Schlein mastica amaro, Senaldi l’inchioda: “Proprio non riesce a dire la verità su Giorgia Meloni?” (video)
Per una volta, pur nello studio amico de La7, Elly Schlein non riesce a dissimulare l’imbarazzo trincerandosi dietro un sorrisetto sardonico. Pietro Senaldi asfalta la segretaria Pd con stringenti evidenze e con parole che, direbbe Mughini, piovono come pietre. Tanto che la numero uno del Nazareno neppure riesce a convincere a parole – pur provando ad ostentare a fatica sicurezza dialettica e smalto argomentativo – gli spettatori davanti alla tv e il pubblico in studio.
Ad inchiodarla, di fronte a lei ospite a DiMartedì e per un momento orfana dell’aiutino da casa, non c’è uno stuolo di giornalisti compiacenti, ma il condirettore di Libero, che riesce in un’impresa non da poco: smascherare demagogia e supercazzole su Giorgia Meloni e il governo di cui è alla guida di cui la segretaria del Pd è sovente prodiga dispensatrice nelle sue performances mediatiche. Un ko tecnico che il giornalista assesta sul ring de La7 riuscendo finanche a strappare l’applauso della platea…
Schlein mastica amaro e Senaldi la inchioda in tv: “Meloni in Europa è una sorpresa, in politica estera è un successo”
«Lei che è un donna ed è giovane, non riesce a dire la verità? Giorgia Meloni in Europa è una sorpresa, in politica estera è un successo», esordisce Senaldi a favore di telecamera. E per Elly Schlein comincia una serata imprevedibilmente scomoda. Ma quello sarà solo l’inizio, perché a stretto giro il direttore aggiunge: «I conservatori hanno meno parlamentari di voi della sinistra e danno l’idea di incidere di più, perché danno l’idea agli italiani, e credo anche agli alleati europei, di avere un progetto. E di essere più affidabili adesso, non 10 anni fa, rispetto a quello che voi siete adesso e non 10 anni fa».
Senaldi punge, Schlein incassa a fatica tra sorrisetti imbarazzati e repliche generiche
La Schlein ascolta, incassa, si evince dal suo sguardo, tra il criptico e l’imbarazzato, che sta rimuginando su una risposta plausibile. E la replica arriva, puntualmente incentrata sull’attacco generico quanto collaudato. «Loro hanno dimostrato la loro incoerenza ancora una volta – risponde la numero uno del Nazareno –. Se noi non proseguiamo sulla strada del Next Generation Eu non riusciremo a mettere in campo le politiche industriali che servono per sostenere le imprese e creare nuovo lavoro di qualità. E su questo purtroppo non abbiamo mai sentito la destra fare una vera battaglia».
E si torna immancabilmente al solito refrain…
Una replica che non solo non tiene conto delle politiche varate dal governo Meloni che solo pochi giorni fa ha riscosso attraverso la premier, il plauso e il grazie di Confindustria. Ma che dimostra di ignorare volutamente report, sondaggi, cifre e numeri che dai dati Istat ai riscontri degli operatori di settori, premiano le iniziative messe in campo dall’esecutivo su lavoro, occupazione, ripresa. Ma si sa, i tempi televisivi e le logiche di scaletta, dettano legge. Così quando il confronto porta (inevitabilmente?) al botta e risposta, si arriva con un rapido balzo in avanti a quello che la sinistra insiste a voler procrastinare come un interminabile caso: quello della vicenda Boccia-Sangiuliano.
E sempre a rimestare sul fondo del barile del caso Boccia-Sangiuliano
Un estenuante dibattito che insiste a solleticare la sinistra, e su cui Senaldi torna a ribadire: «Il ministro Sangiuliano è stato un ottimo ministro della Cultura – puntualizza a scanso di voluti equivoci – ed è scivolato su un caso personale. Il problema della classe dirigente ce l’ha chi per scalzare Sangiuliano e attaccare il centrodestra fa di Maria Rosaria Boccia una eroina e una paladina delle donne. Se uno schieramento è costretto ad attaccarsi alla Boccia, direi che è l’ultimo salvagente». L’approccio è stringente e l’assedio completato. Anche se Schlein prova comunque un ultimo, strenuo, tentativo di difesa e contrattacco.
«Lei sbaglia mira – replica la segretaria del Pd –. Se c’è qualcuno che non si è attaccato al gossip siamo noi. La nostra critica è precisa: il sistema-cinema si stava riprendendo dopo il Covid, la riforma che non è arrivata ha bloccato le produzioni e ci sono il 60% di disoccupati nel settore. Altro che successo di Sangiuliano, la cultura piange». Ma se la cultura piange, come sostiene la Schlein, di certo però ieri neppure lei ha sorriso. Almeno non come al solito…
Sotto un momento del botta e risposta tra Schlein e Senaldi anella puntata di ieri di DiMartedì su La7 dalla pagina Facebook del programma