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Tutti pazzi per i podcast. Da Fedez a Marco Rizzo, analisi di un fenomeno mediatico

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Tutti pazzi per i podcast. Da Fedez a Marco Rizzo, analisi di un fenomeno mediatico

I podcast sono un format capace di unire approfondimento e intrattenimento. La politica ne ha capito l'importanza e si sta tuffando a capofitto sui canali youtube e spotify

Cultura - di Andrea Moi - 25 Maggio 2025 alle 07:00

Il format podcast nasce negli Stati Uniti all’inizio degli anni 2000. Il primo scopo è quello di caricare sulla rete un formato capace di integrare il concetto di radio. I primi ad approfittarne sono i musicisti che vedono nel nuovo strumento la possibilità di scavalcare gli ostacoli che li separano dal grande pubblico. Si aggiungono poi i giornalisti, che vedono nel podcast la possibilità di intrattenere commentando notizie e raccontando storie. Ed è proprio il concetto di storia che cambia il profilo e il destino di questo nuovo modo di comunicare perché i podcast, negli anni, si trasformano in dei grandi contenitori dove i cosiddetti storyteller raccontano, intrattengono, commentano.

Numeri da capogiro anche in Italia

Per capire l’importanza che ha assunto oggi questo fenomeno, basta leggere qualche dato. In Italia, nel 2024, 17 milioni di persone hanno ascoltato podcast. Un terzo della popolazione nazionale concentrata tra i 16 e i 60 anni. I generi che spopolano riguardano Business, Sport e Crimine. Per il business pensiamo agli approfondimenti su investimenti e impresa e, soprattutto, alla finanza, un campo che suscita un interesse crescente nella popolazione under 35. Per lo sport pensiamo ai commentatori che dalla radio sono passati sull’etere. Per il crime va inserita una nota speciale. Le storie nere sono diventate un vero e proprio cult seguite da milioni di persone incuriosite e appassionate da delitti, depistaggi e misteri. Basti pensare a Carlo Lucarelli, una volta conduttore di Blu notte, oggi diventato uno tra i più seguiti podcaster di crime in Italia insieme a Stefano Nazzi ed Elisa De Marco.

Qui il crime, negli Usa la politica

Negli Stati Uniti, le storie online sono servite ad aggirare i colossi dei media tradizionali. Alla prima vittoria di Trump hanno contribuito tutti gli influencer, giornalisti, blogger, vlogger e podcaster di quella che oggi viene definita area MAGA. Secondo alcune indiscrezioni, fu il figlio di Donald, Barron, a convincere il padre che fosse utile intercettare tutto quel pubblico lontano dalla tv e dai big mainstream per andare a parlare ai disillusi dalla politica. In questo modo Trump lasciò le sue più importanti interviste prima ad Adam Ross, giovane streamer americano e poi a Joe Rogan, ex atleta delle MMA, comico e giornalista statunitense. Per capire il ruolo di questi canali, basti pensare che The Donald, a pochi giorni dall’ultimo voto alle presidenziali, si è seduto con Rogan per un’intervista lunga tre ore.

Da Cicciogamer a Fedez

E in Italia che succede? All’inizio il podcasting è stato un’attività riservata a gamers e youtubers dediti all’intrattenimento leggero. Uno tra i nomi più noti dei primissimi anni è stato Mirko Alessandrini, conosciuto come Cicciogamer89, oggi imprenditore grazie ai guadagni accumulati negli anni dello streaming.

Anche se con un po’ di ritardo, in Italia il podcasting si è trasformato in un media che è riuscito a coinvolgere anche cronaca, politica e attualità. Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez è stato tra i pionieri a investire tempo ed energie in questo strumento. Il cantante milanese, con il format “Mucchio selvaggio”, è riuscito a parlare di temi legati a cultura e società ospitando nomi noti nel campo del giornalismo, della politica e della musica.

Dal contenuto breve all’approfondimento e viceversa

Il successo del format di Fedez e Luis Sal, ha probabilmente cambiato la percezione sull’importanza dei podcast in Italia, facendo capire a molti il ruolo che può svolgere questo tipo di canale, anche dal punto di vista politico. Difatti, attraverso un podcast si può intrattenere approfondendo. Capacità che i contenuti social sembravano aver perso. La brevità dei reel, la sinteticità di grafiche e post non consentivano la possibilità di affrontare un tema nella sua complessità. Col podcast invece, si può parlare per diverso tempo di un argomento, analizzandolo nelle sue sfaccettature. Questo strumento concede tre tipi di vantaggi: entrare in un tema parlando dei suoi diversi aspetti; estrapolare solo alcuni dei contenuti affrontati, rilanciandoli come pillole sui social; fidelizzare il pubblico sulle figure che dirigono il podcast, ripetendo la logica televisiva della confidenza tra il conduttore e lo spettatore. 

Marco Rizzo scatenato

Per questo motivo i giornali italiani sono corsi al riparo costruendo i loro canali, così come la politica che si è tuffata a capofitto in questa esperienza. Non è raro incontrare i volti di parlamentari ed ex eletti, far capolino in decine di canali youtube e spotify. Tra i nomi ad aver compreso l’efficacia dello strumento c’è Marco Rizzo, ex parlamentare di Rifondazione Comunista che oggi punta a costruirsi un nuovo pubblico anche attraverso le ospitate nei podcast e l’utilizzo dei suoi canali social.

Arrivano i partiti

Nelle zone di partito, sbarcano online i podcast “L’Italia chiamò” di Fratelli d’Italia Camera e Senato e Radio Atreju sui canali social dell’evento. Vi invitiamo a dargli uno sguardo perché ora che la politica è entrata a gamba tesa nel mondo dei podcast, ne vedremo delle belle.

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25 Maggio 2025 alle 07:00