Vaiolo delle scimmie, cosa c’è da sapere su Mpox: sintomi e consigli per evitare la trasmissione

17 Ago 2024 9:59 - di Redazione
Vaiolo scimmie

Per la seconda volta in due anni il 14 agosto 2024 è stata dichiarata una ‘Emergenza di salute pubblica internazionale’ per l’Mpox, nuova denominazione del virus del vaiolo delle scimmie. La causa è da riscontrarsi nell’impennata dei casi registrati nella Repubblica Democratica del Congo quest’anno (oltre 15.600 casi e 537 decessi) e nell’allargamento dell’epidemia a numero crescente di Paesi africani. «La situazione epidemiologica in Italia al momento è sotto controllo. Poiché non sono stati accertati casi del nuovo ceppo (clade I) di Mpox.

I nostri uffici sono in costante contatto con gli organismi internazionali, per elaborare misure condivise», ha affermato Mara Campitiello, capo del dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute. «Il ministero della Salute – aggiunge – ha attivato i canali operativi con Aifa e Iss per la pianificazione di strategie di contenimento del rischio nell’eventualità di variazione dello scenario attuale; inoltre “la scorta nazionale di vaccini al momento è sufficiente a garantire il fabbisogno”.

Iss, cosa è importante sapere sul vaiolo delle scimmie

L’infettivologo Bassetti ha invitato a non sottovalutare ma neanche ad allarmarsi. Gli esperti del Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità spiegano in un  approfondimento sull’Adnkronos le cose più importanti da sapere su questo virus. Consigli, accorgimenti. Alla domanda cos’è il Mpox e qual è la situazione attuale? Gli esperti Iss fanno sapere che “si tratta di una malattia virale causata dal virus del vaiolo delle scimmie (mpxv): un orthopoxvirus della stessa famiglia del vaiolo (poxviridae). Esistono due gruppi geneticamente distinti: il clade I, a sua volta distinguibile nei due sub-clade Ia e Ib; e il clade II, distinguibile nei due sub-clade IIa e IIb. Il virus – riporta una nota – è presente nella fauna selvatica, in particolare primati e piccoli roditori, in diversi paesi dell’Africa centrale e occidentale. Il nome vaiolo delle scimmie, precedentemente attribuitogli, deriva dalla prima identificazione del virus; scoperto nelle scimmie in un laboratorio danese nel 1958. Il virus è stato rilevato per la prima volta nell’uomo nel 1970, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC).

Incubazione e sintomi

Dopo un periodo di incubazione che può variare da 5 a 21 giorni (in genere da 6 a 13 giorni), la malattia è generalmente caratterizzata da: una fase prodromica, che dura tra 0 e 5 giorni, con febbre, intensa cefalea (generalizzata o frontale), linfoadenopatia (linfonodi ingrossati), mal di schiena, mialgia e intensa astenia (debolezza). La linfoadenopatia è una caratteristica distintiva del vaiolo delle scimmie rispetto ad altre malattie che inizialmente possono apparire simili (per esempio la varicella); un’eruzione cutanea che di solito si presenta entro 1-3 giorni dalla comparsa della febbre, tipicamente iniziando sul viso (coinvolto nel 95% dei casi) e poi diffondendosi ad altre parti del corpo, soprattutto alle estremità (inclusi i palmi delle mani e la pianta dei piedi nel 75% dei casi). Possono essere coinvolte anche le mucose orali (nel 70% dei casi), i genitali (30% dei casi) le congiuntive (20%). Il coinvolgimento oculare può portare a ulcere corneali e cecità. L’eruzione cutanea generalmente evolve in sequenza da macule (lesioni con una base piatta) a papule (lesioni solide leggermente rialzate), vescicole (lesioni piene di liquido trasparente), pustole (lesioni piene di liquido giallastro) e croste che si seccano e cadono. Il numero di lesioni varia da poche a diverse migliaia. A differenza della varicella, le lesioni sono generalmente delle stesse dimensioni e nello stesso stadio maturativo per sito anatomico.

Manifestazioni atipiche e durata

Le manifestazioni atipiche hanno incluso la comparsa di lesioni genitali come primo sintomo, senza una fase prodromica; e lesioni prevalentemente anogenitali o orofaringee con o senza febbre o sintomi sistemici. In alcuni casi le complicanze tipiche del vaiolo delle scimmie possono includere infezioni batteriche secondarie, broncopolmonite, sepsi, encefalite e infezione della cornea con conseguente perdita della vista. Sono state inoltre descritte complicanze genitali, perianali e orali, tra cui proctite e tonsillite. L’Mpox è solitamente una malattia autolimitante e in genere dura da 2 a 4 settimane. Alcune persone possono sviluppare una malattia più grave e necessitare di ricovero ospedaliero. Le persone a più alto rischio includono i bambini, le donne in gravidanza e le persone con compromissione del sistema immunitario inclusa l’infezione da Hiv.

Trasmissione e vaccino

Nell’epidemia in corso, nei Paesi con casi di mpox clade I, è documentata la trasmissione uomo-uomo, e la trasmissione sia attraverso contatti sessuali che non. Rimangono ancora da chiarire e approfondire le modalità di trasmissione nel corso dell’epidemia attuale. In particolare, nella RDC la maggior parte dei casi e dei decessi nella RDC si è verificata in bambini sotto i 15 anni di età (66% dei casi e 82% dei decessi totali), indicando una via di trasmissione non sessuale (contatto stretto e per via respiratoria). È possibile che le persone che sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a minor rischio di infezione. 

Consigli

L’Ecdc raccomanda ai viaggiatori in aree epidemiche di consultare il proprio medico o i centri di vaccinazioni internazionali/medicina dei viaggi in merito all’idoneità alla vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie. Tra le raccomandazioni da seguire:

1. Utilizzare il preservativo in caso di rapporti sessuali con persone di cui non si conosce lo stato di salute; sebbene il preservativo non fornisca una protezione completa contro l’infezione da Mpox (in quanto il virus può essere trasmesso attraverso il contatto diretto di altre aree del corpo), può ridurne la trasmissione attraverso lo sperma.

2. Astenersi da contatti sessuali o di altro tipo con individui con infezione da Mpox possibile o nota e con persone con lesioni visibili o altri sintomi compatibili con Mpox.

3. Non condividere posate o tazze con una persona affetta da Mpox.

4. Non maneggiare o toccare la biancheria da letto, gli asciugamani o gli indumenti di una persona affetta da Mpox.

5. Lavarsi bene le mani con acqua e sapone dopo ogni contatto con una persona o un animale affetto da Mpox. Se non sono disponibili acqua e sapone, utilizzare un disinfettante per le mani a base alcolica.

6. Evitare contatti con animali selvatici.

Per i viagggiatori

7. In caso di viaggio in zone endemiche o partecipazione ad eventi di massa, evitare i contatti con persone di cui non si conosce lo stato di salute e consultare il proprio medico curante prima di partire per valutare l’opportunità e l’idoneità alla vaccinazione contro il vaiolo.

8. Per coloro che tornano da viaggi in zone endemiche, in caso di sintomi compatibili con Mpox effettuare quanto prima gli approfondimenti diagnostici. All’indomani della segnalazione del primo caso di vaiolo delle scimmie in Svezia, oggi è la volta del Pakistan. 

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