Bozzoli ancora in fuga, moglie e figlio di nuovo in Italia: cosa non torna dalla partenza al ritorno dei familiari
Nell’imperscrutabilità dei percorsi di una fuga misteriosa ancora alacremente in corso, i destini di Giacomo Bazzoli – inseguito dalla polizia di tutto il mondo anche oltre i confini di Shengen – si dividono da quelli della compagna Antonella Colossi, e del figlio di appena 9 anni, appena rientrati a Brescia. Lo confermano all’Adnkronos fonti investigative, precisando che in questi minuti si sta decidendo se i due dovranno recarsi in procura per rispondere ad alcune domande.
Quel che è certo è che forse l’appello del suocero di Bozzoli – e il malessere accusato in queste ore di concitate ricerche – o magari una parziale resipiscenza tardiva, hanno sortito un effetto sul 39enne. Un uomo, lo ricordiamo, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario, e accusato anche della distruzione del suo cadavere nel forno della fonderia a Marcheno, in provincia di Brescia, l’8 ottobre 2015.
Bozzoli ancora in fuga, moglie e figlio sono rientrati in Italia
O forse, semplicemente, la famiglia ha scelto di separare i propri destini: tanto che la compagna e il figlio di Giacomo Bozzoli sono già a Brescia. Mentre del fuggiasco continuano a perdersi le tracce… Sì, perché in queste ore cruciali di indagini, ricerche, ritorni e sparizioni, il 39enne – latitante da lunedì dopo la pronuncia della Cassazione – è ancora in fuga. Nel frattempo, però, si spengono i riflettori puntati sulla compagna e sul figlio di 9 anni, appena rientrati in Italia in treno dalla Spagna, dove la famiglia avrebbe trascorso dieci giorni, dal 20 al 30 giugno, in un albergo di Marbella, nel sud del Paese. Sono stati i genitori di lei a chiamare i carabinieri per avvisare del rientro in Italia.
Il rebus dei documenti registrati in albergo
Per Giacomo Bozzoli, invece, la fuga continua. Le ricostruzioni degli inquirenti, che dalla Spagna ai Balcani, passando per la Francia, in questi giorni hanno vagliato tutte le ipotesi sui possibili spostamenti, hanno ridefinito passaggi e sconfinamenti. E in base a quanto riferisce l’Ansa a riguardo, «la famiglia ha trascorso dal 20 al 30 giugno una vacanza in un albergo di Marbella. Il 1 luglio, invece, in un altro albergo, sempre nella stessa località spagnola, è risultato registrato solo il passaporto di lei. Mentre Giacomo Bozzoli, probabilmente dopo aver saputo della condanna definitiva all’ergastolo, ha proseguito la fuga altrove».
Bozzoli in fuga e l’ombra del depistaggio sull’inizio del viaggio
Insomma, dal 1 luglio, giorno in cui è stato condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario, il nome dell’imprenditore 39enne bresciano è scomparso dai radar. E l’attenzione degli inquirenti torna a focalizzarsi sull’ipotesi che sembra prendere corpo di un clamoroso depistaggio messo in atto la mattina del 24 giugno, quando tra le 5.51 e le 6.03 la Maserati Levante intestata a Bozzoli era stata registrata dai lettori di targa tra Manerba del Garda e Desenzano, in provincia di Brescia.
Chi era al volante della vettura? Una domanda alla quale stanno rispondendo gli inquirenti che in queste ore sono concentrati sugli spostamenti del bresciano che avrebbe lasciato l’Italia 10 giorni prima della sentenza definitiva. Una domanda che anima le ricerche e le ipotesi su spostamenti e tappe del latitante ancora in fuga.