
Il regime trema
Israele colpisce di nuovo l’Iran e uccide il comandante dei Pasdaran: aveva finanziato e armato Hamas prima del 7 ottobre
I siti nucleare iraniani sono stati nuovamente presi di mira all'alba di oggi, un giorno dopo che Teheran ha detto che non avrebbe negoziato sotto attacco. Nessuna vittima, nessuna fuga di gas. Eliminato un leader della Forza Quds
Israele ha di nuovo colpito l’Iran. All’alba di oggi, il sito nucleare iraniano di Isfahan è stato preso di mira da un attacco da parte dell’esercito di Gerusalemme, secondo quanto riferito dall’agenzia iraniana Fars. Dalle autorità locali trapela che non ci sono state fughe di materiali pericolosi né vittime. «Abbiamo già ritardato la capacità dell’Iran di ottenere una bomba nucleare di almeno due o tre anni», ha dichiarato senza mezzi termini il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar. «Non ci fermeremo. Israele non consentirà all’Iran di diventare una nuova Corea del Nord», ha aggiunto.
Eliminato Saeed Izadi, regista dei finanziamenti a Hamas
Nel frattempo, Saeed Izadi, capo della Divisione palestinese all’interno della Forza Quds dei Pasdaran iraniani, è stato eliminato da un’operazione israeliana a Qom. «Ha finanziato e armato Hamas in preparazione del massacro del 7 ottobre», ha affermato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz. «Un grande successo per l’intelligence israeliana e per l’Aeronautica militare. Il lungo braccio di Israele raggiungerà tutti i suoi nemici», ha aggiunto.
Sempre Katz ha rivelato che nel giugno 2021, i vertici di Hamas avevano inviato una richiesta diretta a Esmail Qaani, comandante della Forza Quds, per ottenere 500 milioni di dollari destinati alla «distruzione dello Stato di Israele». «Izadi accettò, affermando che nonostante la crisi economica iraniana, la lotta contro Israele e gli Stati Uniti rappresentava la massima priorità del regime», ha sottolineato.
Attacco in Libano e nuove minacce su Tel Aviv
Nella notte, anche il Libano meridionale è stato teatro di un attacco israeliano: una nave della Marina ha colpito un’unità della Radwan Force, l’élite di Hezbollah, nella regione di Naqoura. «Il sito era utilizzato per pianificare attacchi terroristici contro cittadini israeliani e costituiva una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano», ha dichiarato l’Idf.
Le sirene d’allarme hanno risuonato anche in Israele: cinque missili balistici iraniani sono stati lanciati verso Tel Aviv. Nessuna vittima segnalata, ma l’aria resta tesa. Le immagini mostrano detriti infuocati sui tetti della città. La spirale degli attacchi incrociati prosegue dal 13 giugno, quando Israele ha deciso di colpire preventivamente, denunciando i piani nucleari iraniani.
Secondo fonti Usa, i bombardamenti israeliani avrebbero causato 639 vittime in Iran, tra cui esponenti militari e scienziati nucleari. In Israele si contano, finora, 24 vittime civili. Reuters precisa che non ha potuto verificare in modo indipendente questi numeri.
Diplomazia sotto pressione tra Istanbul, Ginevra e San Pietroburgo
A Istanbul, il ministro degli Esteri iraniano ha raggiunto i diplomatici della Lega araba per un vertice straordinario dell’Organizzazione per la cooperazione islamica. A Ginevra, Abbas Araghchi ha ribadito: «Non c’è spazio per negoziati con gli Stati Uniti finché proseguiranno le aggressioni israeliane».
Il presidente russo Vladimir Putin, dal Forum economico di San Pietroburgo, ha reso noto di aver chiesto a Netanyahu garanzie sulla sicurezza dei tecnici russi a Bushehr. «Abbiamo proposto alcune idee per un possibile accordo tra Iran e Israele», ha dichiarato Putin. «Il presidente Trump ha promesso di sostenere le nostre legittime richieste». Il Cremlino, pur preoccupato per gli sviluppi intorno agli impianti nucleari, si dichiara ancora vicino sia a Teheran sia a Israele.
Evacuazione degli italiani e pressing in sede Onu
In parallelo, la Farnesina continua a evacuare i connazionali da Iran e Israele. Un secondo convoglio, partito da Teheran, è giunto in Azerbaijan. Tra i passeggeri, anche una madre iraniana e il suo bambino di 18 mesi, legati a un medico italiano. Un volo charter partirà domenica da Sharm el Sheikh verso Verona. Si valutano ulteriori operazioni, anche via Armenia e Turchia.
Alla sede Onu, l’ambasciatore israeliano Danny Danon ha dichiarato che «Israele non interromperà i propri attacchi finché la minaccia nucleare iraniana non sarà smantellata». Dall’altra parte, il rappresentante iraniano Amir Saeid Iravani ha chiesto un’azione urgente del Consiglio di Sicurezza, temendo che anche Washington possa entrare in guerra.