Il figlio di Trussardi: “Mio padre discriminato perché non era gay. Nella moda è così” (video)
«Lo trattavano come un diverso e dico una cosa forte: perché non era gay». Tomaso Trussardi, figlio dello stilista Nicola, morta nel 1999 in un incidente stradale, ribadisce le frasi “scandalo” pronunciate durante l’intervista video al podcast «1%» di Giacomo Freddi.
Il figlio dello stilista al Corriere: non ho detto nulla di scandaloso
Parole che hanno scatenato l’ira dell’associazionismo gay: «In questa affermazione non c’era alcun intento polemico – dice Trussardi al Corriere della Sera – nel video ho riportato la realtà dei fatti esattamente come era ai tempi in cui mio padre costruiva la sua azienda. Ma questo non significa che non riconoscesse il valore umano o professionale dei collaboratori omosessuali: ha avuto al suo fianco talenti come Nicolas Ghesquière, oggi a capo di Louis Vuitton, con il quale c’era un rapporto di stima. Io stesso ho collaborato con persone con un orientamento sessuale diverso dal mio: anzi posso dire che hanno una marcia in più, una sensibilità senza la quale forse la moda, come la conosciamo noi, oggi non esisterebbe».
“Tenuto ai margini perché diverso, non stava neanche nelle foto di gruppo”
E sulle presunte accuse di omofobia che sono scaturite, il figlio di Trussardi chiarisce: «Io ho amici gay e li rispetto profondamente. Riconosco che hanno una marcia in più e una sensibilità profonda dovuta anche al fatto di aver dovuto affrontare più ostacoli: però al tempo stesso non posso far finta che non esista un certo “protezionismo” in questo mondo. Nel business non si può prescindere dal sistema di appartenenza: se non ti invitano, se non fai networking, di fatto sei fuori».
L’intervista integrale a Tomaso Trussardi (video)
Tomaso cita fatti circostanziati, a conferma che il mondo della moda non lo ha mai accolto fino in fondo. «C’è un’intervista del 1983 che lo testimonia. Mio padre, che non aveva avuto il permesso di sfilare in Fiera, decise di fare la sfilata alla Scala. Al giornalista spiegò così la scelta: “Mi hanno sempre considerato un diverso e ho sfilato in maniera diversa”. Ho sempre pensato, negli anni, a queste parole. Alla fine lo hanno accettato eccome, ma solo dopo che aveva ottenuto un successo internazionale. Solo Franca Sozzani lo ha sostenuto fin dalla prima ora».
Nel podcast parla anche della assenza di suo padre dalla foto iconica, scattata nel 1985, a un gruppo di stilisti simbolo del made in Italy. «Non so precisamente il motivo per cui non venne inserito nel gruppo. Ma immagino che essere escluso dalla foto lo abbia fatto sentire un outsider. E poi in quella foto c’era gente che fatturava molto, ma molto meno, di lui…».