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Bere tanto alcol in poche ore: il “binge drinking” è la moda dannosa diffusa tra i giovani. Parla un esperto

Coma etilico e altri rischi

Bere tanto alcol in poche ore: il “binge drinking” è la moda dannosa diffusa tra i giovani. Parla un esperto

Cronaca - di Gabriele Caramelli - 12 Agosto 2025 alle 21:36

Bere tanto alcol in poche ore è un’abitudine molto in voga e pericolosa tra i giovani, che ha preso il nome di “Binge drinking” (abbuffata di alcolici ndr). Questa assunzione avviene soprattutto nel weekend, anche tra i giovanissimi di 13 anni. Si tratta, secondo presidente della Società italiana di Alcologia Gianni Testino, di «ragazze e ragazzi che se non bevono non identificano la serata con il divertimento, non sapendo che così mettono a rischio la loro salute per il resto della vita. A pagarne le conseguenze soprattutto fegato e cervello».

L’esperto, intervistato dall’Adnkronos, è intervenuto a proposito dei dieci adolescenti, tutti tra i 13 e i 16 anni, finiti in coma etilico durante una serata di festeggiamenti a Vasto Marina per la “Notte rosa”. I giovani sono stati trasferiti all’ospedale San Pio, dove i medici sono riusciti a salvarli con una terapia d’urgenza. Poi c’è il caso di una 13enne che è stato protagonista di un episodio simile a marina di Torchiarolo, nel brindisino, che è stata ritrovata priva di sensi e soccorsa. Forse aveva partecipato a una festa in spiaggia a base di alcol.

I giovani bevono tanto alcol in poche ore: la moda del “binge drinking”

Il presidente della Sia ritiene che sul consumo di alcolici «preoccupano due fattori: la giovane età e il cattivo esempio dei genitori». Peraltro i ragazzi coinvolti in queste pratiche «sono tutti minorenni, e su questo la legge parla chiaro: non si possono vendere né distribuire alcolici ai ragazzi che non abbiano raggiunto la maggiore età». Inoltre, «mi chiedo cosa facciano i genitori, oltre a parlare tanto ‘non fare quello’, ‘stai attento a questo’, perché di fatto danno un pessimo esempio ai loro figli» che con la moda del ‘binge drinking «rischiano tanto, non avendo ancora maturato quei meccanismi, soprattutto del fegato, per poter eliminare gli effetti dell’alcol».

In seguito, Testino ha evidenziato che una persona «adulta e sana per ‘smaltire’ un bicchiere di vino piuttosto che un boccale di birra o un aperitivo alcolico da 40 ml impiega 90 minuti». I ragazzi, invece, hanno bisogno «di almeno tre ore. E visto che bevono molto di più di un bicchiere di vino in una serata, occorre essere chiari: il consumo di due unità alcoliche può portare a intossicazione, con effetti negativi sul cervello e sul sistema nervoso». Per giunta, «l’alcol interferisce con la comunicazione tra le cellule cerebrali, compromettendo varie funzioni come il ragionamento, la coordinazione e il controllo dell’umore. In alcuni casi, possono verificarsi blackout e difficoltà di parola. Per recuperare ai danni alle sinapsi hanno bisogno di almeno 10 mesi di totale astensione dall’alcol».

Anche smettendo di bere il recupero non è assicurato

Anche smettendo di bere per un lasso di tempo molto lungo, «il recupero (nei giovani ndr) non è mai totale». «Rimangono danni che si accumulano nel tempo – ha avvertito Testino – si va dalla riduzione della memoria ad una minore performance psico-fisica, fino all’incapacità di formulare pensieri importanti. Se poi all’alcol aggiungono il consumo di cannabis e altre droghe, il quadro peggiora ulteriormente. L’aggressività dei nostri giovani è figlia di questo fenomeno».

A quanto pare, gli under 18 «dal lunedì al giovedì non bevono. Ma nel fine settimana assumono 6 unità alcoliche in un’unica occasione di consumo in breve tempo». A quel punto c’è il rischio di «coma etilico che comporta l’ibernazione della capacità di ragionare a causa di un’infiammazione elevatissima del cervello, che si estingue, ma non in modo totale, dopo 10 mesi di rigida astensione alcolica».

 

 

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di Gabriele Caramelli - 12 Agosto 2025