Vaiolo delle scimmie, Bassetti: ora fa paura, agire subito. Dilaga coi viaggi e colpisce soprattutto i minori

16 Ago 2024 12:56 - di Prisca Righetti
Vaiolo delle scimmie Bassetti

Il vaiolo delle scimmie non preoccupa solo l’Oms e l’agenzia svedese per la sanità pubblica che ha registrato quello che dice essere il primo caso di una nuova variante contagiosa di mpox al di fuori del continente africano. No, perché a poche ore dall’allarme dell’Oms che ha dichiarato ieri l’emergenza sanitaria globale grave per il vaiolo delle scimmie, da noi l’infettivologo Matteo Bassetti rilancia preoccupazione e sollecita interventi per ridimensionare la portata virale del problema.

Vaiolo delle scimmie, Bassetti: «Dopo 15 mesi mpox torna a fare paura»

«L’Oms ha dichiarato l’emergenza sanitaria globale grave per il vaiolo delle scimmie – ha sottolineato Bassetti –. Quindici mesi dopo la fine dell’emergenza che lo aveva visto protagonista – l’infezione virale che viene trasmessa dagli animali all’uomo ed è causata dal monkeypox virus appartenente alla famiglia Poxviridae (la stessa famiglia del vaiolo), ormai ribattezzato mpox – torna a fare paura.

«Anche perché – prosegue il virologo ligure – il nuovo ceppo virale detto Clade1, è molto diverso rispetto al precedente. E più aggressivo e virulento. Si parla di circa 15mila casi nel continente africano dall’inizio dell’anno, e di 461 i decessi. Il virus sta mostrando di essere capace di varcare i confini dei paesi dove è stato descritto maggiormente e insediarsi in aree in cui fino a oggi non era presente».

Vaiolo delle scimmie, Bassetti: «L’infezione colpisce soprattutto i minori»

Non solo. Perché su X l’infettivologo Matteo Bassetti aggiunge: «La cosa che preoccupa di più è che le vittime principali sono oggi i minori. Secondo i dati diffusi dall’Oms, il 39% dei casi e il 62% dei decessi riportati dall’inizio dell’anno fino a maggio nella Repubblica Democratica del Congo, riguardavano bambini con meno di 5 anni di età. Il 20% delle persone decedute non aveva ancora compiuto un anno.

Il rischio di casi d’importazione coi viaggi

Di più. «Negli ospedali, riferisce Save the Children – e rimarca Bassetti – sono ricoverati a causa della malattia anche neonati di appena due settimane. Si tratta quindi di una malattia infettiva di difficile contenimento. Potrebbero esserci casi d’importazione legati ai viaggi, anche nel nostro Paese. Occorre organizzarsi presto con tutte le misure di terapia e profilassi per evitare la diffusione globale».

 

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