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Diventa un caso l’idea di far eseguire l’Inno Nazionale alle maestranze del Teatro La Fenice

Verso il 2 giugno

L’Italia chiamò, ma i sindacati rispondono no: l’Inno nazionale suonato dal Teatro La Fenice diventa un caso

Le Fondazioni Lirico-Sinfoniche vogliono lanciare una tradizione: l'Inno suonato ogni anno da un Teatro. Il ministero è pronto a mettere 40mila euro per l'esordio. Ma i sindacati oppongono questioni contrattuali e chiedono 44mila euro per i compensi. Mollicone: «Se confermato, sarebbe una vergogna nazionale»

Cronaca - di Agnese Russo - 19 Maggio 2025 alle 14:57

È sfociata in un braccio di ferro tra sindacati da un lato e vertici della Fenice di Venezia dall’altro la proposta, avanzata dall’Associazione Nazionale delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche (Anfols), e accolta dal ministero della Cultura, di registrare l’Inno Nazionale con l’Orchestra e il Coro del Teatro veneziano tra Piazza San Marco e Palazzo Ducale in vista della prossima festa della Repubblica. Un caso esploso proprio nel giorno in cui arriva in città il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per partecipare al Festival delle Regioni.

L’idea di iniziare una tradizione con La Fenice: l’Inno Nazionale suonato ogni anno dalle orchestre dei Teatri dell’Opera

L’idea dell’Anfols era, con questa iniziativa, di dare il via a una “tradizione”, con le orchestre dei Teatri d’Opera (le massime istituzioni musicali del Paese) coinvolte di anno in anno nella registrazione dell’Inno d’Italia da un luogo celebre delle città in cui hanno sede. Il ministero, accogliendola, si era reso disponibile a stanziare per l’esordio con Venezia 40mila euro, destinati alla realizzazione dell’evento e alla messa in onda su RaiUno, subito dopo il Tg1 delle 20, del contributo musicale il 2 giugno. Si trattava, insomma, di un’iniziativa che avrebbe consentito di valorizzare il patrimonio operistico italiano, proponendolo al grande pubblico in una data di altissimo valore simbolico. E, invece, qualcosa è andato storto.

I sindacati chiedono 44mila euro per i compensi dei lavoratori

Secondo quanto ricostruito dall’agenzia di stampa Adnkronos, sostanzialmente i sindacati avrebbero opposto questioni contrattuali che poi si sono rilevate insormontabili. Nel dettaglio alla richiesta di partecipazione, i sindacati locali della Fenice avrebbero presentato una richiesta economica intorno ai 44mila euro, più 10mila circa di spese per la Fondazione relative soprattutto alla logistica. Essendo le maestranze della Fenice già stipendiate dalla Fondazione, la richiesta sarebbe stata per indennità extracontrattuali dei lavoratori. La cifra totale sarebbe stata considerata da alcuni, anche all’interno della stessa Fondazione, fuori scala rispetto a quanto avrebbero chiesto altre prestigiose orchestre italiane o internazionali.

La disponibilità del tenore Grigolo e del maestro Callegari a intervenire gratis

Il sovrintendente della Fenice, Nicola Colabianchi, trovandosi nell’impossibilità di coprire tali costi, avrebbe proposto una soluzione alternativa: utilizzare solo l’Orchestra, escludendo il Coro. Ma anche questa ipotesi sarebbe stata respinta, con il rischio concreto che la Fenice non partecipi affatto a un evento pensato proprio per valorizzare le massime istituzioni musicali del Paese e per il quale era arrivata la disponibilità a intervenire gratuitamente da parte di due pezzi da novanta del panorama operistico italiano: il tenore Vittorio Grigolo, uno dei nomi più riconosciuti a livello internazionale, che si sarebbe detto pronto a cantare l’Inno a titolo istituzionale, nonostante gli impegni, e il maestro Daniele Callegari, individuato come direttore dell’Orchestra della Fenice per questa occasione.

La Fials: «I lavoratori hanno un contratto e pretendono che la controparte lo rispetti»

«Nessuno mette in discussione il valore della Festa della Repubblica. Ma i contratti ci sono, e vanno rispettati. Non possiamo accettare che la celebrazione del 2 giugno diventi una sagra dell’antisindacalismo. I lavoratori hanno un contratto e pretendono che la controparte lo rispetti», ha detto all’Adnkronos il professore d’orchestra della Fenice e segretario provinciale Fials, Marco Trentini. E, alla fine, al sovrintendente Colabianchi non è rimasto che prendere atto: «Sono dispiaciuto – ha detto – che la Fenice non possa onorare con la partecipazione della propria Orchestra, del proprio Coro e del proprio personale una festa come il 2 giugno, in una iniziativa che la vedeva per prima tra le fondazioni lirico sinfoniche a prestare la propria voce per la registrazione in audio e in video dell’Inno nazionale».

Mollicone: «Se confermata, la richiesta dei sindacati sarebbe una vergogna nazionale»

Sul caso è intervenuto anche il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone. «Sarebbe molto grave se, come riportato da Adnkronos, i sindacati della Fenice di Venezia avessero chiesto al sovrintendente Colabianchi 44mila euro per far eseguire all’Orchestra e al Coro del Teatro, già finanziato con soldi pubblici, l’Inno nazionale per celebrare la Festa della Repubblica. Sarebbe – ha commentato – una vergogna nazionale».

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di Agnese Russo - 19 Maggio 2025