Mosca attacca Parigi: “Manipolato il voto degli elettori che volevano la vittoria della Le Pen”
Nel giorno del voto in Francia e della vittoria della sinistra, è arrivato l’endorsement russo in favore del Rn di Marine Le Pen e anche una lettura molto critica del voto del ballottaggio. Il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, ha inviato un messaggio che equivale ad un endorsement per il Rassemblement National: “Il secondo turno è stato concepito per manipolare la volontà degli elettori”, ha detto il capo della diplomazia russa, scagliandosi contro il maxi-accordo di desistenza siglato dalla gauche e dai macroniani. Proprio Marine Le Pen, alla vigilia della consultazione, aveva affermato che la postura della Francia sul conflitto in Ucraina sarebbe cambiata, e non di poco, con il suo delfino Jordan Bardella a Matignon. A partire da due scelte chiave: il veto di Parigi all’utilizzo di Kiev delle armi francesi per colpire in territorio russo e il rifiuto netto di considerare l’invio di soldati d’oltralpe in Ucraina.
Il sostegno di Mosca a Marine Le Pen in chiave ucraina
Una sconfessione della linea evocata da Emmanuel Macron, avversata per la verità anche dalla gran parte dei partner della Nato. La Russia, durante questa breve campagna elettorale, non ha fatto mancare il suo sostegno più o meno diretto a Rn. Appena pochi giorni fa il ministero degli Esteri di Mosca ha salutato la netta vittoria della droite al primo turno con un tweet, corredato da una foto di Marine Le Pen, in cui ha sottolineato che “il popolo francese sta cercando una politica estera sovrana che serva i propri interessi nazionali e non i dettami di Washington e Bruxelles”. La scommessa del Cremlino è rivolta a tutta la galassia dei partiti sovranisti nell’Ue (di cui è ideale capofila il leader ungherese Viktor Orbàn, attuale presidente del semestre e appena ricevuto da Vladimir Putin) che parlano a quella parte di opinione pubblica europea stanca della guerra. In questa chiave la rinascita in Francia del cosiddetto fronte repubblicano, destinato a sbarrare la strada al Rassemblement National in Parlamento, è motivo di preoccupazione per Mosca. “Questo non somiglia molto alla democrazia”, è stato il velenoso commento di Lavrov a seggi aperti.