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Il fondamentalismo islamico e le pratiche violente che spaventano l’Italia: dalle molestie alla celebrazione dei martiri

L'invasione degli integralisti

Il fondamentalismo islamico e le pratiche violente che spaventano l’Italia: dalle molestie alla celebrazione dei martiri

Cronaca - di Gabriele Caramelli - 27 Luglio 2025 alle 07:00

Il fondamentalismo islamico continua a spaventare l’Europa. Anche l’Italia, che negli anni ha accolto diversi migranti dal Medio oriente, deve fare i conti con le forme di radicalizzazione che spesso creano gravi danni al tessuto sociale e della sicurezza interna. Qualche settimana fa Silvia Sardone e Anna Maria Cisint, eurodeputate per la Lega, hanno organizzato un presidio davanti al centro culturale milanese e musulmano “Imam Ali”, per denunciare la presenza di moschee irregolari sul territorio. Lo scopo dell’azione è anche stato quello di denunciare l’apologia del generale iraniano e islamista Qassem Soleimani, ucciso da un attacco missilistico americano il 3 gennaio 2020.

Ma i pericoli dovuti ai proseliti dei seguaci islamisti non finiscono qui: nella notte tra il 32 dicembre 2024 e il 1 gennaio 2025, alcuni ragazzi e ragazze belgi sono stati molestati sessualmente in piazza del Duomo da 30-40 uomini: questa pratica è nota nel mondo arabo come Taharrush Gamea e venne utilizzata per la prima volta in Egitto nel 2005 dalle forze dell’ordine contro le donne che protestavano a Piazza Tahrir contro il presidente Hosni Mubarak. E ancora due settimane fa, in stazione centrale, i fedeli musulmani si sono riversati nella piazza per autoflagellarsi in nome del rituale “Ashura”, per celebrare l’Imam Husayn, nipote del profeta Maometto. In quell’occasione, le donne e i bambini sono stati rinchiusi in una recinzione, lontani dagli uomini. Un gesto che la dice lunga sulla scarsa considerazione che gli integralisti musulmani nutrono verso la figura femminile.

Il fondamentalismo islamico spaventa l’Italia: il proselitismo sui bambini

Lo scorso maggio, alcuni bambini dell’asilo parrocchiale nel piccolo comune di Ponte Priula, nel trevigiano, sono stati portati in gita nella vicina Moschea dalle maestre. Le foto, pubblicate sul profilo Facebook dell’asilo parrocchiale, hanno destato sconcerto negli utenti dei social. Sotto al post, nella sezione commenti, c’è chi ricorda l’importanza della scuola come un luogo culturale, lontano dall’indottrinamento ideologico e chi, invece, ha chiesto alla scuola di vergognarsi per quanto accaduto.

«Qui non si parla di educazione, ma di fondamentalismo bello e buono, con un Imam che non ha perso l’occasione di ”catechizzare” i giovani alunni», ha spiegato l’europarlamentare del Carroccio Cisint dopo essere venuta a conoscenza dell’episodio. «E il peggio è l’atteggiamento del corpo docente, che ha permesso tutto ciò – ha proseguito – chissà se hanno avuto il coraggio di chiedergli perché le donne debbano portare il velo integrale o sposarsi in tenera età. Scriverò al Sindaco e all’ufficio scolastico voglio sapere chi ha autorizzato questa follia e pretendere un controllo immediato su quella moschea».

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di Gabriele Caramelli - 27 Luglio 2025