Loiero e Oliverio: i due ex governatori ora contestano l’Autonomia, ma la misero in Costituzione

20 Giu 2024 15:34 - di Diego Corti
Autonomia

Prendi due ex presidenti della Regione Calabria, due di peso, che il 2000, quando il governo Amato portò a termine la riforma costituzionale sull’Autonomia differenziata avevano un ruolo di assoluto livello. Uno dei due, Agazio Loiero, era addirittura ministro delle Regioni(il Calderoli di oggi), L’altro, Gerardo Mario Oliverio, era deputato del Pds. Entrambi votarono la riforma senza se e senza ma. Oggi sono diventati cavalli di troia del dissenso, mandando alle ortiche ogni elementare regola di coerenza.

Loiero, ministro delle Regioni e il sì all’Autonomia

Agazio Loiero, che era stato eletto in un collegio con il centrodestra alle politiche del 1996, trasmigrò, dietro Cossiga, nel gruppo dei dissidenti alla caduta del governo Prodi. Parlamentare Dc 87-94, poi di nuovo a Montecitorio altri nove anni e, infine, dieci anni al consiglio regionale della Calabria.  Il 2000, quando Giuliano Amato prese il posto di Massimo D’Alema, Loiero diventò Ministro delle Regioni. La riforma sull’Autonomia aveva conosciuto già i due primi voti delle Camere e in quell’anno l’iter legislativo fu portato a termine, con il referendum confermativo che passò successivamente. In quella occasione, da calabrese e titolare della delega al federalismo, il buon Agazio non disse nulla. L’obiettivo era quello di rubare voti a Bossi. Dopo 24 anni, e una legislatura da Presidente della Regione, anche Agazio è diventato protagonista del no. “E’ sotto i nostri occhi l’impossibilità del governo in carica a reperire solo alcuni spiccioli che servirebbero a dare un po’ d’ossigeno ad una sanità che nel Mezzogiorno e in special modo in Calabria è allo stremo”, le sue dichiarazioni. Lui che portò la Calabria a un commissariamento della sanità che dura da quindici anni.

Oliverio e la resipiscenza tardiva

Un altro campione di coerenza, come lo definirebbe Montanelli, è Gerardo Mario Oliverio. Una lunghissima carriera politica ( 80-90 consigliere regionale Pci, 92-2006 deputato Pds, 2004-2014 Presidente della Provincia di Cosenza e 2014-2019 Presidente della Regione Calabria). Anche lui votò la riforma costituzionale senza battere ciglio, probabilmente pensando di votare una legge sull’uso dell’aria condizionata negli uffici pubblici. Ieri, la dura reprimenda ai parlamentari calabresi che hanno votato il provvedimento, definiti “ascari al servizio di una politica che non conosce i territori” e poi una filippica contro il presidente Occhiuto e tutto il centrodestra.

La gerarchia delle leggi ignorata completamente

Il detto popolare, “di un bel tacere non fu mai scritto” evidentemente è sconosciuto ai due ex governatori calabresi. Ancor di più la gerarchia delle leggi. Pensare che il rango costituzionale sia inferiore rispetto a quello ordinario significa ritenere i calabresi ( e i meridionali) un popolo di beoti. Quali frasi disse il ministro delle Regioni Loiero quando l’Autonomia entrò nella Carta? Nessuna. E il deputato Oliverio si ribellò agli ordini di partito? No. Oggi ritrovano miracolosamente la parola. Mentre un dignitoso silenzio sarebbe più gradito.

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