Pino Insegno a Reazione a Catena parte col botto, ma i soliti haters schiumano: “Chi lo guarda non è antifascista”
Finalmente Pino Insegno torna a esordire in Rai alla conduzione di Reazione a catena, di cui fu al timone già dal 2010 al 2013, sostituito poi da Amadeus fino al 2017 (e con le ultime cinque edizioni affidate invece a Marco Liorni). E, conoscenza del format a parte, gli ascolti premiano il conduttore romano con un 24% di share del preserale, nonostante l’emozione del debutto e le polemiche che lo hanno accompagnato sin all’annuncio del suo ritorno a viale Mazzini, dopo una storia professionale lunga quarant’anni. Recriminazioni, come noto, pretestuosamente legate alla sua partecipazione ad eventi politici di Fratelli d’Italia al centro di un massacro mediatico a cui il conduttore e doppiatore ha sempre resistito, opponendo in risposta ragioni avvalorate da una carriera pluridecennale e un curriculum da far invidia. Forse troppa…
Partenza col botto di Pino Insegno tornato a Reazione a Catena
Ma tant’è: Pino Insegno torna alla guida del game show del preserale di Raiuno e ottiene numeri che lo promuovono a pieni voti in termini di ascolti tv: nel preserale, infatti, Reazione a Catena su Raiuno ha interessato 3.387.000 spettatori, ottenendo il 24% di share. In particolare, solo il segmento “L’Intesa Vincente” ha ottenuto un ascolto medio di 2.665.000 spettatori pari al 23.9% di share. Per capirci, il diretto competitor su Canale 5, Caduta Libera – il game show condotto da Gerry Scotti – è stato la scelta di 2.238.000 spettatori, ottenendo uno share del 16.7%. Eppure, a giudicare dai social, nemmeno l’attendibilità della matematica basta a tacitare gli animi in subbuglio di chi ha scelto di fare della conduzione e della professionalità di Insegno materia per il tritacarne mediatico.
Gli ascolti smentiscono l’acrimonia degli odiatori social
Una macchina del fango, quella azionata a orologeria contro il presentattore-conduttore, che ha aspettato la data del rientro in tv per prodursi in un’altra ondata di violenza mediatica, copn schizzi di fango piovuti a pioggia sul web da chi non ha perso occasione di farsi trovare pronto a mettere il conduttore nel mirino di una nuova edizione del discriminante gioco del tiro al bersaglio. Un gioco malevolo che ieri è tornato a calare le stesse carte, i soliti bluff… «Chi lo guarda non è antifascista», ha tuonato allora qualcuno in concomitanza con la messa in onda di ieri sera della prima puntata del game show del preserale di Raiuno.
Gli attacchi sul web prima della messa in onda: «Chi lo guarda non è antifascista»
«Che c’entrano le preferenze politiche? Io lo adoro perché è bravissimo», ha provato a obiettare subito qualcun altro, punteggiando gli interventi sulla rentrée del conduttore nel segno della spaccatura social tra detrattori e fan. Una spaccatura irrimediabilmente segnata dalla variabile impazzita delle differenti convinzioni politiche – e non già delle attenuanti professionali – a fare da inesorabile giudice nella sentenza sul gradimento (o meno) dell’attore e doppiatore. «Boicottare Reazione a Catena e Pino Insegno!» posta allora faziosamente qualcun altro. Sostenuto da chi decreta seccamente: «Io ho già provveduto a disinstallare Rai1, così non lo vedo neanche per disgrazia».
La schiera degli spettatori che lo difende e attacca l’amichettismo di sinistra
Una congiura, quella messa in atto dagli utenti a suon di verdetti social, a cui hanno provato a opporsi in tanti comunque. Nutrita, infatti, anche la schiera social dei fan del conduttore, pronta a far sentire la propria voce e a insorgere a tutela del nuovo debutto in tv. «Quelli che si definiscono democratici e antifascisti fanno schifo! Non si giudica un artista in base all’orientamento politico», scandisce qualcuno smascherando il solito meccanismo perverso dell’amichettismo e dei suoi sodali, estenuanti fautori. «Era ora che tornasse a condurre Reazione a Catena! Gli fu tolta la conduzione ingiustamente, non si sa perché. Finalmente ritornerà ad essere divertente, dopo più edizioni soporifere», chiosa poi un altro utente spazientito da faziosità e aggressività gratuita.
Già gratuita: per tutto questo osceno psicodramma social va online prima ancora della messa in onda della puntata d’esordio del programma. Così, il dibattito infuocato si chiude – per un po’ almeno – con la cifra del buonsenso di chi, ben più saggiamente di altri, si aggiunge esortando tutti: «Prima di giudicare aspetterò di guardare almeno la prima puntata. Non come tanti qui che lo giudicano da prima». All’Auditel di oggi, poi, l’ardua sentenza, sicuramente indigesta per i frettolosi critici ante-litteram…