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‘Cefalonia 1941: il primo lancio di guerra dei paracadutisti italiani’, un saggio che si legge come un romanzo

Il libro

‘Cefalonia 1941: il primo lancio di guerra dei paracadutisti italiani’, un saggio che si legge come un romanzo

Cultura - di Redazione - 30 Giugno 2025 alle 11:00

Un’opera storiografica che si legge come un romanzo bellico, dove non c’è nulla di inventato e nel quale per l’ennesima volta si documenta il valore dei nostri soldati durante la seconda guerra mondiale. Su queste basi si inquadra il libro “Cefalonia 1941. Il primo lancio di guerra dei paracadutisti italiani”, firmato da Federico Ciavattone, direttore del Centro Studi di Storia del Paracadutismo Militare Italiano e il generale Cristiano Maria Dechigi, già vicecomandante della Brigata Paracadutisti “Folgore”.

Un saggio scientifico che si inserisce come opera inaugurale nella nuova collana “Paracadutisti. Collana di Studi Storici”, patrocinata dall’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia. Il meritorio intento dichiarato della collana è quello di approfondire e divulgare la storia del paracadutismo militare italiano, offrendo nuovi contributi scientifici alla storiografia militare nazionale. Un intento pienamente riuscito, a giudicare dal suo primo volume.

Il libro di Ciavattone e Dechigi si concentra su un episodio poco noto ma di grande rilevanza: il primo lancio operativo dei paracadutisti italiani sull’isola di Cefalonia, durante la seconda guerra mondiale. Gli autori affrontano il tema con un approccio rigoroso e documentato, inserendo l’evento nel più ampio contesto delle tensioni italo-greche e delle strategie militari che precedettero e accompagnarono la campagna di Grecia. L’analisi parte dall’interesse strategico dell’Italia per le Isole Ionie, motivato sia da ragioni storiche che geopolitiche, e si sofferma sulle complesse dinamiche tra gli alti comandi militari italiani, le difficoltà logistiche e le incertezze operative che caratterizzarono la pianificazione delle operazioni1.

Uno degli aspetti più apprezzabili del volume è la capacità di fondere la narrazione degli eventi con la ricostruzione delle decisioni politiche e militari, offrendo al lettore una visione d’insieme che va oltre la mera cronaca. La descrizione dei preparativi per l’occupazione delle isole, delle difficoltà incontrate – dal maltempo alla carenza di equipaggiamenti adeguati – e delle incertezze sulle reali intenzioni delle forze greche, restituisce il clima di tensione e improvvisazione che caratterizzò quella fase del conflitto.

Cefalonia 1941: il libro di Ciavattone e Dechigi

Particolarmente interessante è la parte dedicata alla nascita e all’addestramento dei primi reparti paracadutisti italiani, con un richiamo alle esperienze precedenti in Libia e alla figura del Colonnello Giuseppe Baudoin de Gillette, considerato il “padre” dei paracadutisti italiani. Gli autori sottolineano come, nonostante il ritardo accumulato rispetto ad altre potenze europee, l’Italia cercò di colmare il gap organizzando reparti d’élite e sperimentando nuove tattiche di avio-sbarco, sebbene spesso ostacolate da rivalità tra le diverse forze armate1.

Il volume si distingue per l’accuratezza delle fonti e la ricchezza di dettagli, risultando prezioso sia per gli studiosi sia per gli appassionati di storia militare. La narrazione è scorrevole, supportata da una solida base documentaria che valorizza l’originalità della ricerca. 

“Cefalonia 1941” rappresenta quindi un contributo significativo alla conoscenza di una pagina poco esplorata della storia militare italiana, offrendo spunti di riflessione sul ruolo delle forze speciali e sulle sfide della modernizzazione bellica nel contesto della seconda guerra mondiale.

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di Redazione - 30 Giugno 2025