Valencia, cos’è la Dana e come si forma la “goccia fredda” che ha travolto la Spagna (video)
L’alluvione di Valencia è provocata dalla Dana, acronimo di Depresion Aislada en Niveles Altos (Depressione Isolata di Livello Superiore), termine tecnico con cui i meteorologi definiscono il fenomeno che ha causato i nubifragi mietendo oltre 60 vittime. E’ un fenomeno tipico della Spagna e del Mediterraneo occidentale.
Precedentemente definita ‘goccia fredda’ la Dana – spiega l’Agenzia Meteorologica Statale – è una corrente a getto polare che si è spostata verso sud a una temperatura di -22 gradi. Dopo una depressione parte della corrente fredda è rimasta isolata in quota e, scontrandosi con una corrente da est molto umida, unita alla temperatura del Mediterraneo che attualmente è intorno ai 21 gradi, provoca l’instabilità atmosferica con temporali molto intensi e concentrati. I nubifragi della notte e delle ultime ore sono il risultato di un fenomeno che ha iniziato a formarsi giorni fa. E che è stato condizionato anche dalla morfologia del territorio dell’entroterra valenciano. I rilievi, infatti, hanno favorito l’ascesa dell’aria umida che è stata spinta a incontrare la massa d’aria fredda. Ecco perché, spiegano gli esperti, la pioggia si è abbattuta violentissima sulle zone interne e non ha invece colpito il litorale con la stessa intensità.
Dana, fenomeno pericoloso nei mesi autunnali
La Dana è un fenomeno atmosferico comune e può verificarsi in qualsiasi periodo dell’anno. Ma è particolarmente pericoloso nei mesi estivi e autunnali, quando le temperature superficiali del mare sono elevate e l’evaporazione è maggiore perché le nubi che si formano a causa della Dana contengono più acqua.
Come si forma una Dana
A molti metri dal suolo, la Terra è circondata da una serie di correnti a getto che circolano da ovest a est a tutta velocità con venti che possono superare i 200 chilometri all’ora. Ci sono quattro grandi correnti a getto sul pianeta: due polari, che circolano alle medie latitudini di ciascun emisfero, e due subtropicali. Questa corrente a getto significa, ad esempio, che i venti prevalenti in Europa sono occidentali o che l’aria fredda artica è normalmente intrappolata nella parte settentrionale del pianeta. Tuttavia, questa corrente non è stabile, né viaggia sempre in linea retta: a volte ondeggia e parti di essa si separano dal getto originale. In questo caso si forma una depressione d’alta quota: una sacca d’aria fredda che ha una sua circolazione indipendente e sfugge al controllo della corrente principale. Ma questa perturbazione atmosferica non sempre sfocia in piogge torrenziali e temporali.
Una combinazione di più fattori, secondo il portavoce dell’Agenzia meteorologica di Stato (Aemet) Rubén del Campo intervistato dal País, avrebbe contribuito a rendere il fenomeno ancora più violento. Da un lato una Dana sul Golfo di Cadice con la formazione di una depressione nella zona a sud della Penisola; dall’altro l’arrivo di venti orientali sulla costa mediterranea; che “percorrendo lunghe distanze su un Mar Mediterraneo più caldo del normale per questo periodo dell’anno li rendono i venti carichi di umidità”.
I precedenti
Secondo l’Agenzia Meteorologica Statale spagnola, l’ondata di freddo che ha colpito l’area di Valencia tra il 29 e il 30 ottobre è la peggiore del XXI secolo. Paragonabile solamente ad altre due: quella del 1982, la cosiddetta «Pantanada de Tous» (il 20 ottobre una goccia fredda fece crollare il bacino idrico di Tous, Tous Pantanada; poi il Júcar che inondò tutta la regione della Ribera, causando gravi danni. Interi paesi furono allagati). E quella del 1987 (il 3 novembre a Gandía e Oliva le piogge superarono i 500 l/m² e devastarono la regione di Safor .