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Barcaccia

Il blitz del 2023

Barcaccia deturpata, danni per 4000 euro, ma il tribunale di Roma assolve i tre “gretini” di Ultima generazione

La pm aveva chiesto 4 mesi di reclusione per gli imbrattatori della celebre fontana di piazza di Spagna

Cronaca - di Giovanni Pasero - 4 Giugno 2025 alle 12:28

Restano impuniti i tre ambientalisti di Ultima Generazione che il primo aprile del 2023 hanno fatto uno scherzo di pessimo gusto ai romani versando nella fontana del Bernini La Barcaccia, in piazza di Spagna, del carbone vegetale e tingendo l’acqua di nero. Un gesto che, nelle dichiarazioni degli ecovandali, era stato commesso per portare l’attenzione sugli effetti della crisi climatica e la siccità.

Per ripulirla il Comune di Roma ha dovuto spendere ben 4 mila euro. I tre attivisti, il giorno della protesta, furono tirati fuori dalla fontana dagli agenti della Polizia Locale, portati via dai carabinieri e denunciati. Energie che le forze dell’ordine potevano impiegare per le tante esigenze di ordine pubblico che riguardano la Capitale, ma che furono sottratte dagli ecovandali per la loro ennesima pagliacciata. Martedì 3 giugno, Stefano Pompili, 55 anni romano, Chloè Bertini, 27 anni romana, e Bruno Cappelli, 31 anni della provincia di Bari sono stati assolti dal giudice del tribunale di Roma, in quanto ritenuti “non punibili”, per via della “tenuità del fatto”.

La pm aveva chiesto 4 mesi di reclusione per gli imbrattatori della Barcaccia

I tre erano accusati di aver violato l’articolo 518 duodiecis del codice penale – imbrattamento di opera d’arte – oltre agli articoli 110 – concorso in reato – e 112 – aggravante del numero di persone. La Pm, prima di fare le richieste, ha sottolineato che “il Comune di Roma ha dovuto provvedere alla rimozione dell’acqua e alla pulitura della fontana, con una spesa di circa 4 mila euro. C’è stato quindi danno economico per tutti noi, anche a rischio di danneggiamento” del monumento. Avendo riscontrato degli elementi di colpevolezza, la Pm aveva quindi chiesto la condanna degli imputati a 4 mesi di reclusione. L’avvocato difensore, invece, aveva chiesto l’assoluzione degli imputati “perché il fatto non sussiste o non costituisce reato”.

Ultima generazione esulta per la sentenza e minaccia altre azioni

Un’assoluzione che ha mandato in brodo di giuggiole gli attivisti di Ultima generazione, che hanno dedicato un comunicato stampa all’assoluzione.   “Se vedere quest’acqua nera vi sconvolge – dichiararono gli attivisti sul movimento dopo l’assoluzione per l’imbrattamento della Barcaccia – è perché, come noi, riconoscete quanto sia prezioso quello che stiamo perdendo”. Un’azione che voleva stigmatizzare il collasso climatico – con conseguente crisi idrica – in cui versa il nostro paese e chiedere con urgenza al governo di affrontare la questione. Uno shock simbolico per la folla presente in quel momento, ma che non ha arrecato danni alla fontana. I tre infatti sono stati assolti per tenuità del fatto. Un atto di tenuità materiale ma di forza morale che ha contribuito ad aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica sul problema della crisi climatica. Questa sentenza dimostra che la resistenza civile nonviolenta non è e non può essere considerata un reato. La campagna entro la quale fu condotta questa azione era “Non Paghiamo il Fossile”. Adesso c’è un’altra campagna in gioco, ovvero “Tagliamo l’Iva”, in cui chiediamo l’azzeramento dell’iva sui beni essenziali.

 

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di Giovanni Pasero - 4 Giugno 2025