Cacciari randella la sinistra: “Perde tempo con gli scandaletti e non propone nulla su fisco e sanità”

17 Set 2024 11:57 - di Angelica Orlandi
cacciari

Il professor Massimo Cacciari non ha mai lesinato critiche feroci al cedntrosinistra e al Pd in modo particolare. Il filosofo è uomo di sinistra e per questo se afferma che ci vuole bene altro che uno “scandaletto” per tentare una “rimonta” sul centrodestra, è più che attendibile. Concede il beneficio del dubbio, intervistato dal Corriere della Sera, quando gli chiedono de sia “illusorio che il campo largo a guida Schlein possa tentare la rimonta”. Risponde: «Mah, non so se a guida Schlein o di chi. Se però non si fanno male da soli e mettono insieme, non dico una vera e propria alleanza, ma almeno un’intesa, possono pure farcela. Alle prossime Regionali potrebbero riuscire a conquistare un tre a zero in Liguria, in Umbria e in Emilia-Romagna. Certo, se invece si dividono, sarà l’opposto. Poi i problemi restano, non c’è dubbio».

Già da Lilli Gruber ad Otto e mezzo aveva sbertucciato la sinistra alle prese col gossip legato al caso Sangiuliano: “È davvero incredibile come si vada avanti a perdere tempo nel parlare di questi fatterelli con tutte le tragedie che abbiamo -gelò la conduttriced- . Ma come si può perdere tempo a parlare di queste cose? Cerchiamo di avere un senso della misura. Non è possibile trovare le prime pagine dei giornali bloccate sulle vicende di Sangiuliano”. Dunque, incalzato, è un fiume in piena sui “problemi” del Pd , in ottica campo largo. Il giudizio è insufficiente: «Schlein ha fatto quello che poteva. Doveva dire qualcosa di sinistra e ci ha provato. Poi ci sono i limiti evidenti, del Pd e della sua classe dirigente. Spesso vanno avanti per titoli e zoppicano sui contenuti». Non lesina critiche, dal suo punto di vista, al centrodestra. Ma questo è al governo e al centrosinsitra tocca creare un’alleanza credibile per poter sperare. E su questo Cacciari recita il de profundis.

Cacciari: “La sinistra è all’anno zero”

Rimprovera alla sinistra di procedere solo per titoli. Cosa intenda, lo spiega in poche parole: «È un problema evidente. Il fisco, per esempio. Cosa si propone? Quali aliquote e come? Va bene, più soldi per la scuola, ma per fare che cosa? La sanità, evviva quella pubblica. D’accordo. Ma anche qui siamo alle predicazioni. Schlein ha capito le regole del gioco, non ci si sfida a tresette con quelle dello scopone. Ma siamo solo all’inizio. Se non all’anno zero, all’anno uno. È del merito delle cose concrete che bisogna occuparsi piuttosto che degli scandaletti come quello di Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia».

Sul campo largo, poi, ripone poche aspettative. Diviso sui gradi temi, politica estera per prima cosa. «Finché non sei al governo fai melina, ci sta. Che Pd e Cinque Stelle siano divisi è relativo. O si sparano o, se vogliono sopravvivere, devono unirsi. Gli altri? Renzi e Calenda? Ci stanno, non ci stanno, è quasi indifferente». Chiamato infine sul tema predidenziali Usa dice di non sperare proprio nulla. Nessun “tifo”. Perxhé la domanda che si pone è una ed essenziale: e dopo cosa succede? «Io non spero proprio nulla. Credo che vincerà Kamala Harris. Ma poi? Che farà per la pace in Ucraina e in Medio Oriente? Poi c’è l’Iran, che presto avrà l’atomica con l’aiuto di Mosca». Quella di Putin è una politica scellerata. «Sì, guida uno Stato semi criminale. Ma allora? Che si fa?» . Già, a sinistra non parlano con voce sola e Cacciari lo sa bene.

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