La Rai richiama in Italia i giornalisti minacciati da Mosca, la sinistra sciacalla sulle armi

17 Ago 2024 17:34 - di Sandra Gravino
Rai

La Rai “ha ritenuto, esclusivamente per garantire sicurezza e tutela personale, di far rientrare, temporaneamente in Italia, la giornalista Stefania Battistini e l’operatore Simone Traini”. Lo ha annunciato l’amministratore delegato, Roberto Sergio, dopo le minacce di ritorsioni e di azioni penali avanzate dalla Russia a carico dei giornalisti, accusati dal Cremlino. Alcuni esponenti delle opposizioni, piuttosto che essere rassicurati dal ritorno in Italia dei due inviati, hanno avanzato assurdi complotti circa i motivi della decisione. La Russia ha intanto aperto il procedimento penale a carico dei due inviati.

La decisione della Rai e le accuse del Cremlino

Mosca aveva convocato l’ambasciatrice italiana Cecilia Piccioni per protestare contro quello che aveva definito, “ingresso “illegale”,  relativamente ai due giornalisti Rai nella regione di Kursk per coprire l’attacco delle forze ucraine. La Russia minacciava un procedimento penale contro di loro per attraversamento illegale del confine di stato, procedimento che è stato aperto.

I servizi di sicurezza russi (Fsb), infatti, infatti, hanno aperto un’inchiesta contro i due giornalisti della Rai che hanno realizzato un reportage dalla regione al confine di Kursk, tetro di un’offensiva delle truppe ucraine; l’accusa e’ di aver attraversato “illegalmente” il confine, entrando nella Federazione russa dall’Ucraina. Lo ha riferito il servizio stampa dell’Fsb come riportano le agenzie russe.

Le opposizioni riescono a fare polemica anche su questo

La decisione di Sergio è di buonsenso. Tanti sono stati i giornalisti arrestati da Mosca, processati e condannati(di recente liberati negli scambi con Usa e Gb) per accuse di spionaggio e altre amenità che li hanno visti comunque in carcere. La prima cosa che bisognava fare era garantire la sicurezza dei due professionisti e l’azienda pubblica lo ha fatto. Ma le opposizioni non hanno perso l’occasione per imbastire una polemica.

Per Benedetto della Vedova, deputato di +Europa, “L’Amministratore delegato Sergio ha precisato che il richiamo in Italia da parte della Rai della giornalista Stefania Battistini e dell’operatore Simone Traini risponde a esigenze di sicurezza e tutela personale. Operare in teatri di guerra, come fa Battistini da tempo, mette i giornalisti costantemente a rischio . Confidiamo che le parole di Sergio siano sincere e che la Rai abbia individuato specifici fattori di pericolo imminente che non sono a nostra conoscenza. In ogni caso, la Rai e Sergio Stesso farebbero bene a specificare se ci siano richieste statali da parte del Governo oppure no”, mentre Maria Elena Boschi, deputata di Italia Viva, annuncia che, “Con la scelta di richiamare Battistini in Italia sembra che l’azienda anziché pensare alla libertà di stampa, all’importanza di dare notizie, al dovere di informare cittadine e cittadini, metta quasi in atto una punizione all’inviata per aver fatto il suo lavoro al meglio”.

Ancora peggio i Cinquestelle. Il capogruppo in commissione vigilanza dei pentastellati dice: ” Ci rammarichiamo che non siano potuti restare nella regione russa di Kursk per indagare sull’uso di armi e mezzi italiani da parte delle truppe di Kiev”.

Cosa sarebbe accaduto se Mosca li avesse arrestati?

La decisione della Rai evidentemente tiene conto di condizioni geopolitiche che potevano mettere a rischio la libertà di Battistini e Traini ma per alcuni esponenti delle opposizioni era meglio lasciare sul posto i due giornalisti. Viene da chiedersi cosa sarebbe accaduto se Mosca avesse arrestato i nostri due connazionali. Si sarebbero sprecati fiumi di inchiostro per accusare l’azienda e il governo di non aver saputo proteggere due italiani dalle minacce di Putin. Anche in questo caso, quindi, per la sinistra tutelare la sicurezza e la libertà di due italiani in pericolo sul fronte di guerra è stato un errore. Sembra incredibile ma è vero.

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