Delitto Capovani, parla il perito Paterniti: “Seung? Un megalomane ma non delira”
Rolando Paterniti è uno dei più importanti psicopatologi forensi italiani. Docente a Firenze, criminologo di spessore, è consulente della Procura di Pisa per l’omicidio di Barbara Capovani, la psichiatra uccisa nell’aprile del 2023, per il cui omicidio è imputato Gianluca Paul Seung. Con lui abbiamo affrontato anche la questione relativa ai nuovi sviluppi di indagine sui delitti del mostro di Firenze.
Lei ha definito Gianluca Paul Seung un antisociale
“Su incarico della Procura di Pisa ho fatto parte del collegio peritale che ha visitato Seung . Si tratta di un soggetto estremamente bizzarro con una personalità abnorme caratterizzata da intenso narcisismo e megalomania che ha fatto della sua vita una missione: quella di combattere la psichiatria e gli psichiatri (è un tratto distintivo di molti soggetti psichiatrici di detestare i professionisti che tentano di curarli rifiutando ogni tipo di terapie ritenendo di non averne bisogno).
La collega Capovani lo aveva ricoverato per due settimane nel suo reparto all’ospedale di Pisa e aveva fatto una diagnosi perfetta su di lui “Disturbo di Personalita’ Narcisistico, Paranoideo e Antisociale”. In più era stata costretta a contenerlo al letto perché non smetteva di disturbare ragazze ricoverate nello stesso reparto (ha avuto precedenti per violenza sessuale)”.
Ma ha un disturbo delirante?
“Assolutamente no. E’ un soggetto megalomane che ricorda la storia del barone di Munchausen. Il Seung è affetto da una miscela esplosiva di personalità patologica che impiantata su un senso di se’ ipertrofico e megalomane ha innescato il sentimento di rivalsa e di vendetta che è la causa del brutale assassinio. L’uomo non ha sopportato di essere etichettato come malato di mente, ne di essere costretto al ricovero in reparto psichiatrico e ha maturato l’idea di vendicarsi dell’affronto subito (o almeno come lui lo percepiva) scagliandosi con estrema ferocia contro la collega.
Il Seung era perfettamente in grado di comprendere quello che faceva quel giorno (aveva tentato di farlo anche il giorno precedente), si era ben organizzato e aveva preordinato l’azione. Non era spinto ne da un delirio ne da una allucinazione (i sintomi più gravi delle psicosi) ma da un sentimento di rabbia, vendetta, umiliazione patita e covata per anni che proprio quel giorno ha trovato uno sfogo nell’azione omicida”.
Un manipolatore?
“Rimane la maschera del paladino degli offesi e del megalomane quando parla di tutti i grandi personaggi con cui lui sarebbe in contatto e del potere che avrebbe nello scongiurare le tragedie dell’umanità: è un uomo che ha bisogno di stupire e per questo le spara sempre più grosse nell’intento di alzare la posta e il parterre di personaggi coi quali avrebbe contatti. Per questo mi fa venire in mente il barone di Munchausen”.
Che idea si è fatta dei nuovi sviluppi di indagine sul mostro di Firenze?
“Alla luce dei moderni metodi di investigazione si può affermare che le indagini all’epoca vennero fatte in modo sommario e poco scrupoloso. E’ rimasta celebre la famosa frase dell’avvocato Nino Filastò (difensore di Pietro Pacciani) che durante il processo disse che le scene dei vari crimini erano talmente inquinate che mancava solo la presenza del venditore di brigidini. Oggi le tecniche di indagine e soprattutto il congelamento della scena del crimine permettono di svolgere con maggiore accuratezza le ricerche dei colpevoli.
In più la repertazione del DNA (che all’epoca non era possibile fare) permette oggi di risalire con maggiore certezza all’esecutore del delitto (vedi il caso Yara Gambirasio). Anche per gli 8 duplici omicidi del mostro di Firenze si tenta oggi la carta del DNA partendo dall’ipotesi che una delle 16 vittime sia venuta a diretto contatto con l’assassino e possa avere sotto le unghie tracce del DNA dell’aggressore dal quale si sarebbe difesa. Da qui parte la richiesta di riesumare la salma per cercare tracce genetiche”.
Pacciani, secondo lei era colpevole o innocente?
“La mia opinione è che il Pacciani e i suoi compagni di merende fossero al massimo degli avvistatori, cioè persone sessualmente perverse che andavano a spiare le coppiette che si appartavano per amoreggiare ma non credo che siano gli esecutori materiali degli omicidi. Riguardo al misterioso mostro (o al gruppo di assassini) ritengo che difficilmente sia ancora in vita: su questo tema ci sono state molte ipotesi una delle quali ipotizzava che l’assassino potesse avere assistito da ragazzo all’omicidio di Severino Bonini (amante di Miranda Bugli) perpetrato dal Pacciani nel 1951. Tuttavia questo soggetto è deceduto lo scorso anno”.
Che ne pensa della questione delle Rems?
“La legge che ha definitivamente chiuso gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari è frutto di una spinta ideologica di settori minoritari del modo psichiatrico e non è stata preparata adeguatamente come andava fatto: il risultato è che le Rems (che hanno sostituito l’OPG) non hanno posti sufficienti e spesso sono pieni di persone in cui prevale l’aspetto antisociale e delinquenziale su quello psichiatrico. Abbiamo proposto delle modifiche sull’organizzazione delle Rems al tavolo tecnico istituito presso il Ministero della Salute e speriamo che si trovino le risorse per modificare l’attuale situazione che è diventata insostenibile”.