La Via Appia entra nel Patrimonio mondiale dell’Unesco. Il lavoro di squadra del ministero della Cultura
La Via Appia, Regina Viarum, entra nella lista del Patrimonio Mondiale, diventando così il 60esimo sito italiano riconosciuto dall’Unesco. A deliberarne l’iscrizione, il Comitato del Patrimonio Mondiale, riunito a Nuova Delhi. Si tratta della prima candidatura promossa direttamente dal ministero della Cultura, che ha coordinato tutte le fasi del processo e ha predisposto tutta la documentazione necessaria per la richiesta d’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale.
La Via Appia patrimonio mondiale dell’Unesco
Il risultato – sottolinea il ministero della Cultura – è il frutto di un lavoro di squadra che ha visto il coinvolgimento di molteplici istituzioni: 4 Regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 13 Città metropolitane e Province, 74 Comuni, 14 Parchi, 25 Università, numerosissime rappresentanze delle comunità territoriali, nonché il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede.
Regina Viarum, la storia di una strada che inizia nel 312 a.C.
L’Appia fu la prima delle grandi strade di Roma costruite con tecniche innovative, veri e propri capolavori di ingegneria civile che si affiancarono alle vie naturali e che costituiscono i monumenti più durevoli della civiltà romana. Il tracciato, iniziato nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco per collegare Roma a Capua, fu poi prolungato fino a Benevento, Venosa, Taranto e Brindisi, testa di ponte verso la Grecia e l’Oriente.. Man mano che avanzava la conquista romana venne fatta realizzare dall’imperatore Traiano nel 109 d.C. per agevolare il percorso nel tratto da Benevento a Brindisi.
Esigenze militari e rotte di scambio commerciali
Concepita per esigenze militari, la Via Appia divenne da subito strada di grandi comunicazioni commerciali e di primarie trasmissioni culturali e, nel tempo. La creazione di questa rete stradale ha permesso la strutturazione di rotte di scambio anche con le vie d’acqua,. E ha permesso, nel corso dei secoli, un flusso praticamente ininterrotto di persone, idee, civiltà, merci, religioni e idee, percorsi che sono ancora vivi e sentiti da chi abita ancora oggi questi territori. Gli appellativi con cui gli stessi autori antichi la definirono, insignis, nobilis, celeberrima, regina viarum, testimoniano tutte le valenze e che le valsero la sua millenaria fortuna.
Materia due volte patrimonio Unesco
Con la proclamazione ufficiale della Via Appia, da oggi Matera è inserita due volte nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco. Nel 1993 sono stati inclusi nella lista i Sassi, i caratteristici rioni di case in tufo. Matera ha firmato il protocollo d’intesa del 10 gennaio 2023 a Roma, per la candidatura della via Appia da parte del Ministero, per la presenza documentata di un tratturo legato alla strada consolare.