscioni blu e gialli con la scritta ‘Restiamo accanto all’Ucraina’ fuori dalla base Elmendorf-Richardson dove Donald Trump e Vladimir Putin hanno iniziato il vertice.