
Saluto romano al Presente per Sergio Ramelli, assolti tutti gli imputati: “Il fatto non sussiste”
La Corte d’Appello di Milano ha assolto “perché il fatto non sussiste” tutti gli imputati del processo sul saluto romano al Presente per Sergio Ramelli del 2016. Si chiude così una lunga vicenda processuale, il cui ultimo atto era stata la sentenza di rinvio pronunciata dalle Sezioni unite della Corte di Cassazione. I supremi giudici in quella sede chiarirono che il saluto romano, per costituire reato, deve essere inserito in un contesto che rimandi concretamente al pericolo di ricostituzione del partito fascista, dunque deve rientrare nel perimetro della legge Scelba. La richiesta ai colleghi d’Appello, che risale a gennaio, fu quella di esprimersi sul fatto che il Presente per Ramelli potesse o meno rientrare in questo perimetro.
Tutti assolti gli imputati del processo sul saluto romano al Presente di Sergio Ramelli
Dall’udienza di Milano, in realtà, si attendeva una dichiarazione di ormai sopravvenuta prescrizione. I giudici, però, hanno deciso di pronunciarsi nel merito, ritenendo l’assoluzione prevalente sulla prescrizione nel maggiore favore degli imputati. “La Corte d’Appello di Milano segue puntualmente le indicazioni giurisprudenziali della Sezioni Unite e le supera nel merito, riconoscendo che la ritualità che caratterizza il saluto romano nella cerimonia del Presente esula dal pericolo concreto, che è presupposto essenziale per la condotta incriminata dalla Legge Scelba”, ha commentato l’avvocato Domenico Di Tullio, difensore di alcuni degli imputati. “Questa sentenza – ha aggiunto il legale – cancella anche tutte le azzardate interpretazioni giustizialiste che emersero rispetto all’inequivocabile pronuncia della Suprema Corte“.
L’avvocato Di Tullio: “La Corte d’Appello segue puntualmente le indicazioni delle Sezioni unite e l supera nel merito”
“Ancora una volta le polemiche sul saluto romano e il rito del Presente si risolvono con un’assoluzione in tribunale per tutti gli imputati”, è stato poi il commento di CasaPound, Lealtà-Azione, Rete dei Patrioti, i movimenti di appartenenza degli imputati. “Non sarebbe stata certamente una sentenza sfavorevole a impedirci il ricordo e il rito del Presente, ma ci auguriamo che l’ennesima assoluzione possa spegnere l’attenzione giudiziaria e le speculazioni politiche attorno a tutte quelle commemorazioni di giovani uccisi che, in molti casi – hanno ricordato – sono ancora senza giustizia e non vengono dimenticati grazie al contributo di chi, anno dopo anno, si prodiga per mantenerne vivo il ricordo”.