
Ucraina
Italia in prima linea per i bambini ucraini. 500mila euro raccolti per l’associazione Unbroken Kids
La Zecca dello Stato ha coniato una medaglia simbolo della resistenza ucraina. Il ricavato, destinato all'ospedale pediatrico di Leopoli, è la prova che la solidarietà può farsi azione concreta. Fazzolari: "Un’iniziativa di enorme successo che deve riempirci di orgoglio tutti come italiani.
«L’iniziativa del Poligrafico e Zecca dello Stato è una di quelle operazioni di enorme successo che devono riempirci di orgoglio come italiani». Così, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari alla conferenza stampa dedicata ai risultati della campagna Due anni di resistenza ucraina, che ha visto la coniazione e la distribuzione della medaglia celebrativa omonima. Un progetto che è andato oltre il simbolo: il ricavato delle vendite – 500mila euro – è stato interamente devoluto al centro di riabilitazione Unbroken Kids di Leopoli, specializzato nella cura fisica e psicologica dei bambini feriti dalla guerra.
Una medaglia come simbolo di libertà e speranza
Un momento solenne e una partecipazione trasversale; tanto che, a comparire in prima fila, oltre alle figure governative, è stato anche Carlo Calenda. Al centro dell’evento, moderato dalla giornalista del Tg1 Stefania Battistini, la concreta testimonianza di come la solidarietà possa tradursi in aiuto tangibile. Questa medaglia non è solo un oggetto commemorativo, ha spiegato Paolo Perrone, presidente dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, ma un segno di attenzione verso il popolo ucraino, qualcosa che genera un impatto reale.
Un gesto concreto: le cifre e l’impegno della Zecca
«Grazie all’interlocuzione con la Presidenza del Consiglio, con l’ambasciata italiana e quella ucraina, abbiamo identificato un’associazione, Unbroken Kids», ha raccontato Persone. «Sino ad ora hanno fatto 1.800 interventi, oggi grazie al supporto di questa campagna avranno gli strumenti per poter moltiplicare la loro capacità di intervento». La campagna ha coinvolto tantissimi protagonisti: gente comune, organizzazioni, aziende. Alla data di ieri sera avevamo venduto 7.703 medaglie, vuol dire che abbiamo superato quel mezzo milione di plafond da destinare all’associazione. Questo servirà a comprare dei macchinari: abbiamo già provveduto a destinare la prima tranche».
«Gente comune, organizzazioni, aziende», tutti hanno preso parte alla campagna e il bilancio è impressionante: 7.703 medaglie vendute su 8000 coniate, con un contributo netto di 65 euro per pezzo devoluto alla causa. «Questo servirà a comprare macchinari: abbiamo già provveduto a destinare la prima tranche» e «tutto con la massima trasparenza», ha sottolineato Perrone.
Poste italiane al fianco del popolo ucraino
Il progetto è stato reso possibile anche grazie a Poste Italiane, che ha messo a disposizione la propria rete di distribuzione. «Quando siamo stati attivati su questo progetto, per noi è stato naturale dare la nostra disponibilità», ha affermato Giuseppe Lasco, direttore generale di Poste. «Siamo un’azienda industriale, ma ci consideriamo parte del sistema Paese. In tutte le situazioni difficili, dalla pandemia alle calamità naturali, abbiamo sempre garantito la nostra presenza».
«Questa iniziativa è partita con grande entusiasmo: abbiamo messo a disposizione la nostra rete infrastrutturale, con circa 14mila uffici postali, e la nostra piattaforma digitale», ha detto Lasco, aggiungendo: «Siamo vicini al popolo ucraino e pronti a impegnarci in iniziative di questo tipo. Oggi e in futuro, Poste Italiane ci sarà».
Le storie dietro i numeri
Al di là delle cifre, la conferenza è stata un viaggio dentro il dramma della guerra e la forza della resistenza. Collegata in diretta da Leopoli, Marianna Svirchuk, direttrice generale di Unbroken Kids, ha reso il pubblico partecipe della realtà del centro. «Oggi curiamo circa tremila bambini, con 300 nuovi arrivi ogni giorno e 150 pazienti in trattamento intensivo. È terribile, ma questa iniziativa ci dà speranza», il racconto di un medico, circondato dai giovanissimi, dall’altro lato dello schermo. La testimonianza ha scosso la platea, tanto che alcuni relatori hanno lasciato trasparire commozione, come lo stesso Lasco, tradito da una lacrima.
Poi è stata la volta di Fausto Biloslavo e Francesco Semprini, inviati di guerra. «Anton ha perso due braccia e una gamba, ma mi è venuto incontro con il sorriso», ha raccontato Biloslavo, facendo emergere con un dettaglio secco l’incredibile resilienza dei feriti. «Abbiamo visto la sofferenza nelle strade di Bucha, nelle famiglie delle vittime. Il Donbass è un inferno. Gli ucraini resistono, ma i russi avanzano», ha aggiunto Semprini.
L’eco della Chiesa e il monito di Padre Schmidt
Tra gli interventi più toccanti, quello di Padre Marcin Schmidt, segretario generale della Fondazione 5P Global, che ha collegato il significato della medaglia alle vite spezzate dalla guerra. «Oggi celebriamo la resistenza del popolo ucraino, ma anche la solidarietà del popolo italiano. Questa medaglia racchiude non solo i dolori dei bambini, ma anche quelli di tutti coloro che hanno visto la guerra con i propri occhi». Ha poi raccontato le storie di piccoli pazienti: un bambino di otto anni, sottoposto a 34 operazioni chirurgiche, che ripete «possono bruciare il mio corpo, ma non i miei sogni»; una ragazza che ha perso entrambe le gambe in un bombardamento alla stazione, ma che ieri ha corso alla maratona di Boston; la giovane ginnasta Michela, che nonostante l’amputazione continua a sognare le Olimpiadi.
«L’Italia è capace con arte e bellezza di trasformare il dolore in speranza», ha concluso l’ecclesiastico, ricordando l’appello di Papa Francesco per i bambini rapiti e i prigionieri di guerra.
L’Italia solidale verso i bambini ucraini
Un contributo di particolare rilievo è stato portato infine da Alberto Corsinovi, consigliere nazionale della Confederazione delle Misericordie d’Italia, che ha voluto rammentare l’importanza dell’azione umanitaria. «Quando il 24 febbraio 2022 ci siamo svegliati e abbiamo saputo dell’aggressione, abbiamo compreso che non eravamo più abituati a un conflitto di questa portata. Esfiltrare adulti e bambini feriti dall’Ucraina non è stato facile. Abbiamo operato in scenari drammatici che segnano per sempre».
«Non interrompere l’alleanza con Unbroken Kids significa proseguire un disegno di vita per queste persone». Ha concluso con un richiamo alla dimensione spirituale dell’aiuto: «Per noi cristiani, questa missione è un dovere. Che Dio vi renda merito per questo mestiere di carità».
Un segno che resta: l’arte del coraggio
A chiudere l’evento, un gesto simbolico: una creazione in legno realizzata dai bambini dell’ospedale di Leopoli, raffigurante una scena biblica donata in segno di riconoscenza alla Zecca. «L’hanno intagliata scheggia dopo scheggia, come le schegge che li hanno feriti». Un’opera che, come la medaglia coniata dalla Zecca dello Stato, resterà a testimonianza della resistenza e della solidarietà. «Dopo tre anni di guerra, il sangue versato non si conta più», ha detto la giornalista Battistini in chiusura. Ma iniziative come questa ricordano che dietro ogni ferita c’è una storia, e dietro ogni storia può esserci una speranza.