
A Roma
Resti umani in un padiglione del San Camillo: nel palazzo di fronte c’era la prigione di Emanuela Orlandi?
Macabro ritrovamento ieri, all’ospedale San Camillo di Roma. Resti di ossa umane sono state trovate tra i rifiuti all’interno del padiglione Monaldi, attualmente dismesso e in cui sono in corso lavori di ristrutturazione. A trovarlo è stato un operaio della ditta, incaricata dei lavori tra i rifiuti recuperati al piano terra nel vano di uno degli ascensori. Sul posto, insieme al medico legale, sono intervenuti i carabinieri della stazione Monteverde Nuovo, che hanno sequestrato l’area, e i colleghi della sezione rilievi del nucleo investigativo di via in Selci.
Il ritrovamento dei resti umani e gli esami sul Dna per le verifiche su Emanuela Orlandi
A dare l’allarme è stato un operaio della ditta incaricata dei lavori. L’uomo ha notato tra i rifiuti recuperati al piano terra, nel vano di uno degli ascensori, dei resti di ossa umane – che parrebbero datate – in un cumulo di rifiuti di vario genere. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione Monteverde con i colleghi della sezione rilievi del Nucleo investigativo di via in Selci e il medico legale. Il padiglione è di fronte, a pochi passi, dal luogo della possibile prigionia di Emanuela Orlandi, nella versione data da Sabrina Minardi, all’epoca amante di Enrico De Pedis, il boss della banda della Magliana che avrebbe gestito il rapimento, la detenzione e l’uccisione della figlia di un funzionario vaticano, sequestrata per ricattare la Santa Sede dopo l’attentato fallito al Papa. Una verifica sul Dna sarà fatta in questa direzione.
Intanto proseguono le audizioni davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori. “Si è fermata una macchina scura, con due persone dentro”, ha detto ieri Paola Giordani, amica della comitiva di Azione Cattolica frequentata da Emanuela Orlandi, ascoltata su un episodio avvenuto “pochi giorni prima” della scomparsa della cittadina vaticana, mentre insieme erano di ritorno dal mare “in via dei Corridori” a Roma, e una delle due persone a bordo della vettura “ha tirato fuori il braccio e ha toccato Emanuela al braccio e ha detto: ‘Eccola è questa!'”. “Emanuela – ha spiegato Paola Giordani – fu presa per il braccio, poi lei si è divincolata”. Tuttavia l’allora amica della comitiva ha spiegato che lì per lì si misero a “ridere: non abbiamo dato peso più di tanto” alla cosa. Questo episodio fu collegato alla scomparsa di Emanuela solo “dopo un po’ di tempo”, ha riferito Giordani.