Da Zucchetti lezioni di insulti, odio e volgarità. L’ennesimo cattivo maestro protetto dalla sinistra

19 Giu 2024 11:15 - di Paolo Cortese

Massimo Zucchetti ha una grande dote: è antifascista. Perché questo scudo essenziale lo protegge da sanzioni che non sono mai arrivate per i suoi post carichi di violenza, di odio e di incitamento all’azione contro i “nemici”: Israele, Meloni, l’Ucraina, i pro Tav, etc. Eppure non è una persona qualsiasi ma un docente ordinario al prestigioso Politecnico di Torino. E l’invettiva contro la squadra di calcio ucraina (“che bello se escono così il loro fuhrerino potrà mandare altre 22 persone al macello…”) sembra quasi innocente rispetto alle cose scritte e dette in tutti questi anni.

Consulente delle Camere e comunista, le minacce sulla Tav

Zucchetti è stato consulente del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati sul tema dell’uranio impoverito. Nel 2011 ha aderito ai Comunisti Sinistra Popolare di Marco Rizzo, formazione di ispirazione marxista-leninista che mirava alla costituzione di “un vero partito comunista in Italia”. Nel 2015 ha avuto la nomination per il Premio Nobel per la Fisica.

Attivista No Tav, così rispose sui social a una ragazza che lo contestava: “Piccina, solo per avvertirti che ho diramato un piccolo ordine di servizio fra i compagni e in Valle di Susa. Se osi far vedere la tua bella faccina di m…. da quelle parti ti sfondiamo la faccetta. Fra qualche giorno, invece, ti vengo a trovare a casa così parliamo delle tue belle uscite nei miei confronti, t… Preparati. Pensavi mi fossi dimenticato della tua bella decisione una domenica mattina di aggredirmi gratis? Vedrai il “fascista” cosa ti combina, grandissima m…, pagherai a caro prezzo”. Reazioni dell’ateneo? Nessuna.

La denuncia di Esposito e il silenzio del Rettore

Nei suoi confronti, nel 2012, era giunta una richiesta di deferimento alla Commissione di garanzia dell’ateneo da parte del parlamentare del Pd Stefano Esposito, anch’egli vittima dell’invettiva feroce del professore: “Chiunque abbia un’opinione diversa da quella del prof Zucchetti viene puntualmente insultato e insolentito, e non mancano bestemmie, minacce nonché un costante e ripetuto richiamo a “idee e valori” che hanno segnato in modo indelebile e negativo la società italiana negli anni ‘70… mi rivolgo a Lei per chiederLe, in base alle regole e ai codici della prestigiosa Istituzione che dirige, se questo comportamento pubblico sia confacente al ruolo ricoperto dal prof”, denunciava Esposito nella missiva inviata al rettore del Politecnico. Che non ebbe alcuna risposta.

Il dileggio di Giorgia Meloni

Anche nei confronti del Presidente del Consiglio Zucchetti usa esclusivamente l’arma del dileggio. E così, nei giorni del G7, ecco pubblicare fotomontaggi con Giorgia Meloni e Rocco Siffredi. La composizione del fotomontaggio rendeva ancora più volgare e sessista il post. Ma sulla sua pagina sono tanti i riferimenti diffamatori nei confronti del Premier. Ovviamente senza che nessuno gli contestasse qualcosa.

L’odio contro Israele di Zucchetti

Verso Israele il docente universitario manifesta un costante odio. Sempre sul suo account Facebook, oggi disattivato, alcuni giorni fa compariva questo post: “Un grosso problema sarà rieducare all’umanità questi mostri. L’attuale struttura dello stato israeliano va smantellata e la sua popolazione rieducata alla pace e alla tolleranza. Impossibile? In quattro anni lo fecero con la Germania, pur solo in superficie venne denazificata. Israele, anzi il nuovo Stato multietnico che sarà la Palestina, va desionistizzata. Questa è barbarie, questa è la crudeltà beffarda come il sorriso di Jurgen Stroop con il lanciafiamme al ghetto di Varsavia. Ho pietà per costoro: TUTTO IL MONDO CIVILE VI DISPREZZA E SCOMPARIRETE PRESTO. Assassini. Sicari. MOSTRI”. Anche in questo caso nessuna conseguenza.

L’invito all’azione nel ricordo dei partigiani

Zucchetti non ha mancato di incitare all’azione concreta e violenta. Il 18 maggio, in un post di commemorazione del partigiano Dante Di Nanni sosteneva: “Sarebbe il caso di rendere omaggio al tuo sacrificio con qualche atto concreto. Come quelli dei tuoi Gap: tanto, di ratti da abbattere ce ne sono una marea, negli ultimi anni si sono moltiplicati e sono usciti dalle fogne, bisognerebbe farti tornare per una bella derattizzazione”. Per non parlare dell’affetto e della vicinanza ostentata sui social verso il Br che materialmente uccise Aldo Moro, Prospero Gallinari.

L’impunità che proviene da sinistra

E’ persino ultroneo ribadire che è lecito criticare chiunque: Israele, l’Ucraina, Meloni, ma con un linguaggio civile e pacato. Ancora più se si riveste un ruolo così importante sul piano pedagogico. E anche quei post terrificanti di dodici anni fa potevano essere emendati cambiando linguaggio e prendendo le distanze senza continuare nelle liturgie violente. Ma Zucchetti e la libertà di espressione sono due cose completamente diverse. Mentre a chi è di destra si richiede rigidamente un linguaggio politicamente corretto e basta un lapsus per inscenare un caso, Massimo Zucchetti gode di un’assoluta impunità. Soprattutto da parte del suo ateneo che pure è dotato di un codice di autoregolamentazione e deontologico. Mesi fa il docente Spartaco Pupo dell’Unical, reo di avere citato una frase di Hume (filosofo anticipatore del pensiero liberale) decontestualizzandola, è stato di fatto minacciato di provvedimenti disciplinari. Zucchetti, invece, può dire tutto. Ha una liceità e una licenza di “uccidere” che farebbe invidia a James Bond. Però è antifascista.

 

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