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Le coop mettono in vendita la “Gaza cola” per sostenere i pro Pal. E l’indignazione diventa una macchietta…

L'iniziativa della sinistra

Le coop mettono in vendita la “Gaza cola” per sostenere i pro Pal. E l’indignazione diventa una macchietta…

Cronaca - di Gabriele Caramelli - 26 Giugno 2025 alle 14:06

La coop Alleanza 3.0, la catena di supermercati che vanta 350 punti vendita in Italia, ha tolto dagli scaffali alcuni prodotti israeliani per fare spazio alla nuova “Gaza cola”. I ricavati delle vendite serviranno, secondo Skytg24, a raccogliere i fondi per la popolazione palestinese perché «non si può rimanere indifferenti davanti alle violenze in corso nella Striscia di Gaza» e all’ostacolo degli aiuti umanitari. Un gesto nobile, se non fosse per il fatto che la Coca-cola è un prodotto americano e gli Usa sono tra i più grandi alleati dello Stato ebraico. Cambia il nome della bevanda, ma il gusto, il nome e la produzione rimangono quasi gli stessi. Intanto le arachidi, tahina prodotta in Israele e gli articoli Sodastream non saranno più in vendita secondo la scelta contraddittoria della cooperativa.

Gaza Cola, il supermercato che boicotta Israele con un prodotto americano

La decisione sulla Gaza cola è stata presa dopo un dossier che la commissione etica ha presentato al consiglio d’amministrazione della cooperativa lo scorso 21 giugno, oltre alle intenzioni di alcuni soci attivisti. Da qualche settimana la catena ha scelto di aderire alla campagna intitolata “Coop 4 refugees”, mettendo in vendita la Gaza cola, un progetto palestinese nato a Londra nel 2023. Nei fatti, il Regno Unito è uno dei migliori alleati di Israele, quindi anche in questo caso i presupposti per la contraddizione ci sono tutti. Se il progetto fosse nato in Spagna, che ha riconosciuto la Palestina come stato sovrano, allora la campagna avrebbe acquisito un filo di coerenza in più.

La coop e l’ostilità verso i prodotti israeliani

La cooperativa Alleanza 3.0 si è detta «da sempre e senza esitazione al fianco di tutte le forze (enti, istituzioni e associazioni) unite nel chiedere l’immediata cessazione delle operazioni militari” a Gaza. Punto di vista legittimo, ma c’era davvero bisogno di escludere i prodotti israeliani dal mercato? Come se la colpa della guerra tra Hamas e lo Stato ebraico fosse colpa dei consumatori e dei produttori ebraici di bevande e generi alimentari. Eppure, lo slogan della bibita è “il gusto della libertà“.

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di Gabriele Caramelli - 26 Giugno 2025