Meloni: “Il baricentro dell’Europa si sposta a destra. Fatale per il Ppe inseguire la sinistra”
“In 20 mesi di governo abbiamo fatto più riforme di quante non ne siano state fatte in anni e anni, e sono state riforme coraggiose. Ma abbiamo un’opposizione contraria a modificare qualsiasi cosa. Gli italiani devono scegliere da che parte stare. In Italia non tutte le cose vanno bene, quando vanno male bisogna prendersi la responsabilità di cambiare”. Così Giorgia Meloni a Milano, intervistata dal direttore Alessandro Sallusti per i 50 anni de Il Giornale. Da parte delle opposizioni, ha aggiunto, “non c’è una proposta alternativa, solo il mantenimento dello status quo”.
Meloni: in 20 mesi più riforme che in anni e anni
Molte le personalità del mondo della politica e della finanza, oltre che del giornalismo presenti all’evento. “Sono nata qualche anno dopo Il Giornale, credo ci fosse una ragione molto importante per essere qui oggi”, esordisce la premier. “Credo che la scelta fatta da Montanelli nel ’74, arrivata dopo il ’68, gli anni di piombo, sia stata una scelta controcorrente, di estremo coraggio e non scontata”, ha detto ringraziando gli editori -prima Berlusconi ora Angelucci- e i direttori, Sallusti ma anche Feltri.
Il grazie a Montanelli per la scelta controcorrente
All’indomani del prima via libera a premierato e autonomia, la premier passa in rassegna i risultati messi a frutto (“andremo avanti. Io non sono qui per sopravvivere, non sono qui per far finta che sto facendo delle cose, né io, né Salvini, né Tajani”), sottolinea l’ottimo stato di salute della maggioranza e le difficoltà dell’opposizione che arranca. Per poi spostare i riflettori sulla scena europea. “Ribadisco che è un risultato, quello alle europee, più importante di quello delle politiche. Nel 2022 poteva essere un voto di protesta, di speranza, di aspettativa. Dopo quasi 20 mesi diventa un voto più meditato. La gente vede e capisce, anche quando si è davanti a scelte complesse gli italiani capiscono”.
Europee, fiera del risultato di tutta la maggioranza
“Sono estremamente fiera del risultato della maggioranza, non solo di Fdi, l’ho detto anche ad Antonio e Matteo. Dimostra che il centrodestra può crescere insieme, e che non è vero che se una forza politica cresce diventa cannibale dell’altro”. E ancora: “Le elezioni hanno chiaramente spostato il baricentro dell’Europa verso destra. E io penso che al di là di quello che accadrà adesso, con questi incarichi apicali, lì si possa disegnare un cambio di passo”, dice la premier prima dell’annuncio che “il partito dei conservatori europei, che ho l’onore di presiedere, è diventato il terzo gruppo parlamentare. Quindi il mio ruolo oggi è quello intanto organizzare il fronte alternativo alla sinistra, dialogare con tutti. Ed è quello che sto facendo. Penso che qualche sorpresa nel futuro dell’Unione europea sulle maggioranze che si costruiranno sui vari dossier in Parlamento potrebbe arrivare”.
L’Ecr è il terzo gruppo parlamentare a Strasburgo
“Comunque vada e chiunque ricoprirà questi incarichi apicali, tutti sanno qual è il ruolo che spetta all’Italia. Una nazione che è fondatrice dell’Unione europea, che è la seconda manifattura d’Europa, che è la terza economia d’Europa. E che ha oggi, tra le grandi nazioni europee, il governo più solido di tutti. È un ruolo di massimo rango, che chiaramente io intendo rivendicare per l’Italia”. Poi, parlando dei nuovi equilibri nello scacchiere europeo, Meloni aggiunge: “Credo che gli stessi Popolari si rendano conto che continuare a inseguire o seguire le politiche della sinistra di questi anni sarebbe fatale”.
Per il Ppe sarebbe fatale inseguire la sinistra
“Bisogna ragionare su due diverse fasi”, spiega ancora Meloni. “C’è una prima fase, che è il dibattito di questo momento, che riguarda l’individuazione degli incarichi apicali che sono presidente del Consiglio, presidente della Commissione, presidente del Parlamento e Alto rappresentante. Di solito questo avviene tenendo conto di quelli che sono i pesi dei gruppi politici. Lì attualmente c’è un tentativo di accordo tra socialisti, popolari e liberali per cercare di sistemare queste caselle. Dirò come al solito come la penso: diciamo che non si profila il cambio di passo attualmente che era stato immaginato”. Poi conferma di aver trovato “surreale” che nel primo Consiglio informale dopo il voto alcuni siano arrivati coi nomi per il ruoli apicali “senza neanche tentare prima una riflessione su quale fosse l’indicazione cittadini”.