Mafia, rimosso su Tik Tok l’account anonimo che attaccava i pentiti pugliesi: video e insulti ai collaboratori di giustizia

31 Ago 2024 15:22 - di Antonio Nicolò
mafia

E’ stato rimosso dalla rete il profilo TikTok “Pentiti brindisini” con circa 50 video visibili, accompagnati da musica di cantanti neo melodici, quasi 2.500 mi piace” e 1.600 seguaci. Il profilo attaccava i collaboratori di giustizia pugliesi e la sua rimozione era stata chiesta da Libera, l’associazione che da anni contrasta le mafie.

Libera: “Più attenzione dai social sull’argomento mafia”

“Dopo alcuni omicidi e sparatorie, dopo le diverse minacce e intimidazioni, persino all’indirizzo di esponenti della magistratura e delle forze dell’ordine, una notizia simile è ulteriore dimostrazione di quanto la Sacra Corona Unita – scrive Libera – sia attiva anche sui canali di comunicazione sociale e di come li utilizzi sempre più per diffondere violenza, omertà e prepotenza”.

“Infatti,-continua l’associazione- nonostante i numerosi arresti e gli importanti processi operati contro essa dagli anni ’90 ad oggi, la mafia del brindisino torna a mettersi in mostra, a minacciare e purtroppo continua ad avere un seguito, tanto che la pagina social, prima che fosse chiusa, aveva vari commenti e alcune migliaia di ‘mi piace’ e followers”.

Per Libera, “l’azione repressiva, seppur continuativa, importante e indispensabile, non risulta sufficiente a sradicare la Sacra Corona Unita”.

“Pertanto, è necessario approfondire-conclude Libera- collettivamente la complessità dei fenomeni mafiosi e corruttivi, la loro infiltrazione e permanenza nel tessuto sociale, culturale ed economico e porre attenzione al consenso sociale che le mafie ricercano e di cui ancora godono”.

Migliaia di like e neomelodici che insultavano i pentiti

Il profilo apparso su Tik Tok, dal nome, “Pentiti brindisini”, aveva avuto migliaia di like e di mi piace. Al suo interno comparivano diversi video con cantanti neomelodici pronti ad insultare, facendone i nomi, i collaboratori di giustizia che sono risultati determinanti, con le loro dichiarazioni, per diverse operazioni svolte dalla direzione distrettuale antimafia.

Il rapporto tra i social e “simpatizzanti” delle mafie non è una questione nuova, tra esibizioni e inni ad alcuni spietati boss e insulti ai collaboratori di giustizia.

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