Meloni chiama l’alleanza con gli industriali: “Lavoriamo insieme, possiamo stupire il mondo”
“Propongo di vederci da subito perché c’è tanto lavoro da fare, cerchiamo di organizzare prima possibile”. Al suo primo intervento all’Assemblea di Confindustria, Giorgia Meloni ha lanciato un’alleanza operativa tra governo e mondo produttivo, a partire dai temi della manovra. Un invito a “lavorare insieme” per “dimostrare quanto vale l’Italia”, che la platea ha accolto con un applauso, diventato standing ovation sulle battute finali dell’intervento del premier. “Avrete un confronto leale e regole certe, non andremo sempre d’accordo – ha chiarito il presidente del Consiglio – ma la penseremo allo stesso modo su un punto: l’Italia può ancora stupire, può ancora lasciare il mondo a bocca aperta”. “Per tanti anni siamo stati noi a rincorrere gli altri, è arrivato il momento che ci facciamo rincorrere”, ha chiarito Meloni, invitando a guardare con ottimismo alle possibilità del nostro Paese.
Applausi e standing ovation finale: Meloni conquista la platea di Confindustria
Se si prende l’applausometro a metro della sintonia tra relatore e platea, non ci sono dubbi che Meloni abbia colto nel segno: più volte è stata interrotta dagli applausi, quando, per esempio, ha detto di essere abituata a essere sottovalutata, come accade alle imprese; quando ha ripetuto che “lo Stato deve fare la sua parte, ma non è lo Stato che crea ricchezza, sono le imprese”; quando ha ribadito il suo basta “all’Italia che butta i soldi dalla finestra” con misure come il reddito di cittadinanza o i bonus che non garantiscono crescita; quando ha rivendicato che l’Autonomia differenziata è uno stimolo alla responsabilizzazione delle classi dirigenti o quando ha parlato della necessità di governare l’Intelligenza artificiale.
La condivisione di “molti spunti e proposte” della relazione di Orsini
E, del resto, che una sintonia tra le proposte del tessuto industriale e la visione del governo esista è emerso dai contenuti delle relazioni, quella di Meloni e quella del presidente di Confindustria Emanuele Orsini. È stata Meloni stessa a sottolinearlo, chiarendo di aver “molto apprezzato la relazione del presidente Orsini”. “Condivido – ha detto il premier – molti spunti e proposte che contiene e l’analisi di scenario sui rischi che l’economia italiana e l’Europa corrono se non si invertono alcune tendenze”. Anche per Emanuele Orsini era una prima volta: è stato eletto alla guida di Confindustria a fine maggio. “Come tutte le prime volte – ha scherzato Meloni – ricorderemo questo giorno”.
Meloni: “Il +1% del Pil è a portata di mano. Il prossimo obiettivo è aumentare la produttività”
Il premier, nella sua relazione, ha ricordato la crescita economica dell’Italia superiore a quella dei partner europei, ha rivendicato i risultati di Borsa italiana, l’andamento dello spread, la fiducia che emerge dal successo superiore alle aspettative dei Btp, i numeri dell’occupazione, mai così alti. Risultati ottenuti “in tempi da far tremare i polsi” e a dispetto di chi “sperava fallissimo”. “È andata diversamente”, ha commentato il premier. C’è ancora da lavorare, ha avvertito Meloni, chiarendo che altri risultati possono arrivare. “Si può fare meglio”, ha detto, sottolineando di essere convinta che “il +1% del Pil sia a portata di mano soprattutto dopo i primi due trimestri”. “Ogni trionfalismo sarebbe infantile, ma non era scontato dopo anni trascorsi in fondo alle classifiche”, ha precisato, assicurando che “noi saremo ancora più efficaci. Il prossimo obiettivo che abbiamo davanti è aumentare la produttività del lavoro”.
La manovra “sarà ispirata a buonsenso e serietà”
La manovra sarà “ispirata al buonsenso e alla serietà, con particolare attenzione a famiglie, imprese e difesa della salute cittadini”, ha ribadito Meloni all’Assemblea di Confindustria. “Sono pronta al confronto non solo sulla legge di bilancio, sentendo anche i sindacati”, ha proseguito, ricordando che il governo punta sui “provvedimenti che possono dare il moltiplicatore maggiore, seguendo l’impostazione che abbiamo avuto in questi anni”. “Le non molte risorse a disposizione” devono essere impegnate “nel sostegno alle imprese che assumono e creano posti di lavoro, nel rafforzamento del potere d’acquisto dei lavoratori e delle famiglie, con particolare attenzione alle famiglie con figli, non per scelta etica ma – ha sottolineato – per necessità economica, e nella difesa della salute dei cittadini”.
Sulle riforme “faremo quello che va fatto, nonostante le molte opposizioni”
Anche sulle riforme, ha spiegato Meloni, “faremo quello che va fatto, nonostante molte opposizioni”. “Abbiamo avviato le riforme del premierato, della giustizia, dell’autonomia. Non sarei in pace con la mia coscienza se, per quieto vivere, non andassi a fondo. Poi – ha detto il premier – decideranno gli italiani, è la democrazia, funziona così”.
Le sfide europee e il ruolo di Fitto
E, ancora, il tema delle sfide europee. Il green deal, rispetto al quale serve il coraggio di dire che “non può avere un approccio distruttivo” e condivide le osservazioni sollevate da Draghi nel rapporto sulla competitività; il Pnrr, per il quale “entriamo nella fase più delicata, in cui le risorse devono arrivare a terra” e “l’obiettivo è alla nostra portata”; il riconoscimento ottenuto dall’Italia con la vicepresidenza esecutiva della Commissione Ue a Fitto, che “offre la dimensione del peso dell’Italia in Europa”, ma è “anche un riconoscimento del lavoro che l’Italia ha fatto in questi due anni proprio su fondi di coesione e Pnrr”. “Credo che il riconoscimento sia un risultato da portare a casa con il contributo di tutti perché Raffaele Fitto non è il commissario di governo, Raffaele Fitto è il commissario italiano e l’Italia deve fare quel che può per aiutarlo a ricoprire un incarico così importante”.