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Samuele Nisi

Nell'agrigentino

“Inneggia alla mafia e disprezza lo Stato”, sindaco siciliano annulla il concerto del rapper

Nei testi di Samuele Nisi omaggi ad alcuni clan e critiche alle forze dell'ordine. Un fenomeno in crescita che mira solo a creare pubblicità e like sui social

Cronaca - di Gianni Giorgi - 18 Agosto 2025 alle 20:02

Non è persona gradita, inneggia alla criminalità, ho già contattato l’associazione ed è stato subito congedato”. Milco Dalacchi, sindaco di Naro, in provincia di Agrigento, non usa mezzi termini. Il rapper Samuele Nisi non potrà esibirsi per il tenore delle sue canzoni. E scoppia la polemica.

Il rapper Nisi e il concerto annullato

In una nota diffusa dagli organizzatori si legge che la scelta di annullare il concerto è maturata “dopo avere riscontrato che i testi delle canzoni dell’artista inneggiavano contro lo Stato, contro le forze armate e la magistratura”.

L’omaggio alla mafia

Samuele Nisi ha 18 anni. Uno dei suoi ultimi video è comparso su Youtube alla fine di aprile. Nel brano si parla di soldi facili, omertà, vita criminale, disprezzo dello Stato, della magistratura e delle forze dell’ordine. Canzone e video non sono altro che un omaggio a una delle famiglie criminali più importanti di Latina, i Di Silvio. “Il concerto era stato organizzato da un’associazione che si occupa di accoglienza di minori non accompagnati – spiega il sindaco – Per noi dell’amministrazione comunale doveva essere la serata della Discoteca sotto le stelle. È a questo evento che abbiamo dato il patrocinio. Questo concerto non è stato certamente organizzato dal Comune. Io ho 60 anni, non so nemmeno chi sia questo cantante – chiarisce Dalacchi – Appena sono stato informato ho contattato l’associazione e questa persona è stata già congedata”

Si fanno pubblicità inneggiando alla mafia

Samuele Nisi è solo l’ultimo caso di un elenco infinito di rapper e cantanti neomelodici che, pur di farsi notare, inneggiano alla mafia, oppure alla violenza sessuale, disprezzano lo Stato, difendono latitanti e detenuti al regime del 41 bis. Difficile immaginare che queste non siano trovate per farsi pubblicità e far parlare di sé. E, come in quest’ultimo caso, alla fine ci riescono perfettamente, uscendo dall’anonimato. Catturando quei like sui social che è l’unica cosa che per loro conta davvero. 

 

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di Gianni Giorgi - 18 Agosto 2025