
Femminicidio a Legnano
Trovata morta con un coltello nella schiena, l’ex si consegna ai carabinieri: “Io non c’entro niente”
“Non c’entro nulla con l’omicidio della mia ex moglie”. Così l’ex marito di Vasilica Potincu, la 35enne trovata morta con un coltello piantato nella schiena in un appartamento a Legnano (Milano) ha citofonato ai carabinieri di Brescia. L’uomo di 41 anni, romeno, ai militari ha però raccontato di essere destinatario di un mandato d’arresto europeo spiccato dalle autorità del suo paese d’origine per reati contro il patrimonio. Nel suo casellario risulta anche un precedente per sfruttamento della prostituzione. Verrà eseguita oggi, lunedì 26 maggio, l’autopsia sul corpo di Vasilica Potincu, trovata uccisa con ferocia in un appartamento al civico 16 di via Stelvio. La vittima, di origine romena, è stata colpita da almeno sei coltellate, una delle quali inferta alla schiena con tale violenza da lasciare la lama conficcata nel corpo.
L’ex marito di Vasilica Potincu è andato a costituirsi ieri a Brescia. Nel consegnarsi, dopo aver appreso dell’omicidio della ex, l’uomo ha chiarito di non c’entrare nulla con la morte della ex moglie. L’omicidio della 35enne, trovata da un vicino di casa domenica mattina in una pozza di sangue, con un coltello da cucina conficcato nella schiena, risale secondo chi indaga alla sera di sabato. Ma sarà l’autopsia, che verrà effettuata nei prossimi giorni nell’istituto di medicina legale di Pavia, a chiarire l’orario della morte.
Nell’appartamento di Legnano Vasilica, residente insieme alla famiglia a Cinisello Balsamo, nel Milanese, lavorava come escort. Ed è tra i clienti della donna che sono indirizzate le indagini sull’omicidio, coordinate dalla procura di Busto Arsizio e condotte dai carabinieri del gruppo di Rho e del nucleo investigativo di Milano. Proseguono le indagini alla ricerca dell’omicida. Si cerca tra i suoi clienti. Potincu esercitava come escort nell’appartamento al piano terra della palazzina di via Stelvio a Legnano. Un lavoro che non teneva nascosto alla madre e la sorella con cui abitava insieme a un figlio di 14 anni a Cinisello Balsamo, nell’hinterland del capoluogo lombardo.