Caso Trocchia-Giudice e presunte violenze sessuali, Nordio: “Verificherò perché la Procura non ha attivato codice rosso”
Il caso dei giornalisti Nello Trocchia e Sara Giudice e dell’applicazione del Codice Rosso sul caso della ragazza che li ha portati all’accusa di stupro di gruppo torna al centro dell’attenzione. Con la verifica del ministro della giustizia Nordio sulle procedure attuate dalla Procura della Repubblica di Roma che, secondo la parte offesa, non avrebbe ascoltato la presunta vittima nei tre giorni stabiliti dalla legge.
Nordio sul caso Trocchia-Giudice
“Saranno interessate le articolazioni ministeriali per gli opportuni approfondimenti e le valutazioni di competenza”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, al question time al Senato in merito all’ipotesi della violazione del ‘codice rosso’, segnalata dalla senatrice Donatella Campione di FdI, in merito al caso di una denuncia di stupro a Roma ai danni di una giornalista da parte dei colleghi Nello Trocchia e Sara Giudice, a seguito della quale il Pm ha omesso di ascoltare la parte offesa entro tre giorni dalla denuncia, come previsto dal ‘Codice rosso’.
Per Nordio “la denuncia della parte offesa non equivale alla sua audizione”. A seguito di integrazione di istruttoria da parte dei nostri uffici – ha spiegato Nordio – il procuratore della Repubblica di Roma ha trasmesso una nota di chiarimento a firma del Pm titolare delle indagini che, a integrazione della precedente relazione che ho indicato prima, testualmente recita : ‘non si è ritenuto di dover assumere a sommarie informazioni la parte offesa all’esito della effettuata attività di indagine prontamente avviata e prima del deposito della richiesta di archiviazione. Ciò risiede nel fatto che, come già evidenziato in precedenza, la denuncia-querela è stata raccolta da ufficiali di polizia giudiziaria specializzati in una materia di reati contro la libertà personale, con proposizione di domande anche di approfondimento alla parte offesa in relazione al suo narrato, sicché la sua audizione oltre a rivelarsi superflua, poteva aumentare il rischio di vittimizzazione secondaria’ “.
La nota della Procura e la risposta del Ministero
“Nella serata di ieri – ha spiegato il Guardasigilli – è pervenuta la nota di trasmissione, a firma del procuratore aggiunto, contenente la relazione informativa che era stata firmata dal sostituto procuratore assegnatario del fascicolo, con allegato il decreto di differenziamento dell’audizione della persona offesa datato 3 febbraio 2023, e con la richiesta di archiviazione del luglio del 2023. Nel decreto non risultano esplicitate le ragioni di questo differimento e di conseguenza è stata chiesta una integrazione alla Procura della Repubblica di Roma”. La parte offesa, com’è noto, si è opposta alla richiesta di archiviazione per Trocchia e Giudice e il Gip prossimamente dovrà decidere in merito.