Veleni M5S, tutti contro tutti. Di Maio attacca Conte: ha snaturato il Movimento. E Di Battista bacchetta l’ex amico

12 Giu 2024 15:35 - di Chiara Volpi
Di Maio attacca Conte

Tutti contro tutti. Tra celebri ex e sempreverdi, nel M5S è gara di insulti. Di Maio attacca e getta fango su Conte, e Di Battista a sua volta colpisce e affonda l’allora ministro degli Esteri pentastellato e suo (ex a questo punto) amico di cordata grillina. Se non fosse così caotica la situazione nella terremotata galassia a 5 stelle ci sarebbe da ridere… Ma di un riso amaro, avrebbe titolato nell’omonimo film selezionato tra i cento titoli da salvare il suo regista Giuseppe De Santis. Sì perché tra i pentastellati, salvata l’apparenza con una riunione ufficialmente di default, tenutasi all’indomani della batosta elettorale, e in cui, pur di salvare faccia e cocci, il Movimento avrebbe blindato leadership zoppicante, nome e simbolo, nel silenzio assordante quanto eloquente del padre nobile Beppe Grillo, si stanno consumando le solite fronde intestine. Sanguinose battaglie interne che infiammano le chat. Ma ben nascoste all’audience. Intanto, le esternazioni tra leader ed ex generali testimoniano il caos una volta di più: e per di più a cielo aperto.

Di Maio attacca Conte: «Ha fatto tornare il bipolarismo e snaturato il M5S»

E allora, procedendo con ordine, partiamo dall’ex delfino di Conte e Grillo: quel Luigi Di Maio che vanta tanti ex ruoli nel suo cv: ex capo politico del Movimento 5 Stelle. Ed ex ministro dei governi Conte e Draghi, che dal 1° giugno 2023 veste i panni di rappresentante speciale dell’Unione europea per il Golfo Persico. E che, dalle colonne de La Stampa, torna a farsi vivo per tuonare contro il leader M5S bastonato alle urne nell’ultima tornata elettorale dell’8 e 9 giugno. «Chi ha perso il reddito di cittadinanza ha capito di averlo perso anche perché i 5 stelle hanno fatto cadere il governo Draghi», esordisce Di Maio levandosi il macigno che gli pesa sullo stomaco da un po’, e più di un sassolino dalla scarpa.

Aggiungendo poi: «Conte ha compiuto il capolavoro di far tornare il bipolarismo». Postando in calce a caratteri di fuoco: la principale responsabilità di Conte è «aver snaturato il Movimento, che oggi è un partito ancora più chiuso e verticistico del passato. Un tempo era più plurale, c’erano più “anime” diverse. Conte lo ha modellato a sua immagine e somiglianza. Ha fatto un’operazione legittima, che gli è stata consentita senza che nessuno alzasse un dito. Per questo credo che, nonostante questo risultato negativo, dentro al Movimento non cambierà niente». Un de profundis sul Movimento, e un apietra tombale sull’insuccesso del suo numero uno, quelli che Dio Maio assesta sotto la cintura di un mondo politico scontratosi contro il muro degli elettori.

Di Maio attacca Conte e Movimento: leadership in discussione? «Sarebbero patetici a farlo ora»

Ma allora, la domanda sorge spontanea, e il quotidiano torinese la mette sul tavolo della chiacchierata giornalistica: nessuno metterà in discussione la leadership di Conte? «Sarebbero patetici a farlo ora, troppo comodo – replica Di Maio, spiegando il perché e il per come della blindatura di ieri sera intorno al leader in bilico –. Non ho mai sopportato chi sta nell’ombra nei momenti buoni ed esce fuori solo quando non può ricavare più vantaggi. Quanto a Grillo, ha 300 mila buoni motivi per restare in silenzio. In ogni caso, seguo divertito il dibattito sul doppio mandato. Vuoi vedere che la soluzione proposta dal Movimento per risolvere la sua crisi, è la politica di professione?», conclude velenosamente l’ex delfino a 5 stelle…

Ex rampante di una scuderia in disarmo che oggi, lontano da chat e riunioni movimentiste, si mostra ancora seduto sulla riva del fiume ad aspettare che passi il cadavere del nemico. «Sono stato in silenzio per tutta la campagna elettorale», dice infatti nella lunga intervista a La Stampa il rappresentante speciale dell’Ue per il Golfo. Che poi, tornando sull’ultima debàcle elettorale, sentenzia su «una performance da elezioni amministrative, non da elezioni di respiro nazionale. Anzi, penso che, di recente, persino alle Amministrative il M5S sia andato meglio. Questa volta perde addirittura il primato al Sud e in regioni come la Campania e la Sicilia, in città come Napoli». Concludendo lapidario: la principale responsabilità di Conte è quella di «aver snaturato il Movimento, che oggi è un partito ancora più chiuso e verticistico del passato… Per questo credo che, nonostante questo risultato negativo, dentro al Movimento non cambierà niente».

La replica “pungente” di Di Battista a Di Maio

Stamattina poi, a rispondere per Conte, che nel frattempo tace, è intevenuto il Che de’ noantri Alessandro Di Battista che, passando con disinvoltura da La7 agli studi Rai, ospite di Restart su Raitre, su polemiche, recriminazioni e schizzi di fango, ha chiosato: «Luigi Di Maio è uno dei responsabili di aver snaturato il M5S, e adesso stanno lì. Fino all’altro ieri gli andava bene tutto quanto perché faceva il ministro, poteva dire “io sono un ministro della Repubblica”… Oggi invece fa queste interviste». E il fuoco della polemica divampa, e non solo in tv. Distinguere poi tra fuoco amico e colpi inferti dagli avversari è un’altra questione: che conta e cova sotto la cenere insieme a infinite altre…

 

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