Dossieraggi, gli spioni parlano anche di Eni e del Papa: “Lo aiutiamo contro Putin e la Russia?”
Dal vaso di Pandora dei dossieraggi spuntano altri nomi eccellenti, magari millantati, come quello di Papa Francesco, ma che danno comunque la misura della dimensione dello scandalo, che coinvolge tutti i settori della vita pubblica, politica, industriale e sociale. Non c’è nulla da meravigliarsi, dunque, se dagli atti dell’inchiesta viene fuori che gli spioni tiravano in ballo anche la Chiesa: si allarga ancora l’indagine che vede al centro la società Equalize e i presunti dossieraggi illeciti o falsi fatti dietro pagamento.
Dossieraggi, spunta il nome del Papa
In un atto contenuto in un’informativa di quasi 3.900 pagine dell’inchiesta della Dda di Milano, viene riportata un’intercettazione ambientale, tra Massimiliano Camponovo (indagato) e Samuele Nunzio Calamucci e l’ex poliziotto Carmine Gallo, entrambi arrestati (domiciliari). Si parla di hacker e a un certo punto Calamucci dice: “Il braccio destro di Putin…la Chiesa chiede quello…quindi…La aiutiamo la Chiesa contro la Russia o no? Ci darà un po’ di roba per l’anno prossimo?”. Gallo replica: “Se ci paga…è stato sempre gratis” e Calamucci risponde: “Io…tu mi hai visto fare qualcosa gratis agli altri se non a te?”. A questo punto ironizza Camponovo: “Pro bono per il Papa?” e Gallo risponde: “Ma me l’ha detto lui…quand’è che fa qualcosa gratis?”.
Anche vip come Marcel Jacobs tra le vittime
Spunta anche un dossier ed intercettazioni illecite a carico dell’atleta Marcell Jacobs e del suo staff nell’inchiesta della Dda di Milano su un gruppo di cyber-spie che avrebbe rubato informazioni alle banche dati strategiche nazionali. Come si legge negli atti, il dossieraggio nei confronti dell’atleta italiano, del suo manager e del suo allenatore, sarebbe stata “commissionato” da Carmine Gallo, l’ex super poliziotto ai domiciliari, a due degli hacker con cui collaborava a “sua volta richiesto da un avvocato padovano allo stato in corso d’identificazione”. La proposta dei due era inoculare un ‘trojan’ sui telefoni. A Roma, sono stati trasmessi dalla procura di Milano gli atti per un procedimento relativo alla cosiddetta “Squadra Fiore”, una sorta di ‘rete clandestina’ con sede nel quadrante nord-est della Capitale di cui aveva scritto nella scorsa primavera la testata ‘Today’. I pm di piazzale Clodio, a quanto si apprende, avrebbero individuato almeno cinque persone che farebbero parte del gruppo tra ex appartenenti alle forze dell’ordine. Nel fascicolo romano si procede per accesso abusivo a un sistema informatico, violazioni relative alla privacy e esercizio abusivo della professione. Un’inchiesta, dunque, parallela a quella di Milano su furti di dati sensibili e segreti da banche dati nazionali ai fini di spionaggio che vede il coordinamento della Procura Nazionale Antimafia e le attività di indagine delegate agli esperti della Polizia Postale.
Atti riservati dell’Eni nel mirino
Tra i documenti rilevati negli uffici di via Pattari vi sono numerosi documenti relativi a Paolo Simeone, noto youtuber e contractor italiano, ma anche atti riservati di Eni. Le notizie acquisite dall’ex super poliziotto Gallo attraverso la vasta rete relazionale “vengono poi compendiate in veri e propri ‘dossier’, venduti dal gruppo alle società interessate ma anche ad imprenditori e politici a prezzi importanti, anche di svariate migliaia di euro (15.000 euro è la tariffa per gli ‘accertamenti’ più completi su un soggetto)”. Come accertato durante un accesso degli investigatori, in via Pattari n. 6, all’interno degli uffici, è presente un vero e proprio “archivio di Polizia” contenente centinaia di documenti riservati, atti di P.G., verbali di collaboratori di giustizia, schede d’indagine sui principali gruppi criminali e schede di dattiloscopia.
Gli accordi con l’intelligence israeliana
C’è poi il filone estero. “Ci hanno dato, a noi loro ci hanno dato quaranta kappa (40.000 euro, ndr) fino a oggi…mi han proposto un lavoretto da un milione”. E’ una frase pronunciata e intercettata nell’inchiesta sui dossieraggi illeciti della procura di Milano. A parlare è Samuele Calamucci, uno degli arrestati (domiciliari) che fa riferimento a un presunto accordo con due uomini ricollegabili all’intelligence israeliana. Il dialogo avviene all’interno di una riunione che si tiene il 7 febbraio del 2023, nella sede di Equalize a pochi passi dal Duomo di Milano.
Gran parte della riunione, si legge in un’informativa di quasi 3.900 pagine agli atti dell’inchiesta del pm della Dda di Milano Francesco De Tommasi, avviene in inglese, e gli argomenti trattati sono numerosi: “vanno dal monitoraggio degli attacchi hacker condotti da organizzazioni vicine al governo russo, al monitoraggio e contrasto del finanziamento alla società russa di mercenari ‘Wagner group’, all’intercettazione di fondi e movimenti bancari in Europa ed in Italia legati agli interessi russi ed in particolare di ‘colpire’ un cittadino russo di nome ‘Costantin'”.