
Radicalizzazione online
Perquisizioni anti-terrorismo in tutta Italia sui minorenni “jihadisti”. Piantedosi: “Sono ragazzi disorientati”
La Polizia di Stato ha portato a termine 22 perquisizioni anti-terrorismo in diverse città italiane, da nord a sud, nei confronti di ragazzi giovanissimi appartenenti ad aree estremiste. Nelle operazioni sono stati coinvolti ragazzi da i 14 ai 17 anni, oltre a un minore di 13 anni. Nel corso dell’operazione sono stati scoperti ragazzi che avevano in casa pistole giocattolo, effigi e divise che rimandavano a ideologie suprematiste e che sui social condividevano video riconducibili alla galassia jihadista. A seguito delle ispezioni, sono stati sequestrati anche dispositivi telefonici e informatici.
Tra i tanti oggetti in possesso dei giovani, anche alcune componenti per la realizzazione di molotov e un bilancino per la pesa di polvere da sparo. Per quanto riguarda l’area dell’estrema sinistra, di Bologna sono stati perquisiti dalle forze dell’ordine altri due ragazzi, che avrebbero danneggiato con armi improprie telecamere, vetrine di esercizi commerciali e banche durante un corteo nel capoluogo emiliano, per protestare contro i Carabinieri intervenuti nell’inseguimento finito con la morte del 19enne Rami Elgaml a Milano.
Perqusizioni anti-terrorismo in tutta Italia sui minori radicalizzati
Un 17enne in provincia di Ravenna, perquisito a seguito delle indagini, aveva connessioni con spazi web riconducibili alla propaganda jihadista, tra cui l’“Al-Raud Media Archive”. Quest’ultimo sito è riconducibile all’Islamic State, dove è possibile consultare materiale jihadista proveniente dai canali mediatici del Califfato come la rivista Al Naba, la fondazione mediatica Al-Furqan e la radio Al-Bayan. Altri ragazzi, invece, hanno pubblicato su Telegram messaggi che inneggiavano alla discriminazione e all’odio antisemita. Un altro 17enne è stato sottoposto alla perquisizione degli agenti perché ritenuto appartenente a un gruppo Whatsapp in cui venivano condivisi contenuti sull’estremismo islamico e sull’ideologia nazifascista.
Piantedosi: “La radicalizzazione online non è solo una minaccia alla sicurezza”
“La radicalizzazione online non è solo una minaccia alla sicurezza, ma una sfida culturale profonda”, ha scritto su X il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, allegando la loncandina delle operazioni portate a termine dalle forze dell’ordine. “Non parliamo di giovani criminali – ha sottolineato – ma di ragazzi disorientati, che nel web cercano ciò che la società ha smesso di offrire: senso, identità, ascolto”. Poi ha aggiunto: “Serve sì fermezza, ma soprattutto un cambio di passo educativo e relazionale. Dobbiamo saper costruire un’alternativa concreta, capace di riportare i giovani alla vita reale: una vita fatta di legami autentici, emozioni vere e presenze significative“.