
Il grido da Olbia
“Sventolare una bandiera non basta”: Salmo al concerto di Olbia dà una legnata agli artisti militanti (video)
Il rapper sardo rompe gli schemi e sferza contro i moralisti da palco: "Loro sì che riusciranno a risolvere tutti i problemi, tra una sfilata di Gucci e uno spot per McDonald"
Ci voleva Salmo. Rapper, cantautore, produttore, figlio della Sardegna. Uno che non deve rendere conto a redazioni compiacenti né ai tribunali del giusto, ma soltanto alla propria coscienza. «Faccio come mi pare. Non mi piego», canta nel suo ultimo singolo dal titolo emblematico SINCERO. E sincero lo è stato davvero, quando dal palco del Red Valley Festival, a Olbia, ha scoperchiato con sarcasmo l’ipocrisia di una scena musicale che ha scambiato la militanza sinistra per coreografia.
La stoccata di Salmo contro gli artisti militati
«Per fortuna ci sono gli artisti che, sventolando una bandiera, riusciranno a risolvere tutti i problemi, tra una sfilata di Gucci e uno spot per McDonald». È bastata questa frase per fare a pezzi la recita di colleghi abituati a indossare il drappo palestinese come un accessorio, per poi tornare senza imbarazzo alle proprie vite patinate e ai brindisi nei loft milanesi. Da Elodie a Mengoni, da Gaia a Ghali il copione era sempre lo stesso: tutti in fila a interpretare il martire da palcoscenico, salvo poi dimenticarsene il giorno dopo.
https://www.tiktok.com/@_ilcurdo_/video/7539463070234561814?q=SALMO&t=1755520918719
La guerra ridotta a scenografia
La tragedia trasformata in brand, la guerra piegata a sponsor, il dolore ridotto a cornice estetica. È la militanza che non costa nulla: non si perdono tournée, non saltano ingaggi, non si rinuncia a privilegi. Basta indossare il vessillo per rendersi presentabili nei salotti che contano. Nessuno di questi artisti mette davvero in gioco qualcosa: il loro impegno finisce esattamente dove comincia il contratto pubblicitario.
Un monologo tagliente
Salmo invece ha scelto un’altra strada. Con ironia tagliente, ha elencato la lista delle assurdità estive: «le spiagge vuote, nessun tormentone estivo, le zanzare che vogliono ucciderci», fino al dissing tra Tony Effe e Fedez che «fa più notizia di Donald Trump e Putin». Ma la cosa peggiore, «la cosa peggiore di tutte, è che è morto Pippo Baudo. Che estate di m***a». Una provocazione, certo, ma anche una rottura con la retorica prêt-à-porter a cui ci hanno abituati. Forse almeno un artista ha capito che chi sta sotto il palco riconosce al volo la differenza tra chi recita e chi canta.