L’Italia con le carte in regola in Europa: Giorgetti presenta al Cdm il Piano strutturale di bilancio

17 Set 2024 19:43 - di Agnese Russo
giorgetti manovra

Mantenere allo Stato una quota di Poste Italiane superiore al 50%. È quanto prevede il Dpcm approvato in via definita dal Consiglio dei ministri di oggi, durante il quale, tra l’altro, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha presentato lo schema del Piano strutturale di bilancio di medio termine, richiesto dall’Europa con le nuove norme sul Patto di Stabilità. Nel corso del Consiglio dei ministri, che festeggiato la nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione Ue e salutato l’ingresso di Alessandro Giuli in squadra, sono stati approvati in via preliminare il decreto che introduce il Testo unico in materia di versamenti e di riscossione e quello per la modifica dell’organizzazione del ministero dell’Istruzione e del Merito. Via libera anche all’estensione dello stato di emergenza in Emilia Romagna in relazione al terremoto del 2023, proposta dal ministro della Protezione civile Nello Musumeci che ha incassato anche il via libera a un ulteriore stanziamento di 7.950.000 per il completamento degli interventi in corso.

Il Dpcm sulla privatizzazione di Poste italiane regolamenta l’alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Mef, “al fine di determinare – si legge in una nota di Palazzo Chigi – il mantenimento di una partecipazione dello Stato al capitale” della società “anche per il tramite di società direttamente o indirettamente controllate dal Ministero dell’economia e delle finanze, superiore al 50%”. Il testo tiene conto dei pareri espressi dalle competenti Commissioni parlamentari.

Con il Testo unico in materia di versamenti e riscossione mette ordine nella normativa, riconducendo “a unità le disposizioni vigenti, attualmente contenute in fonti normative differenti, tra le quali i numerosi provvedimenti in materia di razionalizzazione e semplificazione stratificatisi nel corso degli ultimi tre decenni”.

Per quanto riguarda poi il Piano strutturale di bilancio (Psb) Giorgetti ha illustrato l’impegno del governo a portare il deficit sotto il 3% già nel 2026 e a imbrigliare la crescita media della spesa netta all’1,5%. Due punti fermi che garantiscono la sostenibilità del debito e rinnovano l’intenzione di conseguire la correzione dei conti in 7 anni e non 4, come previsto dalle attenuanti del nuovo Patto riformato da negoziare con la Commissione europea. Il Piano non contiene ancora le stime programmatiche per capire l’aggiustamento dei conti o le risorse a disposizione per la manovra, in attesa della revisione dei dati Istat attesa il 23 settembre. Dopo l’aggiornamento delle stime sul crescita e conti, il Psb dovrebbe tornare in Consiglio dei ministri e da lì essere trasmesso a stretto giro di posta alle Camere e poi a Bruxelles, entro fine mese. Per il 25 settembre, inoltre, secondo quanto trapelato, il governo ha fissato una riunione di Giorgetti e del sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano con i leader della Cgil, Cisl, Uil e Ugl per presentare lo schema del Psb.

“Il Governo continua a portare avanti una politica fiscale prudente e responsabile, proponendo un percorso di rientro dal disavanzo eccessivo realisticamente più ambizioso di quello prefigurato dalla Commissione europea attraverso la traiettoria tecnica, impegnandosi a scendere sotto la soglia del 3% del rapporto deficit/pil già nel 2026. Dopo il 2026, il percorso proposto consentirà di garantire la stabilità del debito pubblico italiano e permettere alla finanza pubblica di affrontare con maggiore efficacia le sfide future”, si legge in una nota diffusa dal ministero dell’Economia al termine del Cdm.

“La traiettoria di spesa netta inserita nel Piano, che rappresenta il nuovo indicatore univoco sottoposto alla sorveglianza della Commissione, è in linea con le aspettative delle autorità europee“, si legge ancora nel testo. “Nell’orizzonte temporale considerato dal Piano il tasso di crescita della spesa netta si attesterà su un valore medio prossimo all’1,5%. La traiettoria, inoltre, è coerente con l’andamento dei principali saldi di finanza pubblica già previsto dal Programma di Stabilità dello scorso aprile”. Il governo ha ribadito quindi la volontà di conseguire la correzione dei conti entro un orizzonte di sette anni, da negoziare con Bruxelles sulla base delle nuove regole del Patto di stabilità. “Piano definisce anche le linee strategiche relative alle riforme e agli investimenti che il Governo ritiene di realizzare nell’orizzonte di riferimento, in particolare quelle funzionali all’estensione da 4 a 7 anni del periodo di aggiustamento”.

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