“La polizia ha il monopolio della violenza”: Celestini al delirio. Storace lo stronca: “Essì bono non puoi dirlo”. Scontro a La7 (video)
Ascanio Celestini, che almeno in quanto a look, contende a Osho il primato come minimo estetico del guru discettante, (nel suo caso della sinistra militante però), parte lancia in resta sul dibattito incentrato sulla sicurezza, su cui l’ultimo report del Sole 24 0re ha assestato un duro colpo alle amministrazioni del Pd a Roma, Milano e Firenze, provoca in sordina Francesco Storace, come lui ospite in studio da Giovanni Floris a DiMartedì, su La7, per un dibattito tangente il tema della scurezza che per lunghi tratti sembra deviare dal percorso principale, e soffermarsi su ambiti che virano su strade senza uscita o a senso unico.
Sicurezza, è scontro in tv tra Celestini e Storace su La7
Peccato che a un certo della discussione (qui il video), fin lì pacata per quanto possibile vista la opposta polarità degli ospiti in studio, l’attore e autore Celestini –apprezzato più dai salotti radical chic che dalle platee cittadine – sterzi bruscamente dal sentiero, assestando un duro colpo agli equilibri dialettici che fin lì avevano tenuto botta. E asserendo netto: «Noi sappiamo che lo Stato ha il monopolio della violenza: infatti ci stanno i carabinieri e la polizia che c’hanno le pistole, i cannoni, la bomba atomica e via discorrendo». Frasi inserite apparentemente con toni pacati nel dibattito, che però – e non poteva essere diversamente – da quel momento esplode. E le sue deflagrazioni.
Celestini all’attacco, la replica di Storace
«Vabbè mi taccio – prova a obiettare pacificamente, bisbigliando, uno Storace visibilmente infastidito –. Il monopolio della violenza c’hanno? Ma non puoi dire che c’hanno il monopolio della violenza perché c’hanno le pistole», sbotta a quel punto incontenibile il giornalista, oggi firma di Libero, e ospite a La7. Il quale poi, appellandosi a semplici principi di buon senso, prima ancora che a argomentazioni ideologiche(o ideologizzanti), ribatte sul punto: «Ma li vuoi mandare in giro disarmati i poliziotti? Come si dice a Roma: “Essì bono…”», ribatte Storace. Immediata la replica: «E se dice pure “ma te stai zitto“, per cortesia», s’inalbera Celestini.
«Capisco che so’ uno contro tutti, però…»
Ed è proprio a questo punto – un momento incandescente della puntata – che interviene il padrone di casa Floris che, con l’autorevolezza della Cassazione, sentenzia: «Il monopolio della violenza in uno Stato democratico è del governo, cioè nessuno può usare le armi e i bastoni eccetto il governo». Un verdetto a cui Storace contrappone il suo giudizio: «Non è violenza, sicurezza si chiama. E su…», puntualizza l’ospite in minoranza. Il quale non a caso, poco dopo trovandosi a difendere le proprie istanze di minoranza, allarga le braccia e dichiara: Eh certo, io capisco che so’ uno contro tutti però…». «Basta dire le cose giuste», lo riprende il conduttore. Ma giuste per chi?